La Bulichella, un vigneto lungo 20.000 km
Ci sono vini che nascono in viaggio, attraversano i confini più remoti prima di scegliere il luogo dove raccontarsi. Le radici della Bulichella sono tra le più affascinanti che mi abbiano raccontato. Hideyuki e Marisa hanno viaggiato attraverso l’Asia e l’Europa fino ad unire le loro radici tra le Colline della Val di Cornia. Qui Hide e Marisa hanno unito i loro viaggi, per intraprendere quello più grande, che li ha portati lontano oltre i confini e le diversità culturali. Hide parte nel 1960 dal Giappone in moto, sponsorizzato della rivista di motori giapponese per la quale lavorava. Attraversa India, Pakistan, Europa e arriva a Roma in occasione delle Olimpiadi, dove si ferma come reporter. Il viaggio prosegue verso Torino al Salone dell’automobile, qui incontra Maria Luisa Bassano (Marisa), giovane studentessa di lingue e letterature orientali, che sta per partire verso il Giappone per un anno di studio. Durante questo anno, Hideyuki raggiunge Marisa in Giappone dove si innamorano e si fidanzano. Nel 1962, si sposano e tornano a Torino, dove Hideyuki lavora insieme a Giugiaro e Mantovani per creare l’ItalDesign. Ma è soltanto nel 1992 che Hideyuki e Marisa decidono di trasferirsi definitivamente in Toscana.
La Bulichella nasce nel 1983, a pochi chilometri da Suvereto (LI), a pochi km l’areale bolgherese e affacciata sul Mar Tirreno, di fronte all’Isola d’Elba. L’estensione totale è di 42 ha, suddivisi tra 17 ha di vigneti, 10 ha di oliveto, un orto, un frutteto e una parte boschiva, elementi che collaborano tra loro all’arricchimento della biodiversità dell’area. A nord verso le pendici collinari, i suoli sono ricchi di conglomerati argillosi, limo e innesti di scheletro. Più a sud invece, hanno un’origine alluvionale, quindi più sabbiosi e ricchi di ciottoli. Si tratta quindi di terreni di difficile coltivazione, ma allo stesso tempo consentono di esprimerne l’unicità e sottolineare le differenti caratteristiche delle uve, garantendo un’espressione unica del territorio. Il clima è caratterizzato da primavere ed estati secche e molto soleggiate, mitigate dalle brezze marine notturne. La conseguente escursione termica giornaliera e la vicinanza al mare contribuiscono ad esaltare la componente polifenolica delle uve e allo stesso tempo ne accentuano l’acidità. Queste tipicità, unite alle lavorazioni adeguate di cantina, restituiscono i vini di buona struttura, eleganti e persistenti. I vitigni coltivati sono il vermentino per le uve a bacca bianca, cabernet sauvignon, syrah, merlot, petit verdot e sangiovese per quelli a bacca rossa.
Dopo aver visitato la bottaia e la riserva storica, ci dirigiamo verso la sala degustazione, dove la Jaguar Mk IV di Hide, accoglie i visitatori con la sua sontuosità. Alle nostre spalle un murales racconta gli avvenimenti significativi del viaggio di vita insieme di Hide e Marisa, del luogo che hanno costruito, dove hanno cresciuto i loro figli e nipoti, che sapientemente portano avanti le tradizioni familiari. Davanti a noi i filari corrono verso il mare incorniciati dalla bellezza della Val di Cornia.
SolSera 2023
100% syrah
Un Syrah fresco, elegante. La fermentazione viene svolta in acciaio, l’affinamento è affidato all’anfora e successivamente a barriques di terzo passaggio. Nel calice è rosa tenue e brillante. Al naso rosa canina, ribes rosso, pompelmo rosa e pepe bianco chiudono salvia, timo e sentori di macchia mediterranea. Il sorso è fresco e minerale, dove si ritrova il bouquet olfattivo, il finale è sapido con una bella tensione di beva che richiama il sorso successivo. Un Syrah che sapientemente unisce l’eleganza nipponica e l’originalità del Bel Paese.
