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Consorzi e Produttori
26/06/2025
Di Sara Missaglia

World Lambrusco Day 2025: sul Monte Bianco il Lambrusco ad alta quota

Oltre le nuvole: il World Lambrusco Day 2025 celebra la leggerezza dopo Parigi e Matera e conquista l’altitudine e la vetta del mondo, con due giornate che planano con un messaggio forte: leggerezza è modernità. E anche libertà. Cronaca di due giornate da ricordare (e celebrare).

Incontenibile come l’anima dei suoi produttori, perché lo spirito indomito è una caratteristica che si trasferisce dalle anime alle bolle. Rigorosamente sparkling per una vita dai mille colori. Quasi a dire: vita, non ci basti mai. Come l’energia, l’allegria e il dinamismo. Questi vini sono un vero autoritratto dei territori da cui provengono: in un mondo dove “identità” è spesso un’espressione abusata, il Lambrusco diventa testimone di uno stile di vita improntato alla socialità. L’edizione 2025 del World Lambrusco Day ha scelto il Monte Bianco per celebrare un vino che oggi parla di profondità e leggerezza, contemporaneità e dinamismo, senza perdere la sua vocazione profondamente sociale. Sempre con il sorriso. “In questi mesi abbiamo raggiunto con grande soddisfazione diversi traguardi, frutto di un lavoro durato anni volto a tutelare i nostri viticoltori e il loro lavoro con riforme e modifiche strutturali, aggiornamenti ai disciplinari e alle regolamentazioni, con l’obiettivo di valorizzare sempre più il prodotto e garantirne qualità e autenticità” commenta Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. “Tutto questo senza tralasciare un altro aspetto fondamentale, quello della promozione. Da questo punto di vista il World Lambrusco Day è ormai diventato il nostro punto di riferimento annuale. Un’occasione che ci porta a percorrere l’Italia e, a cadenza triennale, le capitali estere, per raccontare le particolarità del Lambrusco in contesti e scenari insoliti e distanti dal nostro territorio, dove i Lambrusco DOC sono già conosciuti e apprezzati”. Il Consorzio punta a rafforzare le attività di promozione e comunicazione non solo in Italia ma anche all’estero. Il Lambrusco è infatti uno dei vini più diffusi a livello mondiale, esportato in oltre 90 Paesi. Oltre all’Italia, Stati Uniti, Messico, Germania, Francia, Spagna, Paesi Est Europa, Centro e Sud America rappresentano i principali mercati.  Complessivamente, tra DOC e, soprattutto, IGT, varca i confini nazionali circa il 60% della produzione.

Il tema: la leggerezza secondo Italo Calvino

“Prendere la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.” È partendo da questa riflessione di Italo Calvino che si è costruita l’edizione 2025 del World Lambrusco Day: la leggerezza non come evasione, ma come chiave per comprendere il mondo. E cosa c’è di più leggero – e insieme radicato – di un vino che nasce da una terra generosa, capace di reinventarsi ogni giorno? “Il World Lambrusco Day è un’iniziativa unica nel suo genere, capace di portare il Lambrusco — con tutta la sua energia e personalità — all’interno di scenari emblematici dove si incontrano fascino e originalità. Elementi che riflettono appieno il valore che attribuiamo a questo vino. Siamo orgogliosi di sostenere un evento che mira a celebrare una delle eccellenze del nostro territorio” dichiara Giacomo Savorini, Direttore del Consorzio.

Claudio Biondi e Giacomo Savorini

La cena di benvenuto a Courmayeur

Le celebrazioni si sono aperte con un aperitivo organizzato con il Consorzio della Fontina Dop e i vini Lambrusco proposti da Ais Emilia, presente con il suo Presidente Luca Manfredi e instancabile presenza nei numerosissimi eventi, sempre con grande professionalità. A seguire una cena esclusiva presso il ristorante Pierre Alexis a Courmayeur. Un incontro simbolico tra territori, con il Lambrusco che ha dialogato con i vini della Valle d’Aosta. A rappresentarli, la delegazione di Ais Aosta guidata da Alberto Levi, nel corso di una cena con degustazione che ha visto con protagoniste altitudini e radici.

