Biondi-Santi. Il debutto del millesimo 2018 e le due nuove second release
Rispetto. È questo il tema, la parola chiave, che Biondi-Santi ha scelto per accompagnare l’uscita del nuovo millesimo, il 2018, del suo Brunello di Montalcino, nonché le due Riserve denominate “La Storica”, attinte dalla cantina della Tenuta Il Greppo e che vengono rilasciate nuovamente in commercio, in quella che viene chiamata una second release, dopo almeno 10 anni dalla loro prima uscita.
“Rispetto per quello che cerchiamo di gestire tutti i giorni, per i frutti, per la storia e per le persone interne ed esterne all’azienda” ha commentato Giampiero Bertolini, Amministratore Delegato di Biondi-Santi, durante l’ormai consueto appuntamento con la stampa per presentare non solo i vini, ma anche “La Voce di Biondi-Santi”, giunta alla sua terza edizione, audiolibro e podcast, che è possibile ascoltare grazie ai QR code presenti sui collarini delle bottiglie del millesimo 2018, ma anche dall’apposito sito www.lavocedibiondisanti.it. Quest’anno la storia dell’audiolibro, dal titolo “La Corona”, è stata creata da Joanne Harris, scrittrice affermata a livello internazionale, e viene narrata da Neri Marcorè per l’edizione italiana e da Tomas Arana per la versione inglese. Nei podcast, invece, che approfondiscono sempre il tema dell’anno, ovvero il rispetto, le conversazioni dell’amministratore delegato dal titolo: “Rispettare la storia raccontando il futuro”, quella di Federico Radi, Direttore Tecnico, “I vigneti storici, la nostra cassaforte”, e ancora il famoso velista Giovanni Soldini con “Non possiamo controllare la natura” e infine sempre Joanne Harris che parla anche del suo personale incontro con Biondi-Santi con “Il rispetto è un valore reciproco”.
Giampiero Bertolini, AD di Biondi-Santi
Il rispetto di un classico, guardando al futuro
“Rispetto non significa rimanere fermi, ma andare avanti con progetti che ci devono consentire di rispettare la leadership di Biondi-Santi, che supporta il territorio studiando i suoli e vecchie vigne” ha sottolineato ancora Bertolini, evidenziando il ruolo di un nome leggendario e iconico non solo per il territorio di Montalcino – risale al 1888 la prima bottiglia chiamata Brunello di Montalcino ad opera di Ferruccio Biondi Santi, nipote di Clemente Santi –, ma anche per il vino italiano e che la nuova proprietà (Biondi-Santi è stata acquisita nel 2017 dalla famiglia Descours, proprietaria del Gruppo EPI), intende custodire con grande cura dello stile e del blasone di questo nome, pur non rinunciando ad apportare novità e miglioramenti.
Rientra proprio in questa filosofia la scelta, ad esempio, appena entrati in azienda, di realizzare una parcellizzazione che ha interessato i 32 ettari di proprietà di Biondi-Santi e ha permesso di individuare le 12 parcelle che dal 2019 vengono vendemmiate e vinificate separatamente. Un’innovazione differente rispetto al passato, quando i tre vini, Rosso, Brunello e Riserva, si distinguevano solo per l’età delle vigne di provenienza. “Stiamo continuando nel lavoro di studio e parcellizzazione” ha spiegato Federico Radi, enologo e direttore tecnico della storica cantina, che ha anche sottolineato come il processo di creazione del blend tra le varie parcelle può durare molti mesi. “Abbiamo le idee molto chiare circa la composizione dei suoli delle parcelle che abbiamo individuato, stiamo invece continuamente ancora studiando la reazione delle uve a seconda delle annate sulle diverse parcelle”. Insomma, un lavoro delicato e complesso, vista la notevole quantità di variabili che possono entrare in gioco ogni anno.
Federico Radi, enologo e direttore tecnico dell’azienda
I vini
Brunello Di Montalcino 2018, 13,5%.
