Podere Vertaglia, l’Anima Nobilis della Romagna
“Nobilis potrà sembrare banale come nome, ma è il termine latino più vicino al concetto di famoso inteso come persona di fama. Nell’antichità il concetto di famoso non c’era, i famosi erano i nobili”. Con le parole di Davide Bartolini vi racconto del famoso, un vitigno autoctono romagnolo, che nasce tra le colline romagnole di Mercato Saraceno. Diffuso anche nella provincia di Ravenna e Cesena dove viene chiamato rambela, a Mercato Saraceno trova il suo terroir. Le prime testimonianze di questo vitigno risalgono al 1437 dove compare in una tabella del dazio comunale di Lugo di Romagna (Ravenna). Nel 1923 grazie a Don Montalti, il vitigno viene preservato, coltivato e utilizzato per le celebrazioni eucaristiche, nella parrocchia di San Piero in Bagno (FC). Alla fine degli anni Ottanta Elio Montalti, nipote del parroco, chiese in dono allo zio tre vecchi filari, per trapiantarli nella sua dimora, Podere la Guardiola a Mercato Saraceno, e nominò quest’uva famoso, definendone il carattere rustico e aromatico. Il vino di Elio conquista i compaesani e indusse i vignaioli del paese a preservare e diffondere tra le loro vigne questo prezioso vitigno. Oggi Eros Montalti, figlio di Elio, ha rilevato l’azienda del padre e si occupa della gestione della cantina insieme a sua figlia Greta, che si prende cura delle vigne del nonno. Insieme continuano a scrivere la tradizione della loro famiglia preservando con cura, amore e dedizione le vigne di Elio.
Le colline di Mercato Saraceno sono di natura marnosa-arenacea, sulla quale i corsi d’acqua locali hanno depositato detriti alluvionali terrazzati. La zona è anche contraddistinta dalla presenza di frane composte da argille azzurre, flysch e scheletro e rocce con una ricca composizione salina, carbonatica e di minerali idrocarburi. Un territorio snello ma ricco di nutrienti e diversità minerali che deriva dall’antica presenza marina. In questa composizione geologica il famoso trova il suo terreno ideale, poiché predilige terreni marnosi tufacei, come troviamo sul Montesasso, e di natura argillosa. Le importanti escursioni termiche giornaliere e soprattutto le rigide temperature invernali, tipiche delle colline di Mercato Saraceno, aiutano la concentrazione aromatica delle uve e degli acidi fissi in fase di maturazione, indispensabili per la buona conservabilità del vino.
La casa di famiglia per la produzione vinicola
Dal 1925, la Famiglia Bartolini possiede l’Azienda Agricola a Mercato Saraceno in via Vertaglia. Nel 2013 Davide Bartolini, appassionato della tua terra e del vitigno famoso, sceglie la casa della sua famiglia come luogo per la sua produzione vinicola. Nello stesso anno, grazie anche all’incontro con Carlo Cattani, si approccia al metodo di vinificazione in anfora e ad alcuni principi dell’agricoltura biodinamica, scegliendoli come strumento per tradurre quello che le sue viti hanno da raccontare. Due anni fa Davide definisce il suo stile di vinificazione, libero, schietto e genuino, nasce così Podere Vertaglia.
Le vigne sono dislocate nell’area circostante la Tenuta e a Montesasso a 370 m s.l.m, zona d’elevazione del famoso. In vigna vengono adottate alcune delle linee guida dell’agricoltura biodinamica per la coltivazione, quali la lavorazione manuale in vigna dal mantenimento alla vendemmia, l’utilizzo del preparato 500 a base di sterco e corno di vacca come compost per il nutrimento del terreno, e la pratica del sovescio con leguminose quali favino, senape e veccia. Le leguminose sono piante azotofissatrici, che contribuiscono all’arricchimento del terreno di sostanze minerali. Inoltre, fungono da aranti naturali, poiché le loro spesse radici smuovono il terreno in profondità e garantiscono una ossigenazione naturale. In cantina Davide sceglie di intervenire il meno possibile sulla fermentazione delle uve, utilizzando vasche di acciaio per la fermentazione. Ma per esaltare al meglio le caratteristiche del famoso e del suo terreno, vengono utilizzate le Kvevri, le antiche anfore georgiane. L’anfora di terracotta, materiale traspirante per eccellenza, esalta le qualità singolari di ogni singolo vitigno, dal colore all’aroma, amplificando il sapore autentico dell’uva e del terroir. L’anfora consente una vinificazione di tipo naturale, al contrario del legno, non dà profumi e sentori al vino mentre, a differenza dell’acciaio, permette una perfetta micro-ossigenazione ed evita gli interventi di chiarificazione. Produrre Kvevri è una vera e propria arte. Fondamentale è conoscere il luogo dove prelevare l’argilla più fine, i metodi per purificarla e quelli per stagionarla affinché diventi adatta alla lavorazione. Il processo di produzione di una Kvevri dura anni e la foggiatura manuale si realizza con la tecnica più antica del mondo che prende il nome di “colombino”. Si formano dei salsicciotti di argilla che vengono disposti a strati sovrapposti e sagomati nella forma ad anfora. La cottura avviene in forni murati con mattoni scaldati a fuoco a legna, a una temperatura che supera i 950 gradi. Il processo dura tre giorni e tre notti ma può protrarsi anche per una settimana, dipende dal tipo di argilla utilizzata. A cottura ultimata, si ricoprono di cera d’api al fine di ottenere una perfetta vetrificazione e impermeabilizzazione. La chiusura è ermetica e la temperatura naturalmente stabile. Di grande importanza tecnica è la forma affusolata dell’anfora. Il mosto scende nella Kvevri insieme a bucce e vinaccioli che si depositano nella parte più appuntita, riducendo la superficie di contatto con il vino e quindi il rilascio di tannini amari. Ancora oggi le Kvevri si producono con l’idea che debbano durare nel tempo, nel 2008 sono diventate il primo prodotto non alimentare a ottenere il marchio di Indicazione Geografica Protetta. Oggi fare vino in anfora significa far tesoro del passato e guardare verso il futuro.
