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Vini del Mondo
23/07/2025
Di Barbara Turchi

Il Riesling e le sue declinazioni

Se si immagina di avere sete in Germania, la prima cosa che compare agli occhi della mente è un boccale spumoso di birra, ma se si è un pochino più originali e curiosi, non si può non pensare che la Germania è zona ricca di vigneti in grado di donare vini pregevoli, primo tra tutti il Riesling.
Come affermano Johnson e Robinson nel loro libro Atlante mondiale dei vini “il Riesling è per i bianchi ciò che il Cabernet Sauvignon è per i rossi: dà vini molto diversi a seconda della zona in cui è coltivato e invecchia magnificamente per molti anni”. Con un clima prevalentemente continentale e nette escursioni termiche tra il giorno e la notte i vini bianchi come il Riesling sono in grado di acquisire una intensità e una finezza di profumi tali da renderli unici, liberando note di mela verde, di pesca e albicocca, melone, mela cotogna, ribes bianco, lime, frutti esotici come il mango e la papaia, pepe rosa e miele, frutta secca e caramello. Alla fine del Novecento il Riesling ha subìto un calo di apprezzamento nei gusti, essendo considerato un vino dal residuo zuccherino troppo elevato in un contesto di maggiore apprezzamento dei vini secchi. Questo, unito alla difficoltà di coltivazione in siti con una pendenza tale che alcuni vigneti hanno bisogno di monorotaie per essere lavorati, ha portato all’abbandono di ampie zone vitate a Riesling.

Trocken, Halbtrocken, Spätlese, Auslese, BA, TBA: il Riesling e la sua eleganza sono tornati in auge

Da qualche anno, però, alcuni lungimiranti produttori hanno ripreso una produzione di qualità. A seconda della zona in cui il Riesling è coltivato è in grado di dare vita a vini con grandi diversità sensoriali, toccando note aromatiche floreali, fruttate e sentori minerali, mentre con l’invecchiamento e il conseguente affinamento acquisisce la nota di idrocarburo che spesso lo caratterizza. Essendo coltivato tra brume e nebbie, la sua versione botritizzata è spesso grandiosa e l’alta acidità bilancia perfettamente la dolcezza. I terreni amati dal Riesling sono principalmente le ardesie che, a seconda delle componenti minerali, danno vita ad ardesie rosse, ricche di ossidi di ferro in grado di regalare vini di grande ricchezza aromatica, con sentori di miele, albicocca, spezie, oppure ardesie blu, ricche di rame che originano vini di struttura e ricchi di fragranza, o ancora ardesia grigio-nera con rocce calcaree e quarzite, che dona vini minerali e austeri e con sentori di mela verde.

A spasso per vigneti e cantine

Si può quindi decidere di programmare un bel viaggio in Germania, reale o virtuale, seguendo i filari di Riesling tra Mosella, Saar, Nahe, Rheingau, Rheinhessen, Pfalz alla ricerca dei vini che più piacciono, in un divertente e appagante rimando di sentore e gusto a seconda delle zone e delle lavorazioni, iniziando con un Riesling Sekt Brut Nature 2022 della cantina R. Prüm di Wehlen, nella Mosella Centrale, una bollicina fresca, sapida, elegante, con sentori agrumati e di albicocca, oppure degustando un Kabinett della Ruwer come il Riesling Kaseler Nies’chen  Erben von Beulwitz 2020 regalo di vigne vecchie di cento anni (il Riesling spesso è a piede franco grazie alla protezione che le ardesia hanno saputo garantire), con sentori di pesca e uva spina e una nota di zucchero a velo e di arancia, oppure uno Spätlese come il Riesling Wehlener Sonnenhur Goldkapsel Dr. Hermann 2021, anche qui siamo in Mosella centrale, un vino da vendemmia tardiva in grado di leggere perfettamente il territorio, con sentori di mela gialla, di pesca e albicocca, frutto della passione, zenzero, con una acidità bene integrata e finale lungo. E ancora un Feinherb della Saar come il Riesling Niedermenninger Herrenberg  Hofgut Falkestein 2020 da vigne di 50-60 anni, con lieviti indigeni e poca solforosa e con una dolcezza data dal residuo zuccherino di 24 g/l bilanciato dalla acidità e dalla mineralità, con profumi di fiori bianchi, uva spina, pesca bianca ed erbe aromatiche in grado di ricordare un fresco e metallico Chablis. Oppure uno Spätlese Trocken come il Riesling Kallstadter Saumagen Bernd Philippi 2016 dove questo storico viticoltore morto a 73 anni nel 2023 e in grado di incarnare per anni l’anima della Pfalz  raccoglieva a maturazione tardiva e faceva svolgere totalmente gli zuccheri regalando un vino secco, corposo, con sentori di idrocarburi, miele e frutta matura, per continuare con un Beerenauslese Thörnicher Ritsch Weingut Geiben 2010 con un residuo zuccherino di 200-220 g/l sostenuto da una ottima acidità che gli evita la stucchevolezza regalando note piacevoli di pera e albicocca, frutta matura e confettura, note di limone candito, fichi e frutta secca e facendoci viaggiare tra le nebbie dei declivi collinari che scendono verso la Mosella e che ci fanno assaporare tutto il buono della Botrytis cinerea. O, ancora, spingersi fino ad un Eiswein come il Richter Mülheimer Helenenkloster 2016 prodotto da Max Ferd nella Mosella centrale a Bernkastel, in grado di sostenere un residuo zuccherino che può arrivare anche a 320 g/l donando sentori da meditazione pura.

Un basso tasso alcolico

Una ultima considerazione di attualità: questi non sono solo ottimi vini, ma dati gli zuccheri spesso non totalmente svolti, in molti pregevoli Riesling ritroviamo un titolo alcolometrico tra 8-12% unendo in maniera naturale un gusto impeccabile e un basso tenore alcolico che risponde, senza seguire la moda ma continuando nel solco della tradizione, alle nuove richieste dei consumatori.

Barbara Turchi
Barbara Turchi

Studi classici, una laurea in Odontoiatria, curiosa di letture, di viaggi, di cibi e di culture. Diventare Sommelier AIS è stato un cammino naturale lungo il percorso della rivalutazione di antiche ricette e della scoperta di piatti distanti dal nostro quotidiano. Quando ho tempo leggo gialli, studio il coreano, realizzo ricette, cerco vini insoliti. In famiglia mi seguono curiosi e anche un po’ preoccupati.

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