Foto di Fabian Dalpiaz

Il 21 giugno: l’estate si apre con il Lambrusco

Il 21 giugno, primo giorno d’estate e data ufficiale del World Lambrusco Day, ha visto prima la visita al Castello Reale di Sarre, ricco di storia e natura, dove si è tenuta la masterclass condotta da Gabriele Gorelli MW. In degustazione una selezione di Lambruschi, scelti per rappresentare la ricchezza e la varietà di un mondo vinicolo troppo spesso pensato e raccontato in un solo cliché. Dalle versioni secche e gastronomiche a quelle più fruttate e amabili, il Lambrusco si è raccontato in tutte le sue declinazioni, testimonianza viva di una comunità aperta. “Un vino leggero non segue regole fisse: è vivo, mutevole, imprevedibile”. Con questa citazione di Mario Soldati, Gabriele Gorelli MW ha aperto la masterclass, introducendo il pubblico in un mondo che sfugge a ogni definizione rigida. Perché il Lambrusco non è un’etichetta, ma un caleidoscopio di storie, territori, colori, stili. Parlare di “Lambrusco” al singolare è quasi un’imprecisione: esiste piuttosto una costellazione di Lambruschi, ognuno con la propria personalità, ma tutti legati da un’identità comune. Basta sfiorare la superficie per cogliere l’ampiezza di questo universo: 12 varietà autorizzate, da Sorbara a Grasparossa, da Maestri a Foglia Frastagliata, e 6 denominazioni riconosciute, che disegnano la geografia di un vino tutt’altro che omogeneo. La capacità di accogliere e di parlare a pubblici diversi con naturalezza e immediatezza è la sua caratteristica distintiva. C’è qualcosa di spontaneamente “inclusivo” nelle bollicine rosse, non tanto per la loro semplicità, quanto per la loro accessibilità. Una freschezza contagiosa, una beva gioiosa ma mai scontata, una versatilità che si esprime tanto con i piatti tipici emiliani quanto con cucine più creative.

Gabriele Gorelli MW

Un mosaico di stili che convivono

Nella masterclass condotta da Gabriele Gorelli, è emersa con forza la straordinaria diversità stilistica del Lambrusco. Da una parte gli spumanti ottenuti con metodo Charmat o rifermentazioni rapide, ideali per un pubblico ampio e immediato. Dall’altra, i vini frutto di fermentazioni spontanee, Ancestrali torbidi, Metodo Classico affinati per anni sui lieviti: espressioni di nicchia, raffinate, che cercano interlocutori più consapevoli. Questa coabitazione tra anime differenti – commerciali e artigianali, popolari e d’autore –è la forza del Lambrusco: essere plurale senza perdere coerenza, né autenticità. Il territorio complessivo conta circa 10.000 ettari di vigneto, circa 35 cantine, ma oltre 5.000 viticoltori, grazie al ruolo fondamentale delle cooperative. Un tessuto produttivo che, nella sua complessità, restituisce un vino capace di riflettere le mille sfumature di Modena e Reggio Emilia, tra pianura e collina, modernità e tradizione.

La degustazione: 13 modi di dire Lambrusco

Vino Spumante di Qualità VSQ Puro 2017 – Francesco Bellei & C.
Nel calice brilla di riflessi dorati luminosi, a segnalare da subito che questo Lambrusco di Sorbara vinificato in bianco è tutt’altro che convenzionale. Metodo Classico, senza dosaggio e sboccatura recente (2023), è una bottiglia che sorprende e smentisce, capace di mettere in discussione molte idee preconfezionate su questa tipologia. Il perlage è fine e discreto, quasi timido, ma di una cremosità avvolgente che accompagna senza invadere. Al naso si rivela complesso e sfaccettato, con sentori di anice fresco, note di lievito e pan brioche, seguiti da sfumature fruttate insolite, come nespola matura, mora di rovo e scorza di cedro. Il sorso è teso e verticale, dominato da una vena citrina marcata, che richiama limone e pompelmo bianco, sostenuta da un’acidità tagliente ma ben bilanciata, che allunga e definisce la progressione gustativa. Un Lambrusco fuori dagli schemi, asciutto e affilato, che mostra quanta personalità e profondità possa esprimere questa uva in una versione tanto elegante quanto radicale.

