Il Piemonte: vino, arte, natura e tradizioni
Le Langhe, scrigno di tesori tra colline e vigneti, catturano l’anima di chi le vive, proprio come accadde a Cesare Pavese. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, questa regione piemontese incanta con i suoi paesaggi da cartolina, dove filari di viti e noccioli si alternano in un’armonia perfetta. Barolo e Barbaresco, vini nobili e complessi, sono i protagonisti indiscussi di questa terra, ma non gli unici. Il Pelaverga di Verduno, più leggero e accessibile, offre un’alternativa intrigante per chi cerca un assaggio autentico del Piemonte.
Ma le Langhe non sono solo vino. Il tartufo bianco d’Alba, prezioso fungo dal profumo inebriante, è il re della cucina locale, insieme ad agnolotti, bagna cauda e finanziera. E per l’estate, il rustico tartrà e il fresco vitello tonnato offrono un’alternativa leggera e gustosa.
Torino, capoluogo elegante e ricco di storia, incanta con il suo Museo Egizio, la Reggia di Venaria Reale e la maestosa Mole Antonelliana. Per chi cerca spiritualità e panorami mozzafiato, la Sacra di San Michele è una tappa obbligata.
E per gli amanti dell’avventura, la Val Grande, cuore selvaggio del Piemonte, offre sentieri impegnativi e paesaggi incontaminati, dove la natura regna sovrana. Un’esperienza unica per immergersi nella bellezza autentica di questa terra. Un viaggio nelle Langhe è un’immersione in un mondo di sapori, arte, cultura e natura incontaminata. Un’esperienza che lascia un segno indelebile nel cuore di chi la vive
Vino e cibo nelle Langhe
Le Langhe non si perdono, scriveva Cesare Pavese; non si perdono mai, nemmeno quando – come lui – ci si trova a 1.500 chilometri di distanza da casa, nell’esilio calabrese di Brancaleone. Tra il fiume Tanaro e l’Appennino Ligure, i crinali delle colline, lisati dallo scorrere di torrenti che lasciano il posto agli alti rittani, attendono i loro visitatori con una fanfara di viti e noccioli. Basta una visita, e le Langhe non si perdono più. Barolo e Barbaresco: bastano loro a rendere indelebile il viaggio in questo poligono di soli 200 chilometri, dove si producono tra i migliori vini del panorama mondiale. Comuni come Monforte, Serralunga, Castiglione Falletto, Barbaresco, Neive, Treiso, sono noti a tutti gli appassionati.
Non solo rossi impegnativi: le due facce del nebbiolo
Non pensate, però, solo ai grandi e impegnativi rossi da svariate centinaia di euro. Il nebbiolo, vitigno straordinario con un grande potenziale, è capace di offrire anche vini più accessibili. Un tempo noti esclusivamente per austerità e tannini potenti, con lunghi anni di invecchiamento alle spalle, negli ultimi decenni, le denominazioni di Barolo e Barbaresco, infatti, hanno subito una serie di evoluzioni che, in alcuni casi, li hanno resi più accessibili, pur conservando la loro struttura e longevità. I produttori hanno adottato diverse soluzioni per renderli più godibili da giovani, a partire dalle tecniche di vinificazione. Questo cambio di passo è stato in parte guidato da una nuova generazione di viticoltori, più moderna e aperta all’innovazione, e in parte dalla evoluzione delle tecnologie.
Pelaverga: il rosso piemontese che non ti aspetti
E a proposito di accessibilità, perché non rivolgersi anche a comuni meno noti, come quello di Verduno, dove, oltre al Barolo, si produce un altro magnifico vino: il Pelaverga. Dal colore pallido, trasparente, ricco di profumi di fiori e frutta rossa, si arricchisce di sensazioni pepate molto caratteristiche, destinate con qualche anno a comporre un bouquet più evoluto. Leggero in alcol, stuzzica con la sua acidità e avvolge con un tannino ammaestrato a dovere, incontrando il gusto di chi desidera provare un grande vino piemontese senza spendere troppo. Unico neo: non è facile da trovare, ma la sua crescente popolarità sta facendo sì che sempre più ristoranti e wine bar lo inseriscano nelle loro carte.
Mangiare in Piemonte, anche d’estate
Ma le Langhe non sono solo vino. Oltre a essere Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la zona (insieme alle vicine zone del Roero e del Monferrato) è anche la patria del tartufo bianco d’Alba, raccolto ogni anno a partire dalla tarda estate, e protagonista indiscusso della cucina. Pilastri della cucina locale sono gli agnolotti, deliziosi ravioli ripieni di carne, insieme a bagna cauda, bollito misto e finanziera. Essendo in estate, però, meglio optare per il meno noto ma eccellente tartrà, un flan rustico a base di uova e latte, e per il vitello tonnato, scelta ideale per un pranzo o una cena che celebra i sapori autentici del Piemonte della “bella estate”.
Arte e natura: tra architetture e sentieri
Pavese non aveva perso le Langhe, ma era a Torino che viveva. Segreta ed elegante, ricca di storia, il capoluogo piemontese parla di arte e cultura a ogni metro. Dal Museo Egizio, secondo solo a quello del Cairo, al Palazzo Reale, residenza dei Savoia, fino alla Mole Antonelliana, simbolo della città, sono tante le tappe imperdibili per gli amanti dell’arte e dell’architettura. Poco distante da Torino, la Reggia di Venaria Reale, una delle più grandi residenze sabaude, è un capolavoro barocco immerso in un parco immenso, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Per chi cerca un’esperienza più spirituale, la Sacra di San Michele, abbazia millenaria arroccata sullo sperone roccioso del monte Pirchiriano, offre panorami mozzafiato e un’atmosfera mistica. E chi volesse continuare sui sentieri dell’avventura e della natura incontaminata, il Piemonte offre un’esperienza unica nel suo genere: la Val Grande. Questo vasto territorio selvaggio, situato a pochi chilometri dal Lago Maggiore, è un vero e proprio paradiso per gli escursionisti esperti. Cuore dell’omonimo Parco Nazionale, è la più grande area protetta d’Italia, nonché la più incontaminata: qui, la natura regna sovrana, e i sentieri, spesso impegnativi, si snodano attraverso paesaggi mozzafiato, offrendo scorci di rara bellezza, tra camosci, stambecchi e aquile reali.