Il mondo del vino ha bisogno di più ricerca
L’industria vinicola necessita di maggiore ricerca per affrontare le sfide attuali e future, ma i fondi scarseggiano. Un appello di Robert Joseph.
A volte, basta una piccola notizia per far riflettere sul quadro generale. L’industria vinicola australiana è in difficoltà, non solo per il crollo delle vendite in Cina, ma anche per i tagli ai fondi dell’Australian Wine Research Institute (AWRI), che ha perso 24 dipendenti a causa della riduzione dei contributi di produzione. Louise Rose e Brian Croser, due esperti del settore, hanno espresso la loro preoccupazione in una lettera aperta, sottolineando come la riduzione dell’AWRI possa danneggiare uno dei maggiori vantaggi competitivi dell’Australia. “Quando i nostri colleghi e amici all’estero nel settore del vino verranno a conoscenza della diminuzione dell’AWRI saranno stupiti che la comunità del vino australiana possa così danneggiare uno dei suoi maggiori vantaggi competitivi“. L’AWRI è stato un punto di riferimento per l’industria vinicola australiana, condividendo informazioni ed esperienze tra produttori di diverse dimensioni e regioni. Ha affrontato problemi comuni, come la riduzione nei vini in scatola, e ha studiato fenomeni meno noti, come l’analisi isotopica per determinare l’origine dei vini. La ricerca nel mondo del vino è spesso carente. L’Università di Bordeaux, ad esempio, ha impiegato decenni per approfondire la ricerca sui tappi a vite dopo un esperimento iniziale nel 1967. I centri di ricerca, spesso università, dipendono da finanziamenti limitati e devono affrontare budget ridotti. Alcune aziende, come Sogrape in Portogallo e Torres in Spagna, investono in ricerche proprie e le condividono pubblicamente, ma sono eccezioni.
La mancanza di investimenti in ricerca è un problema diffuso nell’industria, che necessita di un approccio globale per affrontare questioni come il cambiamento climatico e l’evoluzione dei gusti dei consumatori.
Il settore vinicolo ha bisogno di un approccio globale alla ricerca. È necessario affrontare questioni come il cambiamento climatico, le pratiche agricole sostenibili, i modelli di pioggia imprevedibili, gli incendi, le grandinate, i lieviti geneticamente modificati, la riduzione del livello alcolico e le ragioni per cui i consumatori si stanno allontanando dal vino. Un’agenzia globale finanziata dall’industria, come l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), potrebbe facilitare la condivisione di esperienze e l’accesso ai dati, ma il suo budget è limitato. Una soluzione più radicale potrebbe essere trasformare l’AWRI nell’International Wine Research Institute (IWRI), un’istituzione globale che collabori con università, enti regionali e produttori di tutto il mondo per finanziare ricerche di interesse locale e globale. In un mondo ideale, un’organizzazione di questo tipo potrebbe rivoluzionare il settore, consentendo ai produttori di accedere a informazioni e innovazioni cruciali. Sebbene la realizzazione di un tale progetto possa sembrare difficile in un mondo sempre più frammentato, è importante continuare a sognare, e a sperare.
Potete leggere la riflessione di Robert Joseph su Meininger’s International.