Cantina della Volta, quando il Metodo Classico è una missione
In provincia di Modena si trova uno dei vertici qualitativi del Metodo Classico italiano. Deus ex machina è Christian Bellei, che valorizza sia l’autoctono lambrusco di Sorbara che classiche varietà internazionali come lo chardonnay e il pinot nero.
Vi sono progetti ambiziosi che sin da subito si dimostrano vincenti e ottengono un notevole successo di critica e di pubblico. È il caso della Cantina della Volta con sede a Bomporto di Modena, nata nel 2010 per iniziativa di un gruppo di amici che hanno chiesto all’enologo Christian Bellei di produrre Metodo Classico di nicchia, longevi e di ottima fattura. Un’intuizione che si è dimostrata vincente, considerando che la maggior parte di vini di questo territorio viene prodotta in autoclave e che consente a Cantina della Volta di affrancarsi completamente da un’identità incatenata alla logica del vino giovanile e spensierato che spesso mira solo alla facilità di beva.
La quarta generazione della Famiglia Bellei
Il progetto della Cantina, a pensarci bene, non è così azzardato. Perché Christian Bellei ha visione, raro talento e scrupolosità nel lavoro. Ultimo, ma non meno importante, Christian rappresenta la quarta generazione della famiglia Bellei, imprenditori vinicoli a Bomporto dal 1920 che hanno scritto pagine di storia delle bollicine emiliane e vantano una tradizione legata alla rifermentazione in bottiglia. È questa la genesi, secondo quanto ci spiega Angela Sini, amministratore delegato e responsabile commerciale e marketing, durante un incontro con l’azienda.
“Fu suo padre, Giuseppe – per tutti Beppe –, appassionato di Champagne e spumantizzazione che vinificò i primi Metodo Classico. Correvano gli anni Settanta”. Il marchio Bellei & C. è poi stato acquistato dalla famiglia Cavicchioli (in seguito assorbito nel Gruppo Italiano Vini) e a Christian sono rimasti grande savoir-faire, i vigneti e la cantina. L’edificio, a pochi passi della Darsena settecentesca dove il canale Naviglio sfocia nel Panaro, è oggi sede della Cantina della Volta. La Volta: nome che vuol ricordare la manovra che effettuavano in passato le barche sul canale per il loro ritorno verso Modena.
Il Metodo Classico incontra il lambrusco di Sorbara
Il risultato? Il Metodo Classico incontra l’emiliano lambrusco di Sorbara nonché i francesi pinot nero e chardonnay: due linee per 15 ettari che danno origine mediamente a 130mila bottiglie annue. Il lambrusco di Sorbara, vitigno portabandiera dell’omonima DOC, è il cuore pulsante della produzione. “Le uve giungono da conferitori di fiducia trentennali: cinque ettari di vigneti che poggiano sui suoli sabbiosi di Sozzigalli” racconta Marco Landi dell’ufficio commerciale che ci ha illustrato le caratteristiche salienti della Cantina. “Un vero e proprio cru sulla sinistra del fiume Secchia. Alcuni di essi sono piantati a bellussi, vecchio sistema di allevamento che non è meccanizzabile. Scegliamo ogni anno l’uva migliore. Costa il doppio, ma ne vale proprio la pena”.
Con i vitigni francesi la Cantina si afferma anche nel segmento dei Vini Spumanti di Qualità: allo chardonnay e al pinot nero, infatti, è riservata l’intera linea denominata il Mattaglio. “Sono coltivati nei dieci ettari del Podere San Lorenzo sulle colline dell’Appennino Modenese, a Riccò, una delle tante frazioni di Serramazzoni. È stato Beppe Bellei ad acquistarlo. L’aveva scelto per il terreno e per l’alta quota” continua Marco Landi. Calcare, argilla, e uno strato superficiale di gesso a ricordare l’amata Champagne; e una quota strategica di 650 metri s.l.m. – specie in considerazione del global warning che ovviamente preoccupa anche in Emilia – per mantenere l’acidità, alleato imprescindibile di chi fa bollicine.
Delicatezza e sobrietà
In cantina, tutte le carte sono in regola (ne siamo stati testimoni oculari): tini d’acciaio inox termo-condizionati, una linea di degorgiatura, un’altra di dosaggio, e una pressa Bucher Vaslin a membrana per garantire una pressatura misurata delle uve. “Ne pressiamo tre qualità, ma usiamo soltanto la prima perché ha un pH vicino a 3. Alle volte anche sotto. Consente di eliminare i batteri e il colore rimane fisso a lungo”.
E nel bicchiere? Il perlage, i profumi, il sapore: niente è mai smisurato. Tutto è calibrato. Sono stati alcuni Metodo Classico più rappresentativi di Christian a fare da filo conduttore a una degustazione che indubbiamente ha fotografato le sue abilità così tanto attese. Al netto di annate e affinamenti sui lieviti anche molto diversi, i vini – tecnicamente ineccepibili – trovano un loro comun denominatore: oltre alla componente zuccherina, sempre calibrata, si tengono al riparo dall’ostentazione in termini di saturazione aromatica e assumono invece connotazioni delicate, se non proprio leggiadre, per fare della sobrietà la loro arma migliore.
