Suvereto e Val di Cornia Wine, un piccolo scrigno enologico vicino Bolgheri

Immerso tra le dolci colline della Val di Cornia, Suvereto è un gioiello medievale della Toscana che incanta con la sua storia, la sua bellezza ed i suoi vini spesso troppo poco conosciuti. Passeggiare per le vie acciottolate di Suvereto significa fare un tuffo nel passato: le antiche mura, le case in pietra e le chiese romaniche narrano secoli di storia, mentre la natura circostante regala paesaggi mozzafiato tra boschi di sugheri (da cui il nome del paese) e vigneti rigogliosi. Il territorio di Suvereto beneficia di un microclima ideale per la viticoltura: le brezze marine provenienti dal vicino Mar Tirreno mitigano le temperature, mentre il suolo ricco di minerali conferisce ai vini caratteristiche uniche di struttura e complessità. Qui il Consorzio tutela vini Dop Suvereto e Val di Cornia Wine nasce sulla spinta di una rinnovata voglia di comunità manifestata da una ventina di produttori durante la pandemia poi istituzionalizzato in consorzio nel settembre 2021.

Le denominazioni (tutte “erga omnes”) che insistono sul territorio sono Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc. Il Consorzio si è fin da subito impegnato nelle necessarie attività di promozione e tutela con l’obiettivo di incrementare riconoscibilità e qualità percepita delle denominazioni tutelate e riorganizzare la piramide qualitativa della Val di Cornia, mediante un riallineamento dei disciplinari di produzione all’attuale composizione ampelografica e produttiva dell’area. Attualmente il Consorzio conta 28 aziende iscritte, dislocate in tutta la Val di Cornia, e nei comuni di Campiglia Marittima, Monteverdi Marittimo, Piombino, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto e proprio qui è nato il Redigaffi, primo vino italiano a prendere 100/100 Robert Parker. L’annata in commercio di questo celebre merlot era il 2000 (da vigne piantate nel 1988) e deve il suo nome a un piccolo torrente che scorre vicino alla proprietà. La storia vuole che Rita Tua e Virgilio Bisti sottrassero alla produzione del già conosciuto Giusto di Notri due barriques di merlot che poi scompigliarono le carte nel mondo del vino prodotto in Italia grazie al riconoscimento concesso dal più famoso critico americano. In questi 30 anni il territorio di Suvereto ha cercato di trovare un posizionamento adatto con la difficoltà di essere sempre affiancato al vicino Bolgheri e anche le attuali 2 Docg e 1 Doc non hanno aiutato a far chiarezza, almeno fino a oggi e grazie all’impegno di alcuni produttori che sempre più hanno deciso di investire sul territorio e sulle denominazioni di riferimento che vi raccontiamo qui di seguito (in ordine temporale).

Val di Cornia Doc
La denominazione nata nel 1989 comprende in tutto o in parte il territorio dei sei comuni che compongono la Val di Cornia. Accanto alle tipologie Bianco (vermentino min. 50%) e Rosato (sangiovese min 40%), il disciplinare prevede otto tipologie monovarietali (con almeno l’85% del vitigno), quali ansonica, ansonica passito, vermentino, cabernet sauvignon, ciliegiolo, merlot, sangiovese. A queste si aggiunge l’aleatico passito (per il quale è richiesto il 100%)
Suvereto Docg
Riconosciuta Docg nel 2011 per elevazione della sottozona Suvereto prevista nel Val di Cornia Doc, interessa solo il territorio di Suvereto. Merlot, cabernet sauvignon e sangiovese sono le tipologie monovarietali previste (minimo 85% del vitigno) a cui si aggiunge il blend tra cabernet sauvignon e merlot (da soli o congiuntamente minimo 85%). I vini possono essere messi in commercio dopo il 1° giugno del secondo anno successivo alla vendemmia, mentre per la menzione riserva si deve attendere il 1° gennaio del terzo anno successivo oltre che un periodo di affinamento in rovere di diciotto mesi più sei mesi in bottiglia.
Rosso della Val di Cornia Docg
Riconosciuta Docg nel 2011 per elevazione della tipologia Rosso prevista nel Val di Cornia Doc interessa solo il territorio di quest’ultima. È prevista solo una tipologia composta da Sangiovese (minimo 40%), cabernet sauvignon e merlot (da soli o congiuntamente al 60%), da integrare con un 20% massimo di altri vitigni a bacca rossa autorizzati dalla Regione Toscana. I vini possono essere messi in commercio dopo il 1° maggio del secondo anno successivo alla vendemmia, mentre si deve attendere il 1° gennaio del terzo anno successivo per la versione riserva che richiede, inoltre, un periodo di affinamento in legno di diciotto mesi più sei mesi in bottiglia.

