Distribuzione ibrida: un nuovo modello per il vino?
Tra tradizione e innovazione, le aziende vinicole esplorano nuove strategie di distribuzione, cercando di coniugare la capillarità dei distributori con la personalizzazione del rapporto con i clienti. Ne parla Robert Joseph su Meininger’s International.
Nel mondo del vino, la distribuzione è un elemento chiave per il successo di un’azienda. Tradizionalmente, le cantine si sono affidate a importatori, agenti e distributori per raggiungere i mercati internazionali, mentre alcune, soprattutto nel Nuovo Mondo, hanno puntato sulla vendita diretta al consumatore.
Oggi, però, si sta affermando un nuovo modello: la distribuzione ibrida. Un esempio recente è quello di Gusbourne, rinomata cantina inglese, che ha stretto un accordo con Enotria Coe, uno dei principali distributori del Regno Unito. Questo accordo, definito “innovativo” dalla stessa London Stock Exchange, permette a Gusbourne di ampliare la propria presenza sul mercato britannico, affidandosi a Enotria Coe per la distribuzione capillare, ma mantenendo al contempo il controllo diretto sui rapporti con hotel, ristoranti e bar di alto livello.
In realtà, la distribuzione ibrida non è una novità assoluta. Anche la Place de Bordeaux, fulcro del commercio dei grandi vini francesi, ha accolto negli ultimi anni Super Tuscan e icone della Napa Valley. Tuttavia, a differenza dei chateau bordolesi, che delegano completamente la vendita ai négociant, queste cantine hanno mantenuto la propria rete di distribuzione nei mercati chiave, come Stati Uniti, Canada e Europa.
Anche in altri contesti, la distribuzione ibrida si sta diffondendo. Moët-Hennessy, gigante del lusso, offre ai suoi clienti più esigenti la possibilità di acquistare direttamente vini prestigiosi come Dom Pérignon e Joseph Phelps, bypassando i negozi tradizionali. E alcune cantine bordolesi, come Fonplegade e Bellefont-Belcier, stanno sperimentando modelli di abbonamento ispirati al mercato americano.
In un mercato del vino sempre più competitivo, produttori e distributori sono chiamati a reinventare le proprie strategie. La distribuzione ibrida rappresenta una risposta a questa sfida, offrendo la possibilità di coniugare la capillarità dei distributori con la personalizzazione del rapporto con i clienti. Un modello flessibile e in continua evoluzione, che potrebbe diventare sempre più diffuso nel futuro del vino.