Vinificazione in tini di varie dimensioni e materiale (acciaio inox, legno e cemento). Maturazione in botti di medie e grandi dimensioni di rovere di Slavonia
“È stata un’annata fresca con ben 650 millimetri di pioggia che ha portato a una grande vigoria delle piante, gestita con grande puntualità negli interventi” ha spiegato Federico Radi introducendo il nuovo millesimo entrato in commercio dall’1° marzo. È un Biondi-Santi molto classico, come d’altronde ci si aspetta, a tratti severo in questa prima fase di vita, dopo aver trascorso già un anno di affinamento in bottiglia in azienda. La vendemmia è iniziata il 16 settembre nella porzione più bassa verso Buonconvento ed è ricominciata dopo tre giorni di vento di Tramontana che ha asciugato per bene tutti i grappoli. “È stato necessario aspettare e questo ci ha premiato – continua Radi –. Ci ha premiato anche la parcellizzazione che avevamo già iniziato”. È un vino nel complesso sottile ma non esile, delicatamente floreale, con le note di violette in grande evidenza che si alternano a quelle di liquirizia e mandorle. Con l’ossigenazione si arricchisce di sfumature di confettura di lamponi, cassis, una nota agrumata ed erbe mediterranee. Al palato ha un tannino nervoso, quasi scorbutico in questa fase, ma sempre molto fine nella grana: l’allungo è ferroso, ematico, con una freschezza ben presente. La scommessa sarà la tenuta nel tempo sulla quale in azienda non hanno dubbi, per merito della grande e vivace acidità del sorso.
Le Riserve “La Storica”
Con il nome de “La Storica”, Biondi-Santi indica quelle Riserve che vengono rilasciate ad almeno 10 anni dalla vendemmia. Le bottiglie riposano “nude” in apposite celle, ognuna dedicata ad un’annata, e vengono “vestite” solo al momento in cui lasciano la cantina, con etichetta, capsula e una retroetichetta su cui, a partire dal 2020, si certifica la data di rilascio. In azienda sono conservate tutte le bottiglie prodotte di Riserva di Brunello di Montalcino, cioè 42, a partire dal 1888, anno nel quale fu prodotta la prima bottiglia e di cui esistono ancora due esemplari.
Nel 2024 Biondi-Santi ha scelto di rilasciare sul mercato, come al solito in quantità molto limitate, le annate 2010 e 1988.
Brunello di Montalcino Riserva 2010 “La Storica”, 13,5%
Questa Riserva è stata prodotta con il clone BBS11 (Brunello BIondi Santi 11), individuato e selezionato negli anni Settanta in azienda. Le uve provengono dalle vigne più vecchie con più di 25 anni di età. Ha maturato per 3 anni in botti di rovere di Slavonia
Semplicemente, monumentale. Un vino magnifico, ricco ed elegante, sinuoso ma austero e di carattere, in grado di una progressione al naso e al palato come solo i vini di grande razza e carattere che promettono longevità importanti. L’annata, riportano le cronache e la stessa azienda, è quanto di meglio ci si possa aspettare in viticoltura: primavera piovosa, estate assolata il giusto, con una lieve pioggia a fine agosto. La vendemmia fu posticipata al 19 settembre “per avere più materia ed armonia” commenta sempre Federico Radi. Al naso è un’esplosione di piccoli frutti, dolci e delicati, che si alternano a note di carrube, confetture di lamponi, pot-pourri di rose e viole, radice di liquirizia e pepe bianco. La trama tannica è importante, ricca, carnosa, ma al tempo stesso di una grana così sottile e ben definita da essere perfettamente godibile. Freschezza e sapidità ovviamente sorreggono il sorso con grande nerbo. La lunghezza è quasi interminabile. È un vino ancora in fieri e giovane, sebbene perfettamente godibile.
La 2010 uscì nel 2016, questa seconda uscita è stata fatta in assenza della Riserva 2017.
Brunello di Montalcino Riserva 1988 “La Storica”, 13%
Clone, età delle vigne e maturazione sono identici alla Riserva 2010
“Qui si capisce perché Biondi-Santi è Biondi-Santi” esclama con grande convinzione Radi. È un vino che ha un valore anche simbolico, considerando che esattamente 100 anni prima di questo millesimo venne prodotto il primo Brunello. Ma al di là degli anniversari, ciò che incanta, anche in questo caso, è ciò che si disvela nel bicchiere. Come la 2010, anche la 1988 fu annata molto fortunata e sotto molti punti di vista simile proprio alla 2010 per l’andamento, sebbene appena più piovosa d’estate. Al naso le lievi note terziarie che cominciano a fare capolino – foglie secche e terra bagnata – e si fondono perfettamente con quelle che ricordano la polvere del cacao, il cuoio e un profluvio di spezie, dal pepe allo zenzero, con cenni ancora fruttati più scuri, di visciole. La trama tannica è una carezza, rifinita, sottile. Lungo, sapido, carnoso, sebbene meno ricco in struttura della 2010.