Artigianale e manuale dalla raccolta alla bottiglia
Il Nobilis di podere Vertaglia si fa a mano dalla raccolta alla bottiglia, un lavoro artigianale e manuale, senza l’utilizzo di sostanze chimiche e interventi meccanici, che viene prodotto soltanto nelle annate migliori. Dopo la vendemmia manuale, in cassette piccole, le uve di famoso vengono diraspate e suddivise in tre parti diverse: una parte viene destinata alle anfore e sono le uve provenienti da Montesasso, per una fermentazione spontanea. Una piccola quantità, circa 3 quintali, viene posta in una vasca per una leggera macerazione sulle bucce con fermentazione spontanea successiva, verrà poi utilizzata successivamente per le colmature in anfora. Una volta che gli zuccheri porteranno a termine il processo fermentativo si procederà con la svinatura. La restante parte viene inserita in una pressa soffice, dove dopo un’ora e mezza di macerazione inizierà un processo di pressatura soffice a 0.5 bar per circa due ore, dove si estrarrà il mosto fiore e verrà riposto in una vasca a temperatura controllata a 10 gradi per ottenere la separazione dalle parti solide da quelle liquide. Dopo 24 ore, si selezionano le fecce fini e si andrà a separare il mosto, che viene messo a fermentare in vasche di acciaio. Inizia così, grazie ai lieviti indigeni naturalmente presenti nel frutto, la fermentazione alcolica a temperatura controllata di 16 °C, per esaltare ogni singola caratteristica aromatica del vitigno. Durante la macerazione sulle bucce, vengono effettuate delle follature manuali, dove le vinacce vengono spinte sul fondo dell’anfora, in quanto tendono a separarsi dalla parte liquida e a galleggiare. L’anfora viene poi colmata con il mosto proveniente dalle uve che hanno subito una leggera macerazione in una vasca parallela all’anfora. Una volta terminata la fermentazione, l’anfora viene chiusa e sigillata all’estremità con stucco enologico. Si mette intorno al bordo dell’anfora poiché non avendo una superficie regolare è necessario che il coperchio aderisca il più possibile per evitare ossidazioni. Al momento della chiusura rimane una coda di fermentazione, che insieme alla successiva fermentazione malolattica creerà dei moti convettivi circolari all’interno del mosto, causati dal naturale processo di fermentazione e incrementati dalla forma dell’anfora, stretta sul fondo e larga sopra, creando una sorta di bâtonnage naturale. L’anfora viene sigillata con un tappo di vetro che consente di tenere monitorata l’evoluzione e agevolare i prelievi e le colmature. Le bucce caleranno sul fondo insieme ai vinaccioli e le fecce, creando una chiarifica naturale, poiché mentre si depositano portano con sé tutte le sostanze che intorbidiscono il vino. A febbraio dopo cinque mesi avviene la svinatura per caduta, dove si cercherà di togliere il liquido, separandolo da bucce e impurità. Il vino viene riposto in damigiane, e lasciato riposare all’esterno della cantina fino a marzo, dove grazie alle temperature invernali fredde di Mercato Saraceno che scendono sottozero, le parti solide si depositino sul fondo. Questa operazione consente di imbottigliare a mano direttamente per caduta dalla damigiana “come si faceva una volta”, senza l’aggiunta di solfiti o altre sostanze. L’imbottigliamento avviene secondo le fasi lunari, per esaltare l’affinamento si imbottiglia durante il primo quarto di luna calante. Si possono trovare dei depositi in bottiglia, ma vanno a favorire i profumi poiché si tratta di fecce fini. Si tappa a mano con tappo di sughero mono pezzo, successivamente le bottiglie riposano per un paio di mesi prima della vendita. Uno stile di vinificazione che insegna la coesistenza di diverse possibilità stilistiche antiche e contemporanee, che possono interagire, purché sappiano tradurre e raccontare le caratteristiche dei vitigni, terreni e climi. Questo è il principio cardine dei vini di Davide di Podere Vertaglia: “Questo metodo ci insegna che l’uva ha tutto ciò che gli serve per essere vino, ma serve la mano dell’uomo per diventare vino per tradurre”.