Lambrusco di Sorbara DOC Frizzante Grosso – Paltrinieri
Mosto fiore vinificato in bianco, fermentato in bottiglia con metodo classico. Sosta sui lieviti di almeno 24 mesi con affinamento successivo in bottiglia per 6 mesi. Dal colore rosato con riflessi ramati, questo Sorbara si distingue per finezza e riconoscibilità territoriale, rivelando uno stile ben definito che riflette la mano della cantina Paltrinieri. Al naso si apre con profumi delicati ma precisi, dove le note floreali di violetta si intrecciano a sentori più rari e interessanti, come nocciola tostata e mandorla fresca, elementi che Gabriele Gorelli MW individua come tratti distintivi della produzione. All’assaggio è scattante e vibrante, con una linea acida tesa e affilata, quasi nervosa, che dona ritmo e verticalità al sorso. Il tannino è appena percettibile, integrato perfettamente in una trama salina che aggiunge profondità senza appesantire. La chiusura è lunga e pulita, con rimandi fruttati freschi che ricordano melograno, ribes rosso e un accenno di scorza d’arancia, per un finale che lascia il palato fresco e stimolato. Un Sorbara che coniuga energia e precisione, capace di sorprendere per equilibrio e identità.

Lambrusco di Sorbara DOC Omaggio a Gino Friedmann 2024 – Cantina di Carpi e di Sorbara
Nasce da sole uve Lambrusco di Sorbara cresciute su terreni prevalentemente argillosi. Una volta vendemmiate, le uve vengono sottoposte a una soffice pigiatura, seguita dalla prima fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox. La leggera presa di spuma avviene invece in bottiglia e dopo un adeguato periodo di sosta sulle fecce fini il vino è immesso direttamente sul mercato, senza quindi subire alcuna sboccatura. Un’etichetta storica reinterpretata in chiave artigianale: questa versione con rifermentazione in bottiglia, chiusa con tappo raso e legatura a spago, rappresenta la faccia più autentica e territoriale di un Lambrusco dal forte carattere. Nel calice si mostra con un colore intenso, profondo e invitante. Al naso colpisce per la sua purezza espressiva, con note nitide di arancia rossa, seguite da cenni di mirtillo, ribes nero e un accenno di erbe di campo, che donano complessità e freschezza. Il sorso è ricco e dinamico, con un’acidità vibrante che ne sostiene la struttura. I tannini sono leggeri ma presenti, a conferma di una materia polposa e succosa, che regala una sensazione di masticabilità senza appesantire. Un vino energico, diretto, che sa essere goloso ma mai ruffiano.

Lambrusco di Sorbara Doc Vigna del Cristo – Umberto Cavicchioli & F.
100% Lambrusco di Sorbara Metodo Charmat lungo: Le uve raccolte manualmente, sono pigiate in modo soffice e vengono raffreddate in piccole vasche a bassa temperatura per 2-3 giorni. Il mosto decantato viene posto in autoclave alla temperatura di 15-18°C per una lenta presa di spuma, fino al totale esaurimento degli zuccheri. Successivamente inizia il processo di affinamento sui propri lieviti per almeno 120 giorni, dopo i quali il vino viene messo in bottiglia. Prodotto da un singolo vigneto di circa 5 ettari situato nella zona di Cristo, La Vigna del Cristo rappresenta una delle espressioni più emblematiche e storiche della denominazione, firmata dalla famiglia Cavicchioli e realizzata con un prolungato affinamento in autoclave. Nel calice si presenta con un colore rosso profondo, dai riflessi violacei brillanti. Al naso si apre con una profumazione avvolgente e giocosa, dominata da note di frutta rossa matura, come ciliegie candite, fragoline di bosco e mela rossa, accompagnate da sfumature di rosa appassita e tocchi di zucchero filato. In bocca è morbido e vellutato, grazie a una bollicina soffice e ben integrata che dona cremosità al sorso. La freschezza è misurata, ma sufficiente a bilanciare la dolcezza del frutto, mentre il finale richiama la prugna in composta e una leggera nota speziata, quasi pepata, che ne allunga l’impronta gustativa. Un Lambrusco di grande carattere.

