Il vino spagnolo sfuso sotto accusa: l’UE tra protezionismo e libero mercato
Il vino spagnolo sfuso, protagonista di un’ascesa inarrestabile in bottiglie e bag-in-box da Portogallo a Germania, si trova ora al centro di un acceso dibattito tra protezionismo e libero mercato. L’eccesso di stock in Portogallo ha infatti spinto produttori e regioni a chiedere maggiori controlli, e alcuni vorrebbero persino l’introduzione di quote sulle importazioni di vino dalla Spagna. Così scrive il Meininger’s International.
Nel 2022, la Francia ha inasprito le regole sull’etichettatura del vino per ristoranti e bar, imponendo l’indicazione dell’origine per tutelare i consumatori da possibili inganni. Ora, le regioni vinicole portoghesi chiedono al loro governo di seguire l’esempio francese. In un contesto di crisi economica, molti ristoranti portoghesi si sono rivolti al vino spagnolo sfuso, spesso inconsapevolmente, per offrire ai clienti vini a prezzi più contenuti, ma che potrebbero essere scambiati per portoghesi.
L’Associazione Nazionale delle Denominazioni di Origine Vitivinicole (Andovi) portoghese sospetta che alcune grandi aziende stiano addirittura miscelando illegalmente vino spagnolo con vini a denominazione di origine portoghese, aggravando ulteriormente i problemi dei produttori locali.
Per affrontare la situazione, Andovi ha incontrato il Segretario di Stato portoghese per l’agricoltura, proponendo riforme per garantire la trasparenza sull’origine dei vini e un maggiore controllo sulla produzione. Anche l’IVDP, il consiglio del vino del Douro, ha richiamato i produttori al divieto di utilizzare vino sfuso nella produzione di vini DOP e ha annunciato maggiori controlli.
Alcuni produttori chiedono addirittura l’introduzione di quote sulle importazioni di vino spagnolo, una misura protezionistica che solleva interrogativi sul rispetto del libero mercato all’interno dell’UE.
Le preoccupazioni portoghesi si concentrano principalmente sul vino rosso, ma anche l’origine delle uve bianche utilizzate per produrre il Sekt tedesco potrebbe essere un problema. La domanda di vino base proveniente dalla Spagna, in particolare dalla Castilla La Mancha, è in aumento, alimentando il dibattito sull’origine e la qualità dei prodotti.
Il mercato del vino sfuso spagnolo mostra segnali contrastanti. Se da un lato le esportazioni verso l’Italia sono riprese dopo un periodo di calo, dall’altro la domanda di vino rosso spagnolo è in calo a causa dell’eccesso di produzione in Portogallo. I prezzi del vino bianco spagnolo, invece, sono aumentati a causa della scarsa offerta.
La situazione è ulteriormente complicata da fattori climatici avversi, come la siccità che ha colpito il Penedes in Catalogna e le recenti grandinate che hanno danneggiato i vigneti in diverse regioni spagnole.
In conclusione, il settore del vino sfuso spagnolo si trova ad affrontare una fase di incertezza, tra richieste di maggiore controllo e la necessità di adattarsi alle dinamiche di un mercato globale in continua evoluzione. Il dibattito tra protezionismo e libero mercato rimane aperto, mentre i produttori cercano di trovare un equilibrio tra competitività e tutela delle produzioni locali.