Il territorio
Solo 819 ettari (al 2024) per questo piccolo Consorzio con 2 Docg e 1 Doc suddiviso sui comuni di Campiglia marittima (196 ettari) Monteverdi marittimo (61 ettari), Piombino (170 ettari), San Vincenzo (36 ettari), Sassetta (6 ettari) e Suvereto (346 ettari) dove prevalgono cabernet sauvignon (156 ettari), sangiovese (148 ettari), merlot (147 ettari), vermentino (102 ettari), cabernet franc (51 ettari) e syrah (49 ettari). Qui le colline metallifere segnano il confine tra le province di Grosseto e Livorno dove insiste il consorzio, a sud del Monte Amiata: la Val di Cornia è infatti il lembo meridionale della provincia di Livorno e prende il nome dall’omonimo fiume. L’area comprende i comuni di Campiglia Marittima, Monteverdi Marittimo, Piombino, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto, quest’ultima ritenuta la Capitale enologica della Val di Cornia.

Le cantine che fanno parte del consorzio: 28 soci
Bulichella, Carlini Lorenzo, Colle Vento, Frascolla Giovanni, Gualdo del Re, Il Bruscello, Il falcone, Incontri, La fralluca, Macchion dei lupi, Montepeloso, Monte solaio, Petra, Petricci e del pianta, Poggio Banzi, Rabitti Flavio, Renis, Rigoli, San Rocco, Sant’Agnese, Sasso Orlando, Tenuta Casadei, Tenuta di Monterufoli, Tenuta la batistina, Terradonnà, Terravita, Tua Rita e Valdamone

Elisa Bonaparte e il vigneto sperimentale
Prima di dedicarci ai migliori vini degustati e individuati negli oltre 50 degustati, vogliamo raccontarvi il lavoro fatto qui per volere di Elisa Bonaparte, Principessa di Lucca e Piombino, arrivata nel 1805 insieme al marito Felice Baciocchi per governare la Costa della Toscana. Un tempo certamente breve ma utile per avviare una mini rivoluzione tra bonifiche, strade, assistenza sanitaria e sviluppo dell’agricoltura attraverso l’introduzione di alcune varietà come pinot nero, brun fourca, mourvèdre, ugni blanc (trebbiano di Toscana), pinot grigio, zibibbo, moscatellone di Spagna e probabilmente anche chardonnay. Un vero e proprio campo sperimentale avviato dalla sorella di Napoleone che voleva creare vini di alta fascia e più facili da vendere sul mercato. Dopo la caduta dell’Impero si ritirò a Monfalcone dove morì il 7 agosto 1820.
La degustazione
Nel corso di due giorni a Suvereto abbiamo visitato Bulichella, Gualdo del Re, Rigoli, Petra e Il Falcone e poi degustati oltre 50 vini delle aziende rappresentate dal Consorzio che vede tra le uve simbolo il vermentino (che qui arriva dalla Spagna e che si è insediato nella maremma grossetana già da diversi anni) e poi gli internazionali (come il merlot, il syrah e il cabernet sauvignon). Tra i migliori assaggi di vermentino segnaliamo Pian di Seta di Monterufoli Toscana Bio IGT 2023 (Tenute del Cerro), Tuscanio Costa Toscana IGT 2022 (Bulichella), Costa Toscana IGT 2021 (Gualdo del Re). I sangiovese Montepitti DOC Val di Cornia 2022 (Rigoli Vini) e Ciparisso 2020 (La Fralluca) e poi gli internazionali come il syrah di Suvereto, Toscana IGP 2021 (Renìs), il cabernet sauvignon Remy Costa Toscana 2020 (Poggio Banzi), Cabernet Franc, IGT Toscana 2021, (Tenuta Casadei), il merlot Quercegobbe 2022 (Petra) e infine, frutto del blend di merlot e petit verdot, il Lodano Toscana IGT 2021 (Tua Rita).
