Vitae Online logo Vitae Online
  • Vitae Online logo Vitae Online
  • Home
  • Il Vino
    • Vini d’Italia
    • Vini del Mondo
  • Sostenibilità
    • Environment ESG
    • Social ESG
    • Governance ESG
  • Assaggi
    • Vino
    • Olio
    • Birra
    • Spirits e non solo
    • Acqua
    • Fumo Lento
  • Food
    • Abbinamenti
    • Chef e Ristoranti
    • Cucina di Tradizione
    • Eccellenze
    • Innovazione
    • Materia Prima
  • Territori
    • Enoturismo
    • Paesaggio
    • Lifestyle
    • Viaggio
  • Personaggi e Storie
  • Sommelier e Pro
    • Trend e Mercati
    • Comunicazione e Personal Branding
    • Vita da Sommelier
  • Vino e Cultura
    • Architettura
    • Arte
    • Cinema
    • Storia
    • Società
  • Eventi AIS
  • AIS Italia
Paesaggio
23/12/2025
Di Giovanni Solaroli

Un Natale tra i vigneti

Era una fredda mattina di dicembre quando Giulia ricevette l’invito. Seduta al suo scrittoio, con una tazza di caffè fumante tra le mani, osservava i fiocchi di neve che danzavano fuori dalla finestra. Sulla mensola accanto alla finestra brillava il diploma di Miglior Sommelier d’Italia AIS conquistato solo due mesi prima al Concorso Nazionale, primo posto su oltre venti partecipanti: un risultato che ancora la emozionava.

Il suo sguardo cadde sulla busta color crema appoggiata sulla scrivania. L’elegante calligrafia dorata recitava: “Dott.ssa Giulia Rossi”. Con curiosità, aprì la busta ed estrasse un cartoncino decorato con motivi natalizi. L’invito la lasciò senza fiato: “In riconoscimento del suo eccellente risultato al Concorso Nazionale AIS, è con grande piacere che la invitiamo all’esclusivo evento ‘Brindisi tra i Vigneti’ dal 23 al 26 dicembre presso la Tenuta Bellosguardo nel Chianti. Un’opportunità riservata ai migliori talenti emergenti della sommellerie italiana.” Giulia rilesse più volte. Tutti quegli anni di preparazione, le ore passate ad affinare il palato, lo studio appassionato dei territori del vino stavano dando i loro frutti.

Ripensò al momento della premiazione, quando il presidente dell’AIS le aveva detto: “Lei ha dimostrato non solo competenza tecnica, ma vera passione. Continui così.” La Tenuta Bellosguardo era un nome leggendario nel mondo del vino, e ora lei era stata scelta per rappresentare la nuova generazione di sommelier italiani. Il 23 dicembre, mentre guidava verso la tenuta attraverso le colline del Chianti, Giulia rifletteva sul suo percorso. Dal primo corso AIS frequentato per passione, attraverso i tre livelli di formazione, fino alle competizioni regionali e poi nazionali. Il paesaggio invernale del Chianti si apriva davanti a lei come una promessa: filari ordinati ricoperti di brina, cipressi che punteggiavano le colline, borghi medievali in lontananza.

Ad attenderla c’era Matteo, il giovane proprietario della tenuta. Alto e affascinante, con occhi verdi che ricordavano le foglie della vite in primavera, le sorrise calorosamente. “Benvenuta, dottoressa Rossi. Ho seguito la sua performance al concorso AIS. La prova di degustazione alla cieca è stata magistrale. È raro vedere tanta precisione in qualcuno così giovane.” Giulia arrossì leggermente. “Grazie, è un onore essere qui. La vostra tenuta è un punto di riferimento per tutti noi sommelier.”

“Abbiamo invitato solo i finalisti del concorso,” continuò Matteo mentre l’accompagnava alla sua stanza. “Crediamo nell’importanza di sostenere i giovani talenti che rappresentano il futuro del vino italiano. E lei, con quel primo posto conquistato con tanta grazia e competenza, ha impressionato tutti noi.”

All’aperitivo di benvenuto, Giulia si ritrovò circondata da volti familiari: c’erano altri finalisti del concorso, tutti giovani professionisti che come lei avevano dedicato anni alla formazione nel mondo del vino. Carlo, un anziano enologo e storico giudice AIS, la prese da parte. “Sai, cara Giulia, ho apprezzato molto come hai descritto quel Barolo nella prova finale. Hai colto sfumature che molti esperti avrebbero mancato.”

“Forse,” continuò Carlo con un sorriso enigmatico, “sei la persona giusta per apprezzare la leggenda del vino perduto di Bellosguardo. Si narra che oltre un secolo fa, il bisnonno di Matteo creò un vino straordinario, il migliore mai prodotto in queste terre. Ma la ricetta andò perduta durante la guerra, insieme all’ultima bottiglia. Alcuni credono sia ancora nascosta nella tenuta. Un vino che solo un vero intenditore potrebbe apprezzare nel suo giusto valore.”

