Cantina Kurtatsch prepara la rivoluzione
La cooperativa altoatesina – scrive Robert Camuto – sta lavorando alacremente per spingere ancora più in alto i vini dell’Alto Adige.
C’è un nome nel mondo del vino altoatesino che ultimamente ricorre: è quello di Andreas Kofler. Quarant’anni, eletto presidente della cantina cooperativa Kurtatsch nel 2014, da dieci anni, insieme a tutti i soci che la compongono, hanno portato avanti una vera e propria rivoluzione, articolata su due fronti: la coltivazione di vitigni scelti solo sulla base della consonanza col terreno, e il pagamento dei soci conferitori non sulla base del peso e della quantità di zuccheri ma secondo un complesso sistema di punteggi fondato su criteri quali sostenibilità, biodiversità, gestione della chioma e salute delle uve. Non certo una impresa facile: come annota Robert Camuto, sono 190 i soci della cooperativa, e ciascuno coltiva in media un ettaro di terreno; le varietà, poi, non sono certo poche: almeno dodici. Tutto ciò implica un lavoro non indifferente, reso più semplice solo grazie al forte senso di disciplina e al senso civico che si respira storicamente a queste latitudini. E il piano, alla fine, ha dato i suoi frutti: le richieste crescono, e i prezzi finali aumentano, tanto che le vendite “sono più che raddoppiate, passando da 5 milioni di euro a 12 milioni di euro, con una produzione media di 125.000 casse all’anno“.
La cantina ha introdotto nuovi criteri di pagamento dei soci conferitori: un complesso sistema di punteggi fondato su sostenibilità, biodiversità, gestione della chioma e salute delle uve.
Perché la rivoluzione avesse effetto, ovviamente, è stato necessario anche un considerevole investimento economico: nel 2020 la cantina centenaria, incastonata tra le cime a picco di Cortaccia, ha visto un massiccio ampliamento degli spazi, un ammodernamento che ha permesso di condurre più microvinificazioni del passato, sperimentando di più e lasciando alcuni vini a maturare più a lungo sia in botte sia in bottiglia. I risultati? Eccellenti, come annotiamo nella scheda dell’edizione 2024 della nostra guida Vitae: “il 2023 è stato l’anno del cambio generazionale alla cantina di Cortaccia: dopo 30 anni Othmar Donà, enologo concreto e rigoroso, ha passato le consegne a Erwin Carli; il tutto nel segno della continuità, visto che Erwin lavora in cantina da 9 anni e da tempo occupava un ruolo di peso. È ancora presto per rilevare eventuali cambiamenti stilistici nei vini che anche quest’anno trovano la loro migliore espressione nelle prestigiose linee Brenntal e Freienfeld, veri e propri scrigni delle peculiarità pedoclimatiche di queste calde e minerali giaciture della Bassa Atesina”. Robert Camuto per Wine Spectator.