Lambrusco di Modena DOC La.Vie – Cantina Ventiventi
100% Lambrusco di Sorbara Metodo Charmat. Rosso brillante con riflessi violacei, questo spumante da Lambrusco di Sorbara vinificato in purezza con metodo Charmat lungo si presenta con un profilo aromatico intenso e accattivante. Al naso emergono profumi pieni e succosi, che richiamano la ciliegia nera matura e piccoli frutti rossi. In bocca colpisce per la sua vivacità gustativa, con un’acidità ben tesa e una spiccata mineralità che ne amplificano la persistenza. La struttura è compatta e avvolgente, con una consistenza quasi carnosa. Il gusto si sviluppa in modo coerente con l’olfatto, mantenendo il frutto al centro dell’esperienza, ricco senza essere istituzionale o prevedibile.

Lambrusco di Sorbara DOC Rio – Cantina di San Martino in Rio
Fondata nel 1907 da un gruppo di 29 soci, la cantina è una delle principali realtà cooperative della zona modenese e reggiana.  Da oltre 100 anni produce lambrusco Reggiano e Modenese e prodotti industriali per il settore vitivinicolo e alimentare. Oggi sono in grado di pigiare, all’anno, all’incirca 300mila quintali d’uva, che viene destinata al settore industriale e alla produzione di vino in bottiglia. 100% Lambrusco di Sorbara, il vino ha un brillante colore rubino chiaro brillante e bollicine eleganti e decise accompagnano intense sensazioni olfattive di fiori freschi e frutta rossa. L’ingresso al palato è vivace e fresco, con una piacevole acidità, la chiusura fruttata e perfettamente equilibrata.

Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC Vigne Vecchie – Cantina di Santa Croce
La Cantina di Santa Croce nacque nel 1907 come “Associazione fra i produttori di uve del territorio di S. Croce e limitrofi”. L’anno seguente 54 soci conferirono 5.900 quintali di uva. La loro fortissima identità si costruì attorno al vitigno locale che dà il nome al Produttore Vinificazione Lambrusco Salamino di S. Croce a denominazione di origine protetta, che in queste terre riesce a dare massima espressione di sé. Oggi la Cantina di Santa Croce conta oltre 250 soci ed ha una potenzialità di lavorazione pari a 170.000 quintali di uva all’anno. L’80% delle uve conferite proviene da vigneti a D.O.P. e I.G.P.. 100% Lambrusco Salamino vinificato in rosso, con macerazione e fermentazione con lieviti indigeni a temperatura controllata in presenza di vinacce. Fermentazione naturale metodo Charmat. Dopo la fase di presa di spuma, il vino viene lasciato sostare in autoclave a contatto con i lieviti di fermentazione.

Colli di Scandiano e di Canossa DOC Lambrusco Amarcord – Cantina Puianello
Nel 1938 cinque uomini fondarono Cantina Puianello. Successivamente, si unirono al progetto iniziale nuove famiglie, ispirando valori poi condivisi dalle nuove generazioni. Da allora, lo statuto stabilisce che solo le uve conferite dai soci possano essere impiegate nella trasformazione del vino, in un raro esempio di valorizzazione del territorio che da Scandiano sale verso Canossa. Le uve impiegate sono 100% Lambrusco Montericco vinificate con Metodo Charmat lungo: raccolta manuale, il mosto macera sulle sue bucce a bassa temperatura preservando gli aromi primari. Segue la fermentazione in vasche a temperatura controllata fino ai 50 g/l di zucchero e la successiva presa di spuma con metodo Charmat. La tecnica della mono fermentazione permette di esaltare le caratteristiche primarie del lambrusco Montericco. Veste rubino, sentori di amarene e lamponi, floreale di rosa e lillà. In bocca pieno e equilibrato, lunga piacevolezza sul finale.

