Cantine Etiche, un viaggio inedito nell’anima imprenditoriale dell’Umbria
L’Umbria: un territorio, mille storie
C’è una magnifica regione, l’Umbria, e c’è un gruppo di sei produttori mossi da una visione comune e poi ci siamo noi, gli spettatori, che a questo progetto forniscono l’humus necessario al suo sviluppo. Questa è l’Umbria, il cuore verde dell’Italia, come recitava e recita ancora il famoso slogan nato negli anni Settanta che già preannunciava la vocazione alla sostenibilità ambientale e alla conservazione del patrimonio storico-culturale di questa regione. In Umbria, dove i paesaggi si dipingono di dolci colline e antichi borghi, nasce il Marchio Cantine Etiche, un progetto imprenditoriale che va ben oltre la semplice produzione vinicola. “Cantine Etiche” rappresenta molto più di una rete di aziende: è un manifesto di valori, un racconto di passione, sostenibilità e connessione profonda con la terra di origine. In un territorio che dal punto di vista vitivinicolo non sta nella Top Ten italiana, puntare sui valori etici sembra essere una buona strada. In fondo, in ogni regione, in ogni luogo del mondo si possono fare, e si fanno, vini buoni, tecnicamente ineccepibili, ma quanti hanno il coraggio di dare meno importanza al sistema delle denominazioni e giocare i propri atout su valori impalpabili? La tre giorni a contatto con queste magnifiche realtà mi hanno convinto che questa strada intrapresa ha molti buoni motivi per avere successo e per fare da traino per altre realtà.
Le radici di un progetto visionario
Tutto è iniziato con sei imprenditori accumunati da un legame viscerale con l’Umbria. Non si trattava semplicemente di produrre vino, ma di custodire e valorizzare un patrimonio secolare. Ciascuno di loro porta con sé una storia di famiglia, di rispetto per i luoghi, di attaccamento a quella terra che ha nutrito generazioni. Nei tre giorni trascorsi da ospiti ne abbiamo visitate quattro, sufficienti per capire che lo spirito che li accomuna è saldo e ben radicato. Merito di un progetto che ha come premessa un Codice Etico, una bussola morale declinata in pochi ma semplici passaggi che ne costituiscono i principi cardine:
– sostenibilità ambientale come filosofia di vita;
– valorizzazione del capitale umano;
– trasparenza nelle relazioni commerciali;
– qualità come espressione di rispetto per il consumatore;
– innovazione nel solco della tradizione.
Ben presto, quello che sembrava un semplice accordo commerciale si è trasformato in qualcosa di molto più profondo. Il Codice Etico diventa la carta costituente di questa rete, un documento che ne esplica le modalità di adesione, una strada per superare gli standard imprenditoriali tradizionali allargandone gli obiettivi e provare a reinterpretare l’impresa come un servizio alla comunità. Ogni azienda di questa rete rappresenta un tassello di un mosaico più ampio. Non più produttori isolati, ma un network che condivide conoscenze, sfide e visioni. L’obiettivo non è solo produrre vino di qualità, ma raccontare un territorio, preservare un patrimonio culturale e naturale e investire sull’accoglienza e sull’enoturismo che sembra essere l’unica via percorribile per una crescita armoniosa. Spogliare in parte il mondo del vino di sovrastrutture per riportare le cantine al centro del “buon vivere”. Cantine e Aziende vitivinicole come luoghi “da vivere” e non come asettici mausolei dove si celebra la tecnica.
Le Aziende: storie di territorio e innovazione
Ruffo della Scaletta: un ecosistema di biodiversità e tradizione
Un progetto agricolo che abbraccia 650 ettari di territorio umbro, Ruffo della Scaletta rappresenta molto più di una semplice azienda agricola. È un racconto di equilibrio, di rispetto della natura e di visione strategica che attraversa le generazioni.
La filosofia aziendale si riassume in un concetto cruciale: la sostenibilità non è uno slogan, ma un percorso di ricerca continua. Dei 650 ettari totali, ben 150 sono dedicati al bosco – un polmone verde che garantisce un perfetto equilibrio tra natura spontanea e terre coltivate. I vigneti, che occupano solo 30 ettari, sono parte di un sistema molto più ampio e complesso.
Rufo Ruffo, attuale conduttore dell’azienda, incarna la figura dell’imprenditore agricolo moderno che coniuga il pragmatismo con la storia famigliare. La sua “visione” è un equilibrio sottile tra i valori di un’attività storica radicata nel territorio e l’energia propulsiva del futuro.
