Chi (r)osa vince
L’Associazione Italiana Sommelier, l’associazione InspireMi e Le Donne del Vino: un incontro presso la sede di AIS Italia a Milano per parlare di vino, dalla parte delle donne e con le donne. Con la moderazione di Emanuele Lavizzari, sommelier e giornalista, e con la regia di Maristella Mangiarotti, Capo Ufficio Sede Centrale e Relazioni Esterne, un confronto autentico con voci autorevoli del mondo del vino a testimonianza di un percorso di genere vissuto con qualche salita. Ma sempre con forza, ironia e sorriso.
La sede di AIS nazionale trasformata in un salotto per mettere a fattor comune esperienze di vita legate al mondo del vino da punti di vista diversi, con l’obiettivo di comunicare il valore del ruolo femminile all’interno del mondo vitivinicolo e di contaminare altri ambiti attraverso le testimonianze di chi è sempre e comunque in prima linea. Racconti di parole e di gesti, per un effetto domino che si avvale di energia, scelte, professionalità e determinazione: perché spesso tra donne non ci si “conosce”, ma ci si “riconosce”. E anche se il background professionale o la matrice culturale può essere diversa, la comunione valoriale è unica e propulsiva. Il gender è un tema complesso, che va affrontato da punti di vista diversi, con una visione allargata che tenga conto anche dell’attività formativa e della capacità di comunicare e di coinvolgere. Il ruolo della donna, che ancora non trova piena valorizzazione in tanti mondi professionali, si rivela invece eversivo nel mondo del vino, proprio per la portata talvolta dirompente e di forte discontinuità rispetto al passato. È ancora presto per sentirsi “arrivate” e sicuramente la strada da fare è ancora molto lunga. Ma le testimonianze delle speaker di questo incontro hanno dato nuova linfa a un percorso che ha consentito di uscire dal cono d’ombra in cui, per troppo tempo, le donne sono state relegate.
Storie di donne nel mondo del vino
Sul palco virtuale solo donne: Laura Beretta, cofounder di InspireMi, Tiziana Gandolfo, sommelier AIS e Donna del Vino, Daniela Mastroberardino, produttrice e Presidente Nazionale de Le Donne del Vino, Paola Longo, enotecaria e Vicepresidente de Le Donne del Vino, e Adriana Valentini, sommelier AIS. Donne con il desiderio di raccontarsi, unite dall’obiettivo di condividere esperienze, visioni e missioni, narrate con ironia, con uno spirito autentico e con un tone of voice molto coinvolgente. In platea altre donne, pronte all’ascolto e a fare domande, in un flusso di dare-avere che ha come fondamento il principio della restituzione, del give back, del poter dare e trasferire quanto si è ricevuto. È quell’effetto domino citato poco fa, che con velocità quasi insospettabile instilla scintille nelle coscienze e regala carburante in ottica d’identità di genere. Dopo i saluti del Responsabile Nazionale Area Eventi e Sociale Camillo Privitera, Laura Beretta, ha presentato i principi dell’associazione InspireMi: un movimento nato dal basso, dall’amicizia di quattro donne che, pur appartenendo a sfere professionali diverse, hanno dato vita a una realtà che ha come obiettivo la costruzione di un’architettura fatta di donne, inserite all’interno di un network che ne favorisce il confronto, la crescita, il sostegno. Tra loro ci sono medici, notai, avvocati, casalinghe, manager e pittrici: una biodiversità professionale volutamente ricercata, unita da un principio di aggregazione quasi spontanea e familiare: “Per la nostra associazione, nata recentemente, prevediamo una volontà di crescita non improvvisa”, precisa Laura, “ma graduale, legata a una conoscenza nel tempo, senza fretta. Crediamo nella formula del salotto, un luogo di incontro dove l’intreccio è la chiave per parlare, fare domande, ascoltare e far sentire tutte noi parte di qualcosa di più grande. Crediamo in quelli che definiamo argomenti inspirational: i settori professionali e gli ambiti familiari possono essere molto diversi, ma quello che una donna deve affrontare è spesso molto simile. Crediamo quindi nella condivisione di quello che abbiamo vissuto, convinte che le nostre testimonianze possano essere d’aiuto ad altre donne. Crediamo nella diversità e nella valorizzazione di queste differenze come fonte di ricchezza”.
Competenza, passione e determinazione
Tiziana Gandolfo ha cento vite e ha fatto del multitasking il proprio mantra operativo: arriva dal mondo del turismo, poi approda al vino ed è anche produttrice. Una storia di passione prima con l’organizzazione e l’apertura di un’enoteca poi con il legame forte con l’Associazione Italiana Sommelier: nelle sue parole una grande identità con i valori associativi, ma anche un amore sconfinato per la Sicilia, il suo territorio di elezione. Competenza, passione, determinazione, un vulcano di energia, esattamente come l’Etna, alle cui pendici svolge la sua attività. A lei abbiamo chiesto un consiglio per tutte le donne che si affacciano al mondo del vino: “Per prima cosa l’internazionalizzazione: conoscere le lingue oggi è fondamentale, il vero passaporto per un mondo senza confini. Formazione e preparazione rappresentano uno zoccolo duro senza il quale la competenza non può esistere. Infine, dal punto di vista dei comportamenti, è fondamentale osare, tentare, sperimentare nuovi percorsi, senza autolimitarsi o comprimersi all’interno di perimetri predefiniti, obsoleti e costrittivi. Le opportunità ci sono sempre, però purtroppo siamo noi donne talvolta a non coglierle e a porci un limite, pensando di dover mettere altre cose davanti: ciò che ripeto alle giovani donne è di non imporsi mai limitazioni e di cogliere ogni occasione per fare esperienza. Nel protocollo sono contemplate anche delusioni e fallimenti, ma l’importante è individuare sempre nuove strade, e trovare dentro di sé l’energia anche per ricominciare, reinventarsi, e avere il desiderio di fare la differenza”.