Reggiano DOP Pra di Bosso Secco – Casali Viticultori
La storia di Casali Viticultori ha inizio nel 1900 quando Giuseppe Casali decise di trasformare la sua produzione famigliare in un’attività. La prima cantina, collocata a ridosso dell’antica Rocca dei Boiardo di Scandiano, divenne troppo piccola e così la sede si trasferì negli anni ’80 nell’attuale sede a Pratissolo di Scandiano. Diraspa-pigiatura e successiva macerazione delle uve. Fermentazione alcolica in acciaio a temperatura controllata e rifermentazione in autoclave. Si tratta di un blend composto da 40% lambrusco Montericco, 40% lambrusco Marani, 20% lambrusco Salamino vinificate con Metodo Charmat.

Lambrusco Reggiano Doc Spumante Labrusco Brut – Cantine Lombardini
Cantine Lombardini nasce a Novellara nel 1925. Oggi, alla quarta generazione, mantengono un DNA ricco di tradizioni, lavoro e grandi successi con il loro pluripremiato Lambrusco. 100% Lambrusco Salamino con Metodo Charmat, si presenta con un rosso intenso, vivace e profondo, accompagnato da una spuma vivace che ne esalta la brillantezza. Al naso sprigiona un profumo intenso e persistente, dominato da un marcato sentore di mora. Al palato risulta armonioso ed equilibrato, con una morbidezza avvolgente. Il gusto è pieno e ricco, caratterizzato da una persistenza notevole che lascia una lunga e piacevole impronta.

Reggiano DOC Spumante Metodo Charmat Concerto – Medici Ermete
Azienda arrivata ormai alla quinta generazione. Il concerto è un Lambrusco Reggiano  prodotto con la varietà principale di Lambrusco coltivata a Reggio Emilia, il Lambrusco Salamino. Il concerto è stato con la prima vendemmia nel 1993 è uno dei primi progetti di filiera del Lambrusco. Il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso, di straordinaria brillantezza. Al naso regala un bouquet ricco e vivace, dominato da intense note di frutta rossa fresca, come fragole, lamponi e ciliegie. L’impatto olfattivo è netto e pulito, con una notevole intensità e persistenza. Al palato risulta secco, ma al tempo stesso fruttato e rotondo, con una freschezza che lo rende vivace e armonioso. Colpisce per la sua pulizia gustativa e per l’eccellente equilibrio tra l’acidità e la presenza ben dosata dei tannini.

Lambrusco Modena DOC For.Mo.Sa  Rosé – Cantina Formigine Pedemontana
La storia della cantina inizia il 14 maggio 1920, quando 49 agricoltori della zona fondarono la Cantina Sociale di Formigine. Il nuovo stabilimento, inaugurato nel 2006, è stato concepito con soluzioni all’avanguardia, la secolare esperienza della vinificazione tradizionale con la ricercatezza del gusto moderno. 100% Lambrusco Grasparossa: diraspa-pigiatura soffice, vinificazione in rosato, fermentazione a freddo. Spumantizzazione in autoclave (metodo Charmat lungo) a temperatura controllata.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP I vini del re – Cantina Settecani
Erano appena 48 gli agricoltori che fondarono Cantina Settecani nel 1923, oggi sono 130. Nell’area di Castelvetro e dei comuni limitrofi, la realtà imprenditoriale mantiene lo spirito di una grande famiglia e propone vini dagli elevati standard qualitativi mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo. 100% Lambrusco Grasparossa: di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, profumo fruttato intenso, di frutti di bosco maturi. Di buon corpo persistente, morbido, fresco ed avvolgente. Si sposa mirabilmente con primi e secondi piatti saporiti.