Tuscanio 2023
100% vermentino
Un vermentino dall’animo maremmano. In Tuscanio le uve del vermentino provengono da quattro parcelle diverse, con fermentazioni separate in acciaio, dove esprimono al meglio tutte le caratteristiche del terroir. Al calice spicca un giallo paglierino. Il naso è esotico e mediterraneo. Pesca nettarina, melone bianco, seguono maggiorana e mandorla amara, chiude un leggero sentore di pietra pomice. Il sorso è piacevolmente fresco e sapido, minerale con una leggera sferzata di idrocarburo nell’allungo finale. Un vermentino di buon equilibrio e persistenza, dove si ritrovano i profumi della macchia mediterranea e la spontaneità dello spirito maremmano.
Rubino 2021
50% sangiovese, 25% merlot, 25% cabernet sauvignon
Rubino come il colore che seduce al bicchiere. Dopo la fermentazione in acciaio, segue una leggera macerazione sulle bucce per 8/10 giorni. Prosegue l’affinamento in barriques di rovere di terzo e quarto passaggio per 6 mesi circa. Il naso è invitante con sentori di ciliegia, viola e rosa, eucalipto e pepe nero e liquirizia. Il sorso inizia vellutato, prosegue con una discreta trama tannica in via di maturazione e chiude con una invitante persistenza. Buona la freschezza e la tensione di beva.
Coldipietrerosse 2018
70% cabernet sauvignon, 25% merlot, 5% petit verdot
Coldipietrarosse è il fedele narratore del suo terroir. Al naso il bouquet è di confettura di ciliegie, foglia di tabacco ed erbe officinali. Seguono chiodi di garofano, noce moscata, legno di rovere. L’ingresso in bocca è avvolgente, sostenuto da una elegante trama tannica matura e ben integrata. Ritornano i sentori di erbe officinali e chiodi di garofano del bouquet olfattivo. La freschezza e un leggero tocco sapido chiudono il sorso finale persistente e complesso.
Hyde 2018
100% syrah
Hideyuki ha scelto il syrah per raccontare di sé e del suo viaggio. Dal 2015 il vino compie fermentazione spontanea in barrique aperte con presenza per un 10% del grappolo intero, una maturazione di circa 18-20 mesi in tonneau e barrique nuove, un affinamento in bottiglia per almeno un anno. Rosso rubino intenso, vibrante, con riflessi violacei. Il bouquet è ampio, penetrante con sentori di mora matura, mirtilli e ribes nero, seguiti da elicriso, mirto e timo. Chiudono i sentori speziati di bastoncini di liquirizia, caffè, legno di cedro. I cenni definiti del naso ritornano al sorso, che diventa vellutato di grande eleganza, accompagnata da una trama tannica misurata. Il finale è persistente con un lungo tocco balsamico.
Fin dai tempi più antichi, i vitigni hanno viaggiato tra i diversi continenti, incrociandosi e mutando in base alle esigenze climatiche e alle nuove tipologie di terreni. Cambiamenti che sono arrivati a noi grazie alle mani dei diversi vignaioli, che hanno tramandato le diverse tecniche di coltivazione per raccontare una storia, una tradizione, un modo di interpretare il proprio territorio e la propria epoca. Fino ad arrivare ai nostri giorni, dove continuano la loro viaggio, affondano le radici in nuovi territori, cercano di adattarsi a climi diversi e appoggiano le nuove interpretazioni dei vignaioli. La storia di Hide e Marisa racconta di questi viaggi, di questi intrecci che uniscono memorie diverse per creare nuove armonie e nuove interpretazioni dei terroir. Hide e Marisa ci hanno mostrato quanto la Vite sia simile alla natura umana, di come diventa lo strumento che unisce le culture e le tradizioni, crea nuove opportunità e accorcia quelle che apparentemente, sembrano grandi distanze. La Vite, con bellezza e genuinità disarmanti, ci mostra quanto intimamente è legata alla quotidianità e alle storie di vita della gente.