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Arte
23/10/2025
Di Alessia Cipolla

Palladian Mood: vino e bellezza

Il Consorzio Asolo Montello ha festeggiato i suoi primi 40 anni a Villa Barbaro a Maser (TV), un capolavoro architettonico e artistico del Rinascimento veneto

Le ville venete, conosciute in tutto il mondo, andrebbero visitate in tutte le stagioni. D’inverno con i giardini spogli e magari la neve che attutisce tutti i suoni; in primavera con il profumo dei roseti e le giornate di cielo blu infinito o d’estate con il sole che ruggisce sospendendo il tempo sulle meridiane. E poi vi è l’autunno, o meglio l’inizio dell’autunno, quando il sole ancora scalda, promettendo mitezza dalle logge, mentre la luce si riflette sugli antichi pavimenti di frammenti di pietra, inondando gli affreschi alle pareti, animandoli.
In una di queste giornate pre-autunnali si è svolto l’evento “Elevate your choice: vino, bellezza, territorio” all’interno di Villa Maser per festeggiare i 40 anni del Consorzio Asolo Montello con i banchi d’assaggio dei produttori di Asolo Prosecco Superiore Docg, Montello Docg e Montello Asolo Doc e con due degustazioni di Armando Castagno.

Un patrimonio inestimabile

Le ville venete sono in tutto 4300 di cui circa 3.807 nel Veneto e 436 in Friuli-Venezia Giulia, su un vasto territorio che va dal Garda all’Isonzo, dalle Dolomiti all’Adriatico, ossia le antiche Terre delle Venezie. Sorte tra il XV e il XVIII secolo rappresentano un progetto politico della Serenissima, noto come la “Civiltà delle Ville Venete” in seguito alla conquista di province come Vicenza, Padova e Verona. Queste dimore erano centri di attività produttiva ma anche luoghi di otium letterario e rifugio dalla città, riflettendo la nuova attenzione dei patrizi veneziani verso l’agricoltura e la terraferma.
Nei secoli hanno presidiato il territorio, ma lo hanno anche salvaguardato e fatto vivere, nonostante, talvolta, l’abbandono e l’assalto edilizio circostante.

Vino, bellezza e territorio

Avere a disposizione queste meraviglie architettoniche per promuovere i prodotti del territorio, non è cosa da poco. Così ha fatto il Consorzio Asolo Montello offrendo ai numerosi visitatori, tra i quali tanti i giovani presenti, la possibilità di incontrare i produttori del Consorzio posti tra le splendide barchesse e il giardino di Villa Maser.
Michele Noal, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello, ha dichiarato: “La nostra strategia è puntare su tre elementi distintivi. Abbiamo un territorio che concentra bellezze che tutto il mondo di invidia, come la Gypsoteca di Antonio Canova, che qui nacque, la Villa di Maser, progettata da Andrea Palladio, il borgo di Asolo e l’Abbazia di Sant’Eustachio, solo per citarne alcune. Abbiamo molte attrattive per il turismo sportivo, come la possibilità di fare parapendio, bike, escursionismo e il turismo culturale, grazie ai Percorsi della Grande Guerra. Un patrimonio che ci consente di avere una grande propensione turistica, elemento sul quale vorremmo puntare anche in futuro”.

Villa Maser

L’opera di Andrea Palladio (Padova 1508-Vicenza 1580) ha caratterizzato l’architettura mondiale, fino all’Ottocento, generando il fenomeno del palladianesimo, diffuso in Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Non è un semplice stile, ma un approccio sistematico e scientifico che si fonda sulla riscoperta dei canoni classici e sulla loro rigorosa applicazione, unita a una profonda considerazione della funzionalità pratica ed economica degli edifici. Il metodo si basa su principi fondamentali dell’architettura antica e rielaborati in modo originale per soddisfare le esigenze della nobiltà veneta del Cinquecento. Certo se non avesse avuto come committenti la celebre famiglia Barbaro e, soprattutto, Daniele traduttore de “I dieci libri dell’architettura” di Vitruvio (nel 1556), forse le cose per Villa Maser sarebbero andate diversamente.