Nuotare controcorrente come un salmone
Paola Longo è enotecaria, titolare insieme ai fratelli dell’enoteca a Legnano che porta il loro cognome, e ricopre l’incarico di Vicepresidente de Le Donne del Vino. È nata nel vino, figlia di un emigrato dal Salento imbottigliatore. Sin da bambina giocava con etichettatrici, imbottigliatrici e con tutta la strumentazione necessaria per l’attività paterna. Entra giovanissima in azienda, frequenta il corso da sommelier e con tanta umiltà si guadagna uno spazio importante che oggi, con una certa soddisfazione, le conferisce sicurezza e autonomia, anche nei confronti dei fratelli più grandi come età e in esperienza. Si definisce un salmone, perché ha sempre nuotato controcorrente, portatrice di valori diversi, che ha difeso con determinazione. Consapevole del fatto che nel mondo del vino ci sia ancora tanta presenza maschile, guarda positivamente ai percorsi raggiunti negli ultimi anni e agli ingressi sempre più qualificanti delle donne nella filiera. “Noi siamo divulgatori del bere consapevole, del bere moderatamente. Come Donne del Vino stiamo entrando negli istituti turistici e alberghieri per comunicare la bellezza di questo mondo, che è patrimonio culturale del nostro Paese, perché nessuna altra area del pianeta produce dalle Alpi alla Sicilia. Questa è la vera sostenibilità: il ruolo dell’enotecario consiste anche nell’andare a selezionare, a prescindere dal biologico o meno, cantine e vini che abbiano un tipo di agricoltura e di lavorazione nel vigneto che tenga conto di questi aspetti, e che origini produzioni di qualità per la salute e il benessere del consumatore”.
Versatilità, organizzazione e sensibilità
Daniela Mastroberardino non ha bisogno di presentazioni: è Presidente de Le Donne del Vino ed è nata in una storica annata di Taurasi, in una famiglia del vino italiano. Nel 2013 la svolta e l’avvio di un percorso professionale che la porta a viaggiare e ad acquisire una prospettiva differente: ne coglie tante opportunità, prima insperate. Teme stereotipi di auto imposizione di limitazione che alcune donne sembrano porsi, ed è una forte sostenitrice della visione femminile come reale motore del cambiamento. Adriana Valentini è una sommelier AIS con una lunga esperienza in campo internazionale: nasce come interprete e traduttrice, poi la partenza per l’Australia e dieci anni a Londra hanno fatto di lei una professionista della sommellerie ad alto livello, con attività estere e con controparti esclusive, da teste coronate a consumatori dalle grandi pretese. Emanuele Lavizzari, che modera gli interventi e sintetizza di volta in volta la portata delle diverse testimonianze, chiede ad Adriana il racconto di alcune situazioni che ha vissuto lontano dal nostro Paese: molte esperienze sono divertenti, altre impegnative, sempre vissute con energia, positività e desiderio di mettersi in discussione. Un pensiero non “out of the box”, ma “into the box”, nel rispetto dei temi di genere e nella capacità di cogliere, sempre con il sorriso, le opportunità di incontro e di crescita, umane e professionali: “È importantissima la versatilità, il desiderio di conoscere mondi diversi e la capacità di organizzazione. Gestire tanti ospiti con sensibilità, gusto e culture differenti può risultare complesso: è necessario immedesimarsi in punta di piedi in ognuno di coloro che sono seduti al tavolo, per poter dedicare loro attenzione personalizzata. Nel contempo è necessario avere bene a mente gli obiettivi della cantina, del club e del ristorante per cui si lavora, conoscendo la capacità di vendita, la disponibilità in magazzino e le strategie delle politiche commerciali. Il mio è un mestiere che richiede visione e capacità di trovare soluzioni anche alternative in pochi attimi. Con delicatezza e grazia, senza supponenza o aggressività. E noi donne siamo davvero bravissime”.
Il vino al centro di un percorso comune
Un evento che ha messo in connessione mondi solo apparentemente diversi, e che ha posizionato il vino al centro di un percorso culturale identitario. Un presidio del territorio, ma anche della comunità, che vede sempre più in crescita la partecipazione delle donne, che hanno profondamente qualificato questo settore. Daniela sottolinea che probabilmente il famoso glass ceiling, il soffitto di vetro che ancora impedisce a molte donne di occupare ruoli manageriali e dirigenziali, nel mondo del vino è ancora presente. A mano a mano che ci avviciniamo al consumatore finale la percentuale di donne impiegate nel marketing e nell’accoglienza aumenta, ma ancora non basta. Il movimento di cui è Presidente promuove la parità di genere, la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva enologica e nella società. Stiamo parlando di sostenibilità sociale, e non si tratta di green washing. Nelle parole delle speaker di oggi c’è sicuramente tanto desiderio di creatività e di rinnovamento, proposti con orgoglio e predisposizione al confronto. Un nuovo Think Pink. Rivoluzione fa rima con associazione: non può essere solo un caso.