Eric Asimov e l’elogio del vino
Eric Asimov, giornalista del New York Times per cui cura la sezione dedicata al vino, ha recentemente scritto un elogio in sua difesa, visto anche il periodo, non proprio roseo, che sta affrontando il settore. Eppure – dice – in un mondo che sembra talvolta mettere in discussione il suo valore, il vino resiste, saldo e fiero come le antiche vigne che lo generano. Le vendite, è vero, faticano a decollare, gli studi scientifici sollevano dubbi sui benefici dell’alcol e il cambiamento climatico incombe minaccioso sui piccoli produttori, come una nube oscura che offusca il sole. Tuttavia, “non possiamo, non dobbiamo dimenticare la bellezza e la gioia che il vino ha elargito all’umanità fin dalla notte dei tempi. Un nettare divino, intessuto nel tessuto stesso della storia, della cultura e dell’identità di innumerevoli popoli”.
Un sorso che racconta millenni di storia e di piacere
Il buon vino non è semplicemente un alcolico. È un viaggio nel tempo, un’immersione profonda nelle culture e nei sapori più genuini. È un’occasione preziosa per conoscere la storia, la geologia, l’agricoltura e l’ambiente che hanno plasmato il suo carattere unico e irripetibile. Ogni sorso è un invito a varcare le soglie di mondi lontani, a scoprire aromi e sfumature che narrano storie di terre e tradizioni secolari. Non occorrono competenze specifiche per apprezzarlo, basta abbandonarsi al piacere del gusto e lasciarsi rapire dalla sua storia millenaria.
Un tesoro culturale da preservare
Il vino è un tesoro culturale di inestimabile valore. Ha allietato banchetti e incontri conviviali, ha unito cuori e offerto conforto nei momenti di tristezza. Ha ispirato poeti e artisti, suscitando emozioni che spaziano dalla semplice felicità alla più profonda meraviglia. Certamente, come tutte le bevande alcoliche, il vino può rivelarsi pericoloso se consumato in eccesso. Ma il suo ruolo di compagno fedele del cibo e la sua importanza culturale non possono essere trascurati.
Un brindisi alla vita e ai legami che ci uniscono
Nelle terre in cui il vino è una tradizione radicata, nessuna altra bevanda è così profondamente legata ai rituali e ai legami sociali. Brindiamo per suggellare l’amore, l’affetto e la fiducia, per rinsaldare i nostri legami. Alziamo i calici per celebrare la vita che nasce e per commemorare quella che si spegne. Il vino ci avvicina, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Ognuno di noi è libero di fare le proprie scelte riguardo al vino – conclude Asimov – ma “vi esorto a considerare la sua bellezza, la sua cultura, la sua storia e la gioia che può donare, nel soppesare rischi e beneficii”.