Ne “I Quattro Libri dell’Architettura” (1570) Palladio ricercava la bellezza (Venustas) attraverso la forma e la corrispondenza armonica del tutto alle parti come anche la simmetria, con una sala posta sull’asse centrale dell’edificio e un’assoluta simmetria tra gli ambienti minori ai lati, frutto di proporzioni matematiche. Il grande architetto era abile nel risolvere le irregolarità spaziali e contestuali pur restando fedele ai canoni classici: creò un nuovo modello di casa di campagna, la “villa fattoria”, che eliminò la distinzione tra ville “padronali” e “rustiche”, unendo le due forme in un corpo unitario. L’elemento centrale era l’edificio del proprietario, al quale sono uniti simmetricamente gli edifici di servizio.
Palladio aveva colto la bellezza delle campagne venete, valorizzandole in funzione della villa, creando una simbiosi inscindibile tra architettura e paesaggio agrario. Maser, per esempio, è concepita in virtù di approfonditi studi prospettici e scenografici.
Gli affreschi di Paolo Veronese (eseguiti probabilmente tra il 1560 e il 1561) sono un elemento fondamentale del richiamo culturale della villa. Egli ricrea affreschi raffiguranti paesaggi all’antica, utilizzando l’illusione ottica per simulare finestre aperte su vedute esterne o porte che si aprono. Questi paesaggi sono un misto di fantastico e reale, popolati da rovine antiche, scene di vita campestre, uomini che lavorano la terra, animali, cani da caccia, cavalieri e soldati. L’armonia del luogo e l’eleganza dell’ambiente circostante, fertile e coltivato a vite, si riflettono nell’architettura e nelle decorazioni.
Maser è un luogo che emoziona e sorprende sempre i visitatori che, rapiti dalla sua bellezza, sono ben predisposti alla degustazione.

Paolo Veronese, Sala dell’Olimpo, Villa Barbaro

Arte e vino

“Il rinascimento veneto tra colore, ombre, mistero e pathos” è stato il titolo della degustazione pomeridiana a cura di Armando Castagno che ha costruito un percorso artistico e culturale tra i vini rossi della zona e una selezione di artisti che hanno fatto grande la storia dell’arte locale e mondiale. A iniziare è stata l’Azienda agricola Colmello con la Recantina, vitigno autoctono che sta vivendo una bella riscoperta, Pat del Colmèl messa in relazione con Giovanni Bellini (Venezia, 1430 circa – 1516) e la sua morbida compostezza classica. La recente scomparsa del giovane Matteo Forner, proprietario dell’azienda, ha commosso il pubblico messo di fronte alle Madonne con Bambino dell’artista veneto.

Un’altra Recantina, l’Augusto di Giusti Wine, è stata associata al magnifico Tiziano (Pieve di Cadore 1488/1490– Venezia1576) con le sue sinuose figure immerse nello sfumato paesaggio veneto. È stata poi la volta dell’Azienda agricola Sartor Emilio con il rosso Campo del Pra, Cabernet sauvignon, Merlot e Cabernet franc associato alla profondità misteriosa di luce e prospettiva dei quadri del Tintoretto (Venezia 1518 – Venezia 1594). Si è passati così al San Carlo di Case Paolin, un Cabernet sauvignon e Merlot, perfettamente interpretato dagli affascinanti chiaroscuri caravaggeschi del pittore Carlo Saraceni (Venezia 1579 ci– Venezia 1620). Al Merlot La Ida della storica produttrice Ida Agnoletti è stata associata un’artista poco conosciuta ma dall’intenso e magnifico chiaroscuro, Giulia Lama (Venezia 1681 – Venezia 1747). E per finire il Capo di Stato di Loredan Gasparini, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Malbech e Merlot è stato messo in relazione con la maestria delle vedute veneziane del Guardi (Venezia 1712 – Venezia 1793).

Al piano di sopra, Paolo Veronese e i Barbaro, affacciati alle balaustre, controllavano, severi, che il vino, il paesaggio e la bellezza fossero ben comunicati. Missione più che compiuta.

Paolo Veronese, Figure appoggiate alle balaustre, Villa Barbaro
Alessia Cipolla
Alessia Cipolla

Architetto, Sommelier AIS dal 1992, food designer e storica della gastronomia, nel 2003 ha fondato a Milano Studio Archipass e nel 2009 La Costruzione del Gusto, un gruppo di lavoro multidisciplinare che realizza progetti per il mondo del gusto, della tavola e dell’ospitalità. È autrice del libro “Il Progetto della Tavola. Costruire lo spazio della convivialità” edito da Franco Angeli. Insegna al Master di Food Design ed è docente a contratto nel Corso di Laurea in Gastronomia, Ospitalità e Territori dell’Universitas Mercatorum nel corso di Progettazione e Gastronomia. Ha ideato, curato e allestito “Note di pranzi - I menu nella storia”, una mostra itinerante che espone una tra le più importanti collezioni private italiane di menu storici dal 1800 a oggi. Scrive per riviste del settore f&b dal 2008. La passione per la cultura enogastronomica e la sua storia come anche per la progettazione le hanno permesso di avere un punto di vista privilegiato sul mondo del Gusto sospeso tra architettura, design ed enogastronomia.

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