I giorni seguenti furono intensi: degustazioni guidate, masterclass con produttori rinomati, confronti tecnici con gli altri giovani sommelier. Giulia si sentiva nel suo elemento, circondata da persone che condividevano la sua stessa passione e che, come lei, avevano investito tempo ed energie per diventare professionisti del vino. La mattina della Vigilia, durante una passeggiata solitaria tra i vigneti cristallizzati dalla brina, Giulia notò qualcosa di particolare. La sua formazione AIS le aveva insegnato a osservare ogni dettaglio: un vecchio filare con un sistema di allevamento diverso, viti centenarie che raccontavano storie antiche. Si avvicinò a una vite particolarmente nodosa, il cui tronco cavo sembrava nascondere qualcosa.

Con cautela, infilò la mano nell’apertura e le sue dita sfiorarono qualcosa di freddo e liscio. Estrasse una bottiglia antica, coperta di polvere e ragnatele. L’etichetta era quasi illeggibile, ma si distingueva ancora una data: 1899. Il cuore le batteva forte: poteva essere davvero il vino leggendario? “Vedo che l’istinto del vero sommelier ti ha guidata.” La voce di Matteo la fece sobbalzare. Si voltò e lo vide sorridere con dolcezza. “Non è un caso che sia stata tu a trovarla. Durante il concorso AIS, hai dimostrato non solo tecnica ma anche intuito, quella capacità di andare oltre che distingue i grandi sommelier. Mio bisnonno avrebbe apprezzato.”

Quella sera, nella sala magnificamente addobbata con l’albero di Natale scintillante e il camino acceso, Matteo si alzò con la bottiglia centenaria. “Amici, colleghi, questa sera viviamo un momento storico. Grazie all’intuito di Giulia, una delle nostre più promettenti giovani sommelier, possiamo assaggiare un pezzo di storia. Brindiamo a lei e a tutti voi che con passione e dedizione state portando avanti la grande tradizione vinicola italiana!” Quando il vino fu versato nei calici, Giulia utilizzò tutto ciò che aveva appreso nei corsi AIS e affinato nelle competizioni. Il colore granato con riflessi aranciati, il profumo complesso con note di frutta sotto spirito, spezie dolci, cuoio e tabacco. Al palato, una struttura ancora incredibilmente integra, tannini setosi, un finale che sembrava non finire mai. Era un capolavoro che solo anni di formazione e pratica le permettevano di apprezzare pienamente.

Guardando Matteo mentre brindava, Giulia sentì che quel momento era più di una semplice degustazione. Era il coronamento di un percorso iniziato anni prima, quando aveva deciso di trasformare la sua passione in professione.

La sera prima della partenza, Matteo la invitò nella biblioteca della tenuta. “Giulia, questi giorni mi hanno fatto riflettere. La tenuta ha bisogno di rinnovarsi, di abbracciare il futuro senza dimenticare la tradizione. Questi giorni mi hanno convinto di una cosa: il futuro di Bellosguardo passa anche dalla capacità di raccontarsi e di valorizzare il proprio patrimonio umano e viticolo. Vorrei affidarti un ruolo nuovo in azienda: quello di responsabile dell’ospitalità enoturistica e del racconto del vino, un ponte tra la cantina, gli ospiti e i professionisti che arrivano qui da tutta Italia.

Giulia rimase sorpresa. “È un’offerta incredibile, ma…” Matteo le prese delicatamente le mani. “So che è una decisione difficile da prendere su due piedi, ma in questi giorni ho visto in te non solo una professionista competente, ma una persona speciale. La tua passione, la tua dedizione, il modo in cui hai conquistato quel primo posto con umiltà e grazia…”

Il cuore di Giulia batteva forte. In pochi giorni, quel Natale tra i vigneti le aveva portato più di quanto avesse mai sperato. “La formazione AIS mi ha insegnato a riconoscere l’eccellenza nel vino,” disse sorridendo, “ma forse mi ha anche insegnato a riconoscerla nelle persone.”

Guardando negli occhi di Matteo, Giulia vide un futuro pieno di possibilità. Un futuro dove la passione per il vino si intrecciava con qualcosa di ancora più prezioso: la possibilità di trasmettere quella passione ad altri, di costruire qualcosa di importante, e forse, chissà…

Le foto sono nell’ordine di Mariia Savchenko, Marek Mucha, Sven Wilhelm, Chad Madden e Doriana Popa su Unsplash.

Giovanni Solaroli
Giovanni Solaroli

Si interessa al vino più per spirito di ribellione che per autentico interesse. Come in ogni famiglia proletaria, a casa il bottiglione di vino non mancava mai; con il medesimo contenuto si condiva poi l’insalata. Spacciare lo spunto acetico per robustezza di carattere non gli andava proprio. Decide di intraprendere i corsi per sommelier, che conclude nel 2001. La sua formazione in AIS prosegue: dapprima degustatore, poi relatore. Per cinque anni è stato referente della Guida Vitae, per la quale oggi collabora come redattore. Giornalista, commissario per le Doc e Docg romagnole, ha tenuto rubriche su “Il Resto del Carlino” e la “Voce di Romagna”. Oggi scrive per “Winesurf ”, “EmiliaRomagnaVini” e ha un blog tutto suo. È referente della comunicazione e componente del consiglio direttivo di AIS Romagna.

Vitae Online logo
  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Rinnova la tua quota
  • Associati ad AIS
  • Modifica i tuoi dati
Vitae Online Lights Newsletter
  • Legal
  • Privacy
  • Termini e Condizioni
  • Cookies
©Vitae Online 2025 | Partita IVA 11526700155