Le scelte agronomiche sono rigorose e certificate. La conduzione “integrata” SQNPI punta alla drastica riduzione di sostanze chimiche, consumo di acqua e di energia ridotti. Un impianto di biogas per l’energia rinnovabile testimonia l’impegno concreto verso l’autosufficienza energetica, dimostrando come sostenibilità ambientale ed economica possano camminare insieme.
I vini di Ruffo della Scaletta raccontano una storia di rinnovamento. Negli ultimi anni, l’azienda ha intrapreso un percorso di rivalutazione delle varietà tradizionali, cercando di legare in modo più marcato ed evidente i propri vini al territorio. L’obiettivo non è la produzione di massa, per la quale già primeggiano vendendo molte delle proprie uve ad altri, ma l’aumento di etichette proprie attraverso le quali valorizzare maggiormente i vitigni locali e realizzare vini popolari ma non privi di ambizione.
I vini assaggiati a Ruffo della Scaletta
- SELVA, Umbria bianco IGT (trebbiano e malvasia)
- TOIANO, Umbria rosso IGT (sangiovese)
- CILIEGIOLO DI NARNI, Ciliegiolo di Narni IGP
- CILIEGIOLO ROSATO, Ciliegiolo di Narni IGP
- NAR, Umbria Vermentino IGP
- BOCCAPIEGA, Umbria Grechetto IGP
- PODERE MONTINI, Ciliegiolo di Narni IGP
- FERONIA, Ciliegiolo di Narni IGP rosato Metodo Classico
- CAMMINATA, Merlot Amelia DOP
- COLLEMARCO, Umbria rosso IGP (Cabernet Franc e Sauvignon)
Montoro: Il Borgo che diventa azienda
Immaginate un piccolo borgo storico dominato da un castello, dove la storia si intreccia con l’innovazione agricola. Questo è Montoro, un’azienda che non è solo un luogo di produzione, ma un racconto vivente dell’Umbria. Patrizio e Flaminia Patrizi Montoro guidano l’azienda che si configura come un ecosistema complesso: 4000 ulivi, un bosco di lecci, quasi 70 ettari vitati, pascoli e seminativi. Un patrimonio che va molto oltre la semplice produzione. I vigneti rappresentano un work in progress: metà è già in produzione con vitigni classici come sangiovese, merlot, syrah, grechetto, chardonnay e trebbiano, mentre l’altra metà è in fase di ristrutturazione. Un approccio dinamico che racconta la volontà di rinnovamento costante.
Il progetto più ambizioso è la trasformazione globale dell’azienda. L’obiettivo è creare una cantina modello e un’attività ricettiva innovativa e sostenibile. La vecchia fiaschetteria che si affaccia sulla Piazza Baronale si sta evolvendo in un bistrot, mentre lungo il Fiume Nera sta prendendo corpo la loro idea di turismo enogastronomico.
Santo Iolo: poesia dell’enoturismo
Nell’Umbria meridionale, Santo Iolo rappresenta l’emblema di come vino, ospitalità e paesaggio possano fondersi in un’esperienza unica. Due colline si fronteggiano: su una la cantina, sull’altra un casale che racconta secoli di storia. L’architettura è essenziale: tre archi di pietra e un grande portico proteggono i vini nel ventre della terra. I vini nascono da un terreno geologicamente unico: durante l’era del Pliocene, il mare ricopriva e si ritirava da questi luoghi, depositando conchiglie e minerali che oggi conferiscono ai vini una mineralità straordinaria. Rossi, bianchi, rosati e spumanti metodo classico diventano interpreti di questa storia millenaria. Il casale, risalente alla fine dell’Ottocento, è un gioiello: arredato con pezzi unici che mixano design e antiquariato, circondato da un giardino all’inglese con rose antiche. Persino gli animali – asini e galline di razza – fanno parte di questa esperienza immersiva.
I vini assaggiati a Santo Iolo
- MERLOT, Umbria IGT
- SYRAH, Umbria IGT
- SANTOIOLO, Umbria IGT (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah)
- MALBEC, Umbria IGT
- GIBIGIANA (Malbec)
- COSCIA DI NINFA, Rosato Umbria IGT (Alicante e Malbec)
Tenuta dei Mori: radici e innovazione
Villanova, un piccolo borgo nel cuore dell’Umbria, lungo la strada dei vini del Cantico che collega Todi e Assisi. Qui la famiglia Vicaroni ha scritto la propria storia fin dai primi del Novecento, con una tenuta di 12,5 ettari che racconta l’evoluzione dell’agricoltura umbra. Il nome “Mori” deriva dai gelsi (in dialetto “mori”) sotto i quali la famiglia tradizionalmente si riposava. Un dettaglio apparentemente minimo che invece racconta un legame profondo con il territorio. I terreni, prevalentemente argillosi e limosi, danno vita a vini dal carattere moderno. La produzione si distingue per blend innovativi che uniscono vitigni autoctoni come sangiovese e trebbiano spoletino con varietà internazionali come alicante, refosco e vermentino.
