Cantina Vignaioli Morellino di Scansano: lunga vita al vermentino
A Milano è stato presentato il San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana DOC 2023, la nuova etichetta della cooperativa grossetana. Il vino bianco piace e il vermentino diventa protagonista anche in Maremma.
Se siamo abituati a pensare alla Maremma Toscana come a una terra di rossi e con il Morellino di Scansano come vino bandiera del territorio, la nuova proposta della cantina Vignaioli Scansano traccia una strada diversa, testimoniando come il pensiero out of the box e lo scardinamento dei luoghi comuni siano una formula decisamente vincente. E se il vermentino per molto tempo è stato “vissuto” e degustato come un vino dell’estate, il “grande classico” delle serate allegre e vacanziere “easy-to-drink”, la degustazione ha invece confermato il potenziale di longevità che riesce a esprimere. A Milano presso il ristorante Trippa è stata presentata la nuova creazione da uve vermentino 100%: si tratta del San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc 2023, che arricchisce la linea “Le Vigne”. Una scelta anche strategica, visto l’ampliamento della superficie vitata dedicata a questo vitigno da parte della cantina. “Accarezzavamo da tempo l’idea di lavorare sul lungo affinamento del vermentino – spiega Benedetto Grechi, Presidente di Cantina Vignaioli Morellino di Scansano – e con San Bruzio ci siamo riusciti. Vogliamo esplorare tutte le sfumature e raccontare la versatilità di questa varietà, che nella Maremma ha trovato il luogo ideale, dove le sue caratteristiche possono esprimersi al meglio. Nella linea Le Vigne erano già presenti San Rabano Vermentino Maremma Toscana Spumante DOC e Vigna Fiorini Vermentino Maremma Toscana DOC. Da lì l’idea del San Bruzio. Si tratta di un vino che si può bere giovane, ma regala note e sensazioni straordinarie a due o tre anni dalla vendemmia”. La nuova referenza prende il nome dall’antica canonica di San Bruzio, costruita attorno all’anno Mille, nei pressi del borgo di Magliano in Toscana in provincia di Grosseto, forse sulle spoglie di un tempio pagano. Oggi rimangono solo i resti delle antiche vestigia, ma il fascino del luogo è immutato.
La Maremma: il vino è di casa
Si tratta di un territorio vasto che si estende da Pisa e Livorno fino al Lazio settentrionale: il panorama è delimitato dal Monte Amiata a Levante e dall’Isola del Giglio e dal Mar Tirreno a Ponente. Accoglie un clima mediterraneo lungo la costa, con estati calde e soleggiate, mezze stagioni piovose e inverni temperati, mentre assume caratteri più continentali via via che si procede verso l’interno e nelle zone in cui l’altitudine è maggiore, come Scansano e Manciano, dove gli inverni hanno temperature medie inferiori. La Cantina Vignaioli Morellino di Scansano conta 700 ettari tra la zona collinare della provincia di Grosseto, i fiumi Ombrone e Albegna, l’intero territorio di Scansano e parte di Compagnatico, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbenga e Semproniano. Il suolo è diversificato e in gran parte caratterizzato da flysch e rocce sedimentarie per lo più composte da argilla scagliosa di origine pliocenica, determinando un sottosuolo ricco di pietrisco e in generale di scheletro.
Il San Bruzio
San Bruzio viene prodotto con uve vermentino, coltivate a cordone speronato su un terreno prevalentemente arenario limoso. Circa un terzo dei grappoli utilizzati viene raccolto a maturazione regolare e mantenuto in cella, mentre il resto rimane in vigna per altre due settimane per favorire lo sviluppo di aromi fruttati. Dopo 48 ore di macerazione a freddo con le bucce, si estrae e fermenta il mosto fiore; segue affinamento in acciaio per sei mesi sulle fecce fini. Una volta pronto, il vino viene imbottigliato a partire dal mese di luglio successivo alla vendemmia. Il vino proposto in degustazione condotta dal giornalista Aldo Fiordelli con il Direttore Generale della cantina Sergio Bucci, racconta di un vitigno che sente il mare, proprio perché non distanti dalla costa, solo 7 chilometri a circa 100 metri sul livello del mare. Non fa legno né anfora: solo acciaio per rispettare completamente il varietale senza alcuna compromissione. L’acino ovale e dalle dimensioni piuttosto sostenute viene pressato delicatamente: si tratta di un passaggio importante per conservare il patrimonio aromatico delle uve. L’avvio è floreale: al primo impatto melone, mela, pera e albicocca, ginestra e susina gialla, con una parte salmastra che è già protagonista al naso. Seguono note esotiche per uno stile molto aggraziato e quasi primaverile. La bocca è setosa e freschezza e grassezza sono piacevoli e ben declinate. 14% di alcol in volume, che in degustazione appare ben gestito. Al palato è pieno: spicca la sapidità che, unita alla freschezza, vivacizza la struttura marcata. Il sorso è lungo: dominano le note sapide avvertite all’olfatto. Il calice accompagna perfettamente piatti di pesce, carni bianche o formaggi freschi. Un vino da consumare in gioventù, ma che, grazie alla freschezza, può affrontare la prova del tempo con sicurezza e agilità. Per il momento solo 6.000 bottiglie, destinate comunque ad aumentare a 20.000 secondo i piani strategici dell’azienda.
