Gaja e Graci: cavalcano il bianco dell’Etna
Robert Camuto intervista Gaia Gaja, che sulle pendici meridionali del vulcano, insieme ad Alberto Graci, ha scommesso sul carricante.
Incastonata tra i vigneti assolati del versante sud dell’Etna, sorge Idda, la cantina nata dalla joint venture tra due nomi di spicco del panorama vinicolo italiano: Gaja e Graci. Qui, tra le colate laviche e i terrazzamenti secolari, si sta scrivendo un nuovo capitolo nella storia del vino etneo, una storia che ha come protagonista un vitigno a bacca bianca dal potenziale ancora in gran parte inesplorato: il carricante. Angelo Gaja, leggenda del vino piemontese, e la figlia Gaia, hanno unito le forze con Alberto Aiello Graci, vignaiolo di talento che ha dedicato gli ultimi vent’anni alla valorizzazione del terroir etneo, per dare vita a un progetto ambizioso: creare vini bianchi di livello assoluto in una regione tradizionalmente vocata ai rossi. “Il futuro dell’Etna è bianco“, afferma con convinzione Gaia Gaja. E la scommessa è sul carricante, un vitigno autoctono che in queste terre vulcaniche trova la sua massima espressione. Conosciuto per la sua mineralità, la sua spiccata acidità e la sua capacità di invecchiamento, il carricante dà vita a vini di grande struttura e complessità, capaci di evolvere nel tempo e regalare emozioni uniche. Idda produce attualmente due etichette: un Etna Rosso, ottenuto da uve Nerello Mascalese, e un Sicilia Bianco, frutto di una selezione di vigneti situati sulle pendici sud-occidentali del vulcano. Mentre il rosso si presenta come un vino di grande piacevolezza e bevibilità, è il bianco a rappresentare la vera sfida e il cuore pulsante del progetto.
“La nostra idea di carricante è quella di un vino dalla freschezza straordinaria, con note saline e un tocco affumicato che ricorda l’origine vulcanica del terroir“, spiega Gaia Gaja. “Attraverso numerose degustazioni, abbiamo esplorato le diverse espressioni di questo vitigno, cercando di definire la nostra identità e il nostro stile”. Il risultato è un vino di grande personalità, che coniuga la freschezza tipica del vitigno con una ricchezza aromatica e una struttura importanti. Un vino che non teme il confronto con i grandi bianchi italiani e che, come dimostrano le prime annate, possiede un eccezionale potenziale di invecchiamento. “Crediamo da sempre nel potenziale dei vini bianchi del Sud Italia“, afferma Gaia Gaja. “Negli ultimi anni, vitigni come il fiano, il verdicchio e il carricante hanno dimostrato di poter dare vita a vini di grande longevità e complessità”. E proprio sul carricante, con la sua capacità di esprimere l’unicità del terroir vulcanico, Idda ha deciso di puntare per il futuro. La cantina, dotata di una nuova struttura e di un team di giovani enologi, sta portando avanti un’intensa attività di ricerca e sperimentazione, con l’obiettivo di valorizzare al massimo le diverse sfaccettature di questo vitigno. Tra i progetti futuri, c’è la rivalutazione di un antico vigneto situato a Bronte, a un’altitudine di circa 900 metri, in un terroir noto per la produzione di pistacchi. Un’ulteriore sfida che testimonia la passione di Gaja e Graci per l’Etna e la loro volontà di contribuire alla creazione di vini unici e memorabili. La Sicilia è una terra fortunata, ricca di sapori, colori e profumi intensi“, conclude Gaia Gaja. “È un luogo dove la bellezza si manifesta in ogni sua forma, e noi siamo felici di poter contribuire a valorizzare il suo straordinario patrimonio vitivinicolo”.