Storia del famoso e il Mercato degli Onesti
Mercato Saraceno è una piccola cittadina nella provincia di Forlì Cesena, che si estende sulle sponde del fiume Savio. Con i Saraceni, il piccolo borgo non ha nulla da spartire. Il nome le fu dato dai commercianti che accorsero in paese, grazie all’invettiva di Saraceno degli Onesti, signorotto reggente nel 1223. Saraceno organizzò, vicino al molino ad acqua del paese, un mercato commerciale, che ebbe così tanta risonanza da tenere a battesimo la cittadina: il Mercato di Saraceno.
Dalla rambela al famoso
L’onomastica ci aiuterà ancora per comprendere e ricostruire le tappe del nostro racconto sul vitigno autoctono romagnolo. Grazie ad un dazio doganale del 1437 di Lugo, in provincia di Ravenna, si apprende che l’uva, qui chiamata rambela era classificata come uva da tavola, da vendersi fresca, adducendone dunque al consumo alimentare. Compare, sempre con il sinonimo di rambela, tra le uve del casino di caccia del Conte Tampieri a Solarolo nel 1839; nel 1876 nel V Bullettino ampelografico viene equiparata, come se non ci fosse abbastanza confusione, all’uva biancona anconetana, il cui nome dialettale però era… ramblon. Di famoso ancora non v’era traccia e il suo destino pareva opporsi alle sue proprietà nominali.
Immagino lo stato di confusione finora provocato, ma resisti caro lettore, perché siamo al giro di boa, o meglio al giro d’acino. È proprio tra il 1876 ed il 1877 che infatti accertamenti ampelografici evidenziarono una forte similitudine con le accessioni di Valdoppiese o Rambella, tanto da far supporre la sinonimia con il famoso di Cesena, di cui si parla nel resoconto della mostra ampelografica di Forlì del 1876 (Comizio agrario di Forlì, 1877), come pure nel fascicolo VI (1876) e X del Bullettino Ampelografico (1879). Nella valle del Savio e a Mercato Saraceno esisteva infatti un’uva simile alla rambela, tanto profumata, quanto bionda e pruinosa chiamata valdupies ed anche questa varietà non era destinata alla vinificazione, esattamente come accadeva nel ravennate.
Tutto parte dal mercato di Saraceno degli Onesti
Questa similitudine lessicale ci conferma dunque che sin dal Rinascimento esistevano la rambela, diffusa nel circondario di Ravenna e il valdupies della Valle del Savio, entrambe simili al famoso di Cesena. Un’uva per l’appunto tanto famosa, perché assai commercializzata e la quale probabilmente partì nel suo peregrinare proprio da quel mercato di Saraceno degli Onesti.
Nel 1923 Antonio Bazzocchi arriva a definirne il suo carattere aromatico e il sapore spiccatamente dolce dei suoi acini, che ne facevano l’uva messale perfetta. Ad elevarla a bevanda del Signore fu un suo operaio, don Montalti.
Come tanti parroci romagnoli, don Antonio Baldassari, ad esempio, che operò a Oriolo sul centesimino, amava l’arte della vigna, oltre che a occuparsi di anime dannate.
Don Montalti nella prebenda della parrocchia, nel podere Trino a San Piero in Bagno, coltivava proprio la stessa uva di Ravenna e con i suoi aromatici mosti celebrava messa. Il nipote del parroco, Elio, chiese in dono allo zio tre vecchi filari, per trapiantarli a Podere La Guardiola a Mercato Saraceno e li indicò con il nome di famoso. Il vino che Elio ne ricavò fu così gradito dai compaesani, che indusse i vignaioli di Mercato a iniziare una vera a propria opera di restauro. A condurre i lavori la dott.ssa Maria Grazia Fontana e il Polo di Tebano che dal 2000 al 2009 svilupparono un lavoro d’indagine, che decretò definitivamente rambela e valdupies sinonimi della riconosciuta varietà autoctona famoso.
Protagonista nel Romagna DOC MGA Mercato Saraceno
Da allora i suoi biondi e profumati acini hanno registrato una diffusione da record, se nel 2010 erano registrati solo 6 ettari, nel 2019 la Romagna si attestano a ben 155,4 ettari, con una produzione di 2.469 quintali e 263.000 bottiglie prodotte. La zona di produzione si estende dalla storica Mercato Saraceno e attraversa Longiano, Castrocaro Terme, Oriolo e ovviamente il ravennate con Russi, Fusignano e Bagnacavallo. Nel 2022 con l’ampliamento delle MGA anche ad altri varietali, oltre che il sangiovese, il famoso ascende a DOC, facendosi protagonista del Romagna DOC MGA Mercato Saraceno.
Questa promozione non è un lieto fine, ma la legittimazione di un vitigno dal forte potere commerciale. L’aromaticità spiccata, intrisa di note di mandarino, legno di rosa e miele, assieme a un sorso morbido e setoso, sono le qualità che possono essere promosse nelle carte vino, della costa romagnola, spesso colpevoli di eccessivo spirito esterofilo e stentata ricerca territoriale. Ovviamente anche il famoso ha i suoi limiti, è profumato, fugace e semisconosciuto, ma un giorno anche a Steve Wonder qualcuno disse: “Hai tre punti a tuo sfavore: sei nero, cieco e povero”. La storia ha fatto il resto!