A Todi una comunità energetica rinnovabile tra vino e agricoltura
Sa di mosto e vini profumati la comunità energetica rinnovabile (CER) che sta nascendo a Todi (Perugia). Ad alimentarla sarà un impianto agrivoltaico con la potenza di (circa) un MW ospitato su un’area di cinque ettari all’interno dell’azienda Collino di Todi che opera con il brand Roccafiore. Un impianto importante quello da poco terminato dall’azienda umbra, che ha scelto di metterlo nella disponibilità della comunità energetica CERGo, attiva nel territorio. In piena produzione l’impianto sarà in grado di dare accesso all’incentivo CER a circa un centinaio tra piccole e medie imprese locali, quel tessuto produttivo tipico dell’Italia a conduzione familiare, e a centinaia di cittadini con utenze residenziali. L’impianto sarà allacciato alla cabina primaria entro un mese. In corso la fase due, quella del popolamento, termine con il quale si indicano i soggetti che faranno parte della CER come membri oppure come consumatori. Il tutto con Enel che si occupa di fornire una gamma di servizi personalizzati e delle procedure di registrazione presso il GSE, l’Ente che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze con l’obbligo di qualificare gli impianti fotovoltaici, erogare gli incentivi previsti dal Conto Energia ed effettuare attività di verifica e controllo.
Energia elettrica da fonti rinnovabili
Le prime comunità energetiche rinnovabili italiane hanno iniziato a operare ad agosto, a distanza di sei mesi dall’entrata in vigore (24 gennaio 2024) del decreto 7 dicembre 2023, n. 414 e quindi la materia è ancora oggi in uno stadio pionieristico. Cosa si intende per Comunità Energetica Rinnovabile? Una rete di soggetti (consumatori e produttori) che operano in un territorio delimitato per produrre e scambiare energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico. Cittadini, PMI, amministrazioni comunali, enti religiosi, centri commerciali, condomini, possono essere i protagonisti di quella che intende essere una rivoluzione green con l’obiettivo di accelerare la transizione energetica dai combustili fossili a fonti rinnovabili. Di per sé, la CER è un soggetto giuridico con statuto e vita propria, vige il principio dell’autoconsumo e dell’utilità sociale.
Cantina Roccafiore: agricoltura biologica e vini di qualità
La configurazione CER promossa dall’azienda Collino di Todi è l’ennesimo atto di un percorso “green” nato negli anni Novanta con la Cantina Roccafiore fondata da Leonardo Baccarelli, alla testa dell’omonimo Gruppo che da oltre settanta anni si occupa della commercializzazione e del trasporto di carburanti e prodotti petroliferi. “L’intero progetto prende il nome da un antico casale diroccato in cui aveva trovato dimora una pianta di rose selvatiche. Si estende per cento ettari, quindici coltivati a vite”, dice Ilaria Baccarelli alla guida con il fratello Luca di Roccafiore Wine & Resort Spa. Oggi, l’azienda vanta un resort prestigioso, un ristorante gourmet e un centro benessere olistico, resta immutato l’obiettivo: produrre vini di qualità puntando sull’agricoltura biologica.
A Todi viticoltura significa grechetto e trebbiano per le uve a bacca bianca, sangiovese e sagrantino per quelle a bacca rossa, moscato giallo per gli ottimi passiti. I vigneti di Cantina Roccafiore si ergono a quote tra i 300 e i 380 metri slm, protetti dal Monte Martano (1100 metri slm) che genera un microclima sempre fresco e ventilato. I terreni sono caratterizzati da argille bianche e marne calcaree a testimoniare l’antica presenza del Lago Tiberino. Ḕ una terra fertile, ma i vitigni autoctoni vanno saputi addomesticare, tanto lavoro in vigna, vendemmie controllate soprattutto in questo tempo di cambiamenti climatici con estati siccitose e molto calde. “Dal primo giorno, seguiamo i dettami dell’agricoltura biologica e sostenibile, crediamo nel meticoloso lavoro manuale in modo da portare in cantina uve sempre sane e perfette – dice Baccarelli – Oggi, produciamo 140 mila bottiglie all’anno, in parte esportate negli Stati Uniti e in Giappone i nostri principali mercati esteri. Già dodici anni fa, abbiamo dotato l’azienda di un importante impianto fotovoltaico per soddisfare il fabbisogno di energia interno. Permette di risparmiare emissioni per circa 90.000 kg di CO2 all’anno. Abbiamo anticipato i tempi. Ci siamo anche dotati di un invaso per la raccolta dell’acqua piovana e presto potremmo raddoppiare con un secondo laghetto dove confluiranno le acque canalizzate provenienti dall’impianto agrivoltaico che alimenterà la CER”.