La degustazione diventa un racconto
La sala degustazione ha i mattoni a vista, falci, pale, cesoie in ferro e legno appese alle pareti e una cucina che sa di casa. Mi siedo al grande tavolo in legno al centro della stanza, c’è profumo di terra, fieno e un sottile sentore di mosto rimasto dall’ultima vendemmia. Per un attimo un ricordo della mia infanzia riaffiora, quando dopo la vendemmia nella cantina di mio nonno mi sedevo sul tavolo grande in legno con la mia famiglia ad assaggiare il vino nuovo. Oggi è Davide a sedersi difronte a me, mi racconta della sua famiglia, di come il vino abbia cambiato i suoi piani, delle difficoltà, dei traguardi e dei progetti futuri.
C’era il mare 2022 Famoso
Rubicone IGT 100% Famoso
“Volevo un’etichetta come quelle di una birra, irriverente, giocosa” sono le parole di Davide mentre versa nel calice questo famoso rifermentato in bottiglia. Le radici affondano in una parcella di terreno particolarmente gessosa in superficie con la presenza di scheletro nel sottosuolo. Al calice si presenta giallo paglierino, leggermente velato. Al naso emergono sentori fragranti di fiore di biancospino e fiore di melo, seguono scorza di limone, mandorle, timo e gesso. Il sorso è fresco, minerale e sapido, che invoglia la beva. Un vino di briosa piacevolezza da condividere con gli amici, come una birra al mare.
Nobilis 2022
Famoso Rubicone IGT 100% Famoso
Al calice si presenta oro antico brillante. Il naso è un ricco bouquet di albicocca, fichi freschi, limone, pesca bianca e scorza di mandarino. Si susseguono sentori di fiori d’arancio, gelsomino e timo. Un tocco speziato di fava tonka, cannella e arancia amara. Una leggera nota lattica agrumata. Il sorso è avvolgente, pieno, sorretto da una bella mineralità e freschezza. Il finale è lungo, fresco e sapido, riprende i sentori speziati. Un vino che si rivela a poco a poco nel calice e che ha ancora da raccontare negli anni avvenire.
Nobilis 2020
Famoso Rubicone IGT 100% Famoso
La 2020 è una delle migliori annate prodotte, che Davide dedica a Nicola e Carlotta. Una vendemmia estremamente favorevole per i vitigni semi aromatici come il famoso, perché negli ultimi 10 giorni in prossimità della maturazione si sono registrate forti escursioni termiche, caldo di giorno e fresco di notte. Caratteristica che si è voluta enfatizzare per raccontare di Mercato Saraceno, del suo famoso e della zona di Montesasso. Al calice un color ambrato carico di riflessi dorati intenso brilla. Il naso è ampio e complesso, si apre con note di mandorla amara, albicocca, arancia candita, mela cotogna e scorza di mandarino. Un tocco balsamico di ginepro, fieno fresco e tè nero, una nota lattica di burro di arachidi, una via di spezie dolci quali cannella, anice stellato, noce moscata e fava tonka. In bocca ritornano i sentori olfattivi dei fiori e delle spezie, un equilibrio perfetto tra freschezza e mineralità, accompagnate da sapidità e piacevolezza di beva. Un finale persistente fresco, pulito e ricco di sapori. Un vino che racconta la sua complessità lentamente, da scoprire, da riassaggiare.
Nobilis è un fedele ed intimo narratore del suo territorio, tra i suoi sentori troverete l’intraprendenza di Elio e la dedizione di Greta ed Eros, custodi di una storia di famiglia. Troverete la passione di Davide per il suo lavoro, l’attenzione con cui ascolta le sue vigne, la sua terra e la racconta sapientemente attraverso i suoi vini. Scoprirete il significato più autentico profondo di nobiltà, fatto di semplicità e genuinità, di pazienza nel saper aspettare e osservare, per cogliere al momento giusto il meglio di un territorio, di un vitigno, di una storia di vita. Una nobiltà d’animo libera e sincera, che non cerca fama o consensi, ma integrità nell’intimo e purezza di spirito. A Podere Vertaglia ho degustato l’Anima Nobile della Romagna. A Podere Vertaglia ho imparato che la vera nobiltà è quella dell’anima del vino e delle mani che lo raccontano.