A margine: a completare le due linee di Metodo Classico, vi sono due etichette di rifermentati in bottiglia frizzanti da uve lambrusco di Sorbara: il “Rimosso” e “La Volta”. La voglia di sperimentare, poi, non manca: Cantina della Volta dovrebbe esordire l’anno prossimo con un nuovo Metodo Classico.
La degustazione
Vino Spumante di Qualità “Mattaglio Dosaggio Zero” 2020
(sboccatura maggio 2023)
57% chardonnay, 43% pinot nero
Luminosità nel colore paglierino e bollicine persistenti. Provvisoriamente muto, con l’aria i profumi guadagnano una precisione millimetrica: basilico, Granny Smith e fiori bianchi (ginestra in primis). In bocca, la carbonica sostiene e il gusto cammina velocemente, con acidità vivissima e generosa persistenza su una mineralità che richiama la calce. Grande è la curiosità nel vedere come la sua seduttività – ancora giovanile – evolverà.
Lambrusco di Sorbara DOC Spumante Brut “Rosé” 2018
(sboccatura marzo 2024)
Poco saturo nel colore. Corredo olfattivo sottile ma non esile, senza un orpello di troppo: lampone, melograno, cipria. E in filigrana, una rosa. Pieno di succo e calibrato nel sapore, è illeggiadrito da una carbonica misurata. Arco gustativo di buona lunghezza che si congeda su toni di china calissaia. Si è inoltre assaggiato uno strepitoso 2011 (sboccatura febbraio 2016), vertice della degustazione: un vino che non accenna a flettere: profumi di albicocca, cipria, menta; e bocca materica, dall’effervescenza vitale.
Vino Spumante di Qualità “Mattaglio Blanc de Noirs” Brut 2016
(sboccatura marzo 2022) 100% pinot nero; prodotto solo nelle annate migliori
Brillante paglierino. Mutevole il paesaggio dei profumi, suadente e austero al contempo. Esordisce sull’erba falciata e la pera per poi progredire verso sfumature più scure di mallo di noce e qualcosa di inafferrabile per chi scrive. Attacco di bocca preciso, seguito da un piccolo debito nello sviluppo del sapore che però non ne sminuisce le virtù. Spuma “cremosa” didascalica e allungo duraturo su una cospicua dotazione salina. Riteniamo altamente qualificante l’assenza di amarognolo in chiusura, sovente riscontrato nei Blanc de noirs. Vivrà fino a tarda età.
Vino Spumante di Qualità Brut “Christian Bellei Millesimato” 2016
(sboccatura aprile 2023) Lambrusco di Sorbara vinificato in bianco
Vino ancora sperimentale. Sono cinque i millesimi prodotti: 2012, 2013, 2015, 2016 e 2017 (quest’ultimo verrà a breve messo sul mercato). Invitante paglierino con catenelle durature. Nel bouquet si assiepano sentori focalizzati: all’esordio agrumato di cedro e salvia seguono la vaniglia e una traccia di nocciole tostate. Delicato nel tocco, leggero – che non vuol dire acquoso –, rettilineo, dove la freschezza è in buona sinergia con la componente salina. Il sapore permane tenacemente su una tensione agrumata. La dimostrazione di quanto la complessità possa collimare con la piacevolezza di beva. L’assaggio del millesimo 2012, per giunta, conferma il potenziale evolutivo del Sorbara: ha naso fine – specie di mandorla e salgemma –, bella presenza fisica – che mai si allarga –, e finale esteso.
Lambrusco di Sorbara DOC Spumante Brut “Trentasei” 2015
(sboccatura febbraio 2024)
Profilo cromatico rubino, in forma. Dopo un fulmineo sbuffo di volatile, il naso è possente, anzitutto di mora di rovo e rabarbaro, punteggiato qua e là da profumi balsamici e di lillà. Medesima potenza al palato: ampio e articolato nel centro bocca, vitale nella forza tattile, piuttosto avvolgente, cui si contrappone la sapidità. Livello qualitativo notevole nella progressione finale che esce su note persino marine. L’innalzamento della temperatura non lo fiacca, al contrario.
Lambrusco di Sorbara DOC Spumante Brut “DDR” 2015
(sboccatura marzo 2023)
Sono solo due le annate in cui è stato prodotto: 2009 e 2015. A scanso di equivoci, DDR sta per “Degorgiatura Dosaggio Recente”. Smagliante rubino. Si esprimono note di muschio, un frutto netto e succoso di mirtilli, e un che di ematico. Assaggio d’impatto, affilato, supportato dalla fragranza dei lieviti. Una tenue scia conclusiva su un frutto confinante la surmaturazione marca la quota di zuccheri residui in chiusura. Un vino da godersi come persona che ha raggiunto una sufficiente maturità sensoriale.
Photo Credits: Cantina della Volta, Valeria Mulas