Il Vigna Fiorini
Dopo l’anteprima, la degustazione è proseguita con una miniverticale del Vigna Fiorini con un messaggio importante: il vermentino ha un interessante potenziale di invecchiamento. Le annate 2021, 2020, 2019 e 2018 del Vigna Fiorini presentano, oltre al vermentino, anche una piccola quota di viognier, che può variare dal 10 al 15%: quest’ultimo viene vendemmiato senza maturazioni spinte e mantiene la sua texture cremosa senza eccessi. Lascia, in buona sostanza, spazio al vermentino, con le note di erbe aromatiche e di macchia mediterranea. Sono vini freschi, dalla grande attrattiva, ma che, attraverso calici che raccontano tempo e vendemmie diverse, attestano una valida capacità di tenuta. L’acidità non è mai esuberante, compensata da una straordinaria sapidità che evoca sentori iodati. Brezze marine che si fondono su profumi di grande nitidezza e pulizia, con sensazioni agrumate di cedro, scorza di limone e pompelmo, che regalano un effetto molto rinfrescante. Sono vigne che guardano al mare e che naturalmente dialogano con le onde, con gli scogli e con il sale. La sapidità conferisce al sorso un grande allungo, uno slancio potente e dinamico. Il bouquet di fiori si fonde in sentori vegetali di erba sfalciata, con sbuffi mentolati e balsamici: il carattere dei vini è vibrante, con evidenze di alghe e pepe bianco, che talvolta si fondono in note di idrocarburi. L’annata 2018, quella più indietro nel tempo, ha un sorso ricco, pieno, opulento, con ricordi fruttati di prugna, di ananas e di mango, e note evidenti di idrocarburo tra ricordi di timo, elicriso, rosmarino e melone invernale. Una chiusura che evoca il marzapane e lo zucchero filato, ma che ancora presenta una bella acidità. Sono vini dotati di grande coerenza con uno stile marino, sapido e salmastro, con una freschezza mai invadente ed elegante. Il sorso è e resta persistente: l’energia arriva dal sale della terra, corredata anche da una bella avvolgenza e da una morbidezza composta. “Equilibrio” tra la parte alcolica, l’acidità e la morbidezza sembra essere la parola chiave. La produzione del Vigna Fiorini si attesta intorno alle 23.000 bottiglie, con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Wine & Food Pairing: Trippa Milano
Trippa a Milano, trattoria o osteria come viene definita ma, in realtà, tempio della buona cucina e di una grande attenzione alle materie prime, ha presentato una proposta gastronomica molto interessante legata alla tradizione milanese: vitello tonnato, in abbinamento al San Rabano Vermentino Maremma Toscana Brut, uno Charmat da sole uve vermentino, risotto allo zafferano e arancia con il Ciliegiolo 2023, e, data anche la vicinanza beneaugurante con l’inizio dell’anno, cotechino artigianale con purè di patate e verza, che ha trovato nel Morellino di Scansano Vigna Benefizio 2023 l’abbinamento ideale. Vini agili, piacevoli e conviviali, versatili con i diversi piatti e decisamente interpretati in chiave moderna, senza opulenza o sontuosità.
La Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano
Nata nel 1972, è stata tra i promotori nel 1978 della DOC Morellino di Scansano. Negli anni Ottanta i soci della Cooperativa decidono di investire sulla qualità dei loro vini nonostante il mercato, all’epoca, preferisse le grandi quantità: una scelta lungimirante che ha premiato il percorso della Cantina. Negli anni a seguire la richiesta e la popolarità del Morellino di Scansano hanno proseguito la crescita: l’area di vinificazione è aumentata e nel 2005 è stata ampliata anche la zona dedicata all’affinamento del vino, mentre nel 2010 sono state riviste le pratiche di cantina e di vigneto in ottica di sostenibilità e di impatto ambientale. Tra il 2016 e il 2018 la sede è stata interamente ristrutturata con l’aggiunta di un’area dedicata all’accoglienza. Presidente è Benedetto Grechi, presente all’incontro a Milano e in carica da oltre trent’anni, affiancato dal Vicepresidente Enzo Babbanini: dal 2010 Sergio Bucci è il Direttore Generale. I numerosi espressi sono da big farm: 5 milioni di bottiglie prodotte, di cui 2,2 milioni di Morellino di Scansano DOCG (20% della produzione della denominazione), con 700 ettari di vigneti, 170 soci e 30 dipendenti. Il fatturato 2023 registra 15,5 milioni di euro. I risultati derivano dal lavoro di squadra e dal sostegno reciproco, valori che la Cantina si impegna a riconoscere con la distribuzione degli utili tra i soci, supportando in questo modo circa 170 famiglie. Una cantina attenta alla comunità in cui è inserita: è stato inoltre intrapreso un percorso nel segno della sostenibilità ambientale attraverso l’adesione al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente, con cui si impegna a ridurre l’impronta di carbonio della coltivazione delle proprie vigne: ha ottenuto le certificazioni Carbon Footprint nel 2014 e VIVA Sustainable Wine nel 2015. Nel luglio del 2018 l’Unione Europea ha conferito al Morellino di Scansano DOCG la certificazione PEF (Product Environmental Footprint), che misura l’impronta ambientale sull’intera filiera, dal vigneto fino allo smaltimento dell’imballaggio.
Se i trend legati al vermentino sono in crescita, la Cantina Vignaioli Scansano ha assunto decisamente un piglio contemporaneo, che non risponde alla volontà di seguire le mode o di volontà glamour, ma è figlia di un credo profondo che intende investire nel vitigno e nei vini bianchi: non solo quindi profumi caratterizzati da presenze floreali e agrumate, ma sorsi sapidi, freschi, dalla piacevole lunghezza ed eleganza. E che possano esprimere la magia dell’attesa, con fierezza nell’affrontare lo scorrere del tempo.