Le nuvole in etichetta non sono un caso: simboleggiano il legame inscindibile tra uomo e natura. Quella natura che quasi ti soffoca quando dalle ampie vetrate che caratterizzano le sale dell’area pranzo, lasci correre lo sguardo su paesaggi che ricordano le poesie di Leopardi.
I vini assaggiati a Tenuta dei Mori
- VELUM, Rosé Spumante Charmat (Pinot Nero)
- CUMULUS, Umbria rosso IGP (Sangiovese, Alicante e Refosco)
- STRATUS, Umbria bianco IGP (Vermentino, Trebbiano Spoletino e Verdicchio)
- ALTO CUMULUS, Umbria rosso riserva IGP (Sangiovese, Alicante e Refosco)
- NIMBUS Metodo Classico Brut (Pinot Nero e Riesling)
Collespino Tenimenti: la passione della tradizione
La storia di Collespino Tenimenti è indissolubilmente legata alla figura di Augusto Di Marziantonio, un imprenditore agricolo che ha fatto della multidisciplinarietà la sua forza. Laureato in Giurisprudenza con lode, avvocato specializzato in diritto agrario, Augusto ha alle spalle una lunga esperienza nel mondo agricolo che affonda le radici fin dal 1973. La sua carriera è costellata di incarichi importanti: presidente regionale di Confagricoltura Lazio, vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori, componente di diversi consigli di amministrazione. Un percorso che dimostra come la competenza agricola possa intrecciarsi con capacità manageriali e istituzionali.
Nel 2005, l’acquisto di un terreno a Narni segna una svolta. Un appezzamento di poco più di 3 ettari con un casale quasi completamente diroccato, i cui primi ambienti risalgono addirittura al 1650. Con l’aiuto della moglie Silvia, anche lei avvocato, Augusto ristruttura il casale con un’attenzione maniacale al rispetto delle strutture originarie.
Un nuovo fabbricato viene realizzato per ospitare una sala degustazione, locali per i dipendenti e un magazzino. Un vigneto di circa 1,20 ettari completa questo progetto, che diventa molto più di una semplice azienda agricola: è un atto di amore verso il territorio e la sua storia.
Villa Bucher: la poesia dei terreni vulcanici
Incastonata nel verde delle colline umbre, Villa Bucher è molto più di un’azienda vinicola. È un monumento al lusso, un paradiso in terra dal quale si aprono scenari mozzafiato, ma volendo approfondire è anche un racconto di geografia, geologia e passione. Situata nella Media Valle del Tevere, si estende su 65 ettari, di cui appena 6,5 dedicati alla produzione di uva. La particolarità di questa tenuta risiede nel suo microclima unico. A 450 metri sul livello del mare, i vigneti beneficiano di un’esposizione straordinaria, con un terreno vulcanico che dona ai vini un carattere distintivo. Non è un caso che i terreni vulcanici siano considerati tra i migliori per la coltivazione viticola. La filosofia produttiva è quasi filosofica: ogni uva viene raccolta rigorosamente a mano e vinificata separatamente. L’obiettivo non è la quantità, ma l’esaltazione delle caratteristiche di ogni singolo vitigno. I vini che ne derivano sono strutturati, longevi, capaci di raccontare un luogo attraverso il proprio profilo organolettico. Villa Bucher rappresenta una nicchia nel panorama vinicolo, ma con un obiettivo chiaro: essere accessibile a tutti coloro che cercano prodotti locali di qualità.
I vini assaggiati a Villa Bucher
- AURO BIANCO, Umbria bianco IGP (Grechetto e Sauvignon)
- AURO ROSSO, Umbria rosso IGP (Cabernet Franc)
- ROSADO, Umbria IGP (Cabernet Franc)
- ROSSO VULCANO, Umbria rosso IGP (Cabernet Sauvignon)
- TERRE DEI CASTELLI BIANCO, Umbria bianco IGP (Chardonnay)
- TERRE DEI CASTELLI ROSSO, Umbria rosso IGP (Cabernet Sauvignon)