Al termine ogni calice degustato ha riportato al centro quella leggerezza tanto cara a Calvino: non superficie, ma profondità vissuta con grazia. Un’idea di vino che non pretende di spiegare tutto, ma invita a sentire, scoprire, lasciarsi sorprendere.

Sulla Skyway: leggerezza e visione

Nel pomeriggio, i festeggiamenti sono proseguiti in quota. Con la Skyway Monte Bianco, un viaggio spettacolare tra ghiacciai e cielo. La prima tappa è stata al Pavillon – The Mountain, dove si è tenuta una tavola rotonda sul tema della leggerezza, moderata dal giornalista Luciano Pignataro. Un confronto tra produttori, comunicatori del vino, chef stellati, responsabili di sala e voci autorevoli del mondo del vino (tra cui Gabriele Gorelli) sul senso del Lambrusco oggi: vino democratico, gioioso, mai banale. Presenti alla tavola rotonda Heinz Beck, Paolo Griffa, Pascal Tinari, Cecilia Lombardini e Alessandro Medici.

Foto di Sebastien Montaz

Il brindisi a quasi 3.500 metri di quota

Il programma è proseguito con la salita a Punta Helbronner, a quota 3.466 metri, dove il Lambrusco ha letteralmente raggiunto le vette. In cima, tra ghiacciai perenni e cielo, si è tenuto un brindisi simbolico: calici di bollicine dai colori magnetici e l’apertura ufficiale di una forma di Parmigiano Reggiano, altro ambasciatore dell’eccellenza emiliana. Qui, le bolle del Lambrusco arrivate in quota hanno trovato espressione concreta: leggere, vive, capaci di portare in alto tanti racconti di passione ed eccellenza. Un’emozione unica sul doppio binario dell’allegria delle bollicine e del silenzio delle vette: vedere da vicino il massiccio del Monte Bianco, e lasciarsi incantare dalla vista del Dente del Gigante che taglia il cielo sono stati momenti unici, sempre con un calice di Lambrusco in mano.

La cena stellata

A seguire, la discesa al Pavillon per la serata conclusiva: una cena stellata a quattro mani firmata dagli chef Heinz Beck e Paolo Griffa, che hanno interpretato la cucina d’alta quota con creatività e rigore. Ogni piatto è stato accompagnato da una selezione di Lambruschi, in un dialogo perfetto tra cucina gourmet e vino popolare, che ha esaltato l’anima elegante e sorprendente del Lambrusco.

Planare sopra la vita con un calice in mano

Il World Lambrusco Day 2025 ha dimostrato quanto il Lambrusco rappresenti una voce capace di parlare al mondo. Planare sulla vita è un viaggio magnifico: e farlo con un calice di Lambrusco in mano, ai piedi del Monte Bianco, è qualcosa di unico.

La foto di apertura è di Roland Pircher

Sara Missaglia
Sara Missaglia

Giornalista, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore dell’Associazione Italiana Sommelier è milanese DOCG (Ambrogino d’oro 2018) e ama la Valtellina, che ha conosciuto e frequentato sin da bambina. Racconta di vino e dintorni per alcune riviste e testate giornalistiche, collaborando alla redazione delle Guide Vitae e Viniplus. È autrice del libro “Valtellina. In alto i calici” edito da Bellavite Editore. Esperta di comunicazione, è docente abilitato ai corsi AIS, wine educator in ambito enogastronomico, Degustatore Esperto della Regione Lombardia e Visiting Professor presso la Scuola di Enologia di San Michele all’Adige. È inoltre commissario degustatore in alcuni concorsi sul territorio nazionale e organizza eventi per la diffusione e la promozione della cultura del vino. Si occupa infine di copywriting e naming design nel marketing e nella comunicazione social e web. Vive a Milano dove è nata ma, appena possibile, lascia la city e, con passione e desiderio di nuove scoperte, torna sempre in vigna.

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