Un impianto da quasi un milione di watt
Un impianto all’avanguardia quello messo a punto da Collino di Todi. “Ogni modulo è composto da due pannelli solari con allineamento verticale, il primo a un’altezza di circa novanta centimetri dal suolo, il secondo due metri più in alto – dice Baccarelli –. Ogni modulo è dotato di una sorta di alette per il fluire e la raccolta della pioggia. L’impianto si presenta con l’architettura di una vigna, pannelli disposti a filari a distanza di nove metri uno dall’altro per permettere il passaggio dei trattori. Tra i filari semineremo tarassaco, erba medica, fiordaliso e altre piante mellifere necessarie alle api per produrre miele”.
L’impianto ha la capacità di quasi un milione di watt, il massimo consentito dal legislatore per una CER. Come verrà usata l’energia prodotta? “Roccafiore sarà parte della CER e sfrutterà l’energia prodotta per il proprio autoconsumo”, dice Baccarelli. “L’azienda si compone di una pluralità di strutture. La cantina è semi-interrata, ma dispone comunque di un sistema di refrigerazione a temperatura costante. Il resort si compone di tredici camere. Il centro benessere Anthea è pensato per chi cerca il relax tra le colline umbre. Il ristorante gourmet è affidato allo chef Riccardo Benvenuti che porta in tavola le verdure biologiche coltivate nei nostri orti”. Della CER usufruiranno anche i collaboratori dell’azienda e del Gruppo Baccarelli, “circa 80 persone che risiedono in prossimità della cabina primaria”. Il popolamento prevede anche la presenza di alcune realtà industriali medio-piccole del territorio. Inoltre, “l’energia prodotta in surplus verrà venduta per essere immessa nella rete nazionale”.
Proprio in questi giorni il GSE (Gestore Servizi Energetici) ha aggiornato la mappa interattiva delle Cabine Primarie. Le regioni interessate dalle modifiche sono Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. L’aggiornamento è stato effettuato sulla base delle nuove informazioni fornite dai Gestori di Rete.
Chi non ha chiaro cosa sia una CER e come funziona, il GSE stesso fornisce informazioni attraverso trenta domande per altrettante risposte, compreso l’accesso ai finanziamenti previsti dal PNRR.
I vini in affinamento
A Todi, intanto, è finita la vendemmia. Le vigne di Cantina Roccafiore hanno prodotto uve di qualità. Anfore, botti grandi in rovere di Slavonia e serbatoi in acciaio sono pronti per l’affinamento dei mosti che diventeranno Fiordaliso bianco e Fiorfiore (grechetto Igt), Roccafiore rosato, Melograno Rosso e Il Roccafiore (tutti da uve sangiovese acino grosso, Igt), Prova d’Autore (30% sagrantino, 30% montepulciano, 40% sangiovese) e il passito Collina d’Oro (passito, Igt). Quindi, le linee Doc e Docg, il Montefalco Rosso e il Montefalco Sagrantino (100% sagrantino) quest’ultimo prodotto con uve provenienti da vigne impiantate nel 1995 con esposizione sud-ovest e affinamento in grandi botti di rovere di Slavonia da 50 ettolitri, fino al riposo minimo di sei mesi in bottiglia. “I primi impianti portano la firma dell’enologo altoatesino Hartmann Donà, all’epoca un giovane emergente. Oggi, la scelta di lavorare vitigni autoctoni ci ha portato a collaborare con il toscano Alessandro Biancolin”, dice Ilaria Baccarelli che da due anni guida anche la sezione Turismo di Confindustria Umbria.