Dal Monferrato al vermouth: la storia di Francesca Bava e il rilancio di Chazalettes

La storia della famiglia Chazalettes ha inizio a Chambéry, ma il suo capitolo torinese inizia nel 1860, anno in cui la famiglia si trasferisce nel capoluogo sabaudo, dopo la cessione della Savoia alla Francia. Clemente, capostipite della dinastia, con alle spalle già una solida esperienza in un’azienda vinicola dell’Ardèche, diventa presto responsabile tecnico della Martini&Sola, una delle case storiche nella produzione di vermouth. Nel 1876 poi fonda la propria azienda, la Cte. Chazalettes & Co Premiata Fabbrica di Vermouth e Liquori, la cui sede era vicino alla stazione di Porta Nuova a Torino.

Il successo arriva velocemente, l’azienda diventa fornitrice ufficiale della Casa Reale Savoia, e nel 1909 si rende necessario costruire un impianto più grande, in una posizione strategica alle porte della città, ben servita dalla ferrovia. Negli anni Dieci e Venti, Chazalettes vive il periodo di massimo splendore, apprezzata in tutto il mondo grazie anche agli emigrati italiani nei vari continenti, e al Bar Impera (dal nome del vermouth di punta di Chazalettes) in Piazza Castello a Torino, in una prestigiosa posizione di fronte a Palazzo Reale e Palazzo Madama. Nonostante la fine della produzione negli anni Settanta, Giovanni, ultimo discendente della famiglia, ha sempre creduto nel potenziale del marchio. Utilizzando le ricette storiche e il proprio bagaglio di ricordi, è riuscito a riportare in vita il marchio, grazie alla collaborazione con la storica azienda vinicola piemontese Bava.

L’intervista
Francesca Bava, rappresentante dell’ultima generazione della cantina di Cocconato d’Asti, è stata una delle principali artefici di questa nuova fase. Durante un nostro incontro, ci ha raccontato il suo percorso, in particolare dopo il riconoscimento ricevuto dal Vermouth Rosso della Regina Chazalettes, inserito nella lista dei Top 100 Spirits di Wine Enthusiast per il 2024.

“La mia famiglia produce vino da generazioni. Siamo da sempre radicati a Cocconato, nel cuore del Monferrato, dove possediamo vigne fin dal 1600. Nel 1911 abbiamo aperto la nostra cantina, che inizialmente fungeva anche da locanda per i viaggiatori, poi con il tempo è cresciuta, così come le vigne che oggi si estendono anche ad Agliano e Castiglione Falletto. Ma sebbene ci siamo ingranditi, rimaniamo un’azienda familiare, molto legata alla tradizione. Per quanto riguarda me, sono sempre stata l’unica donna della famiglia in cantina, anche se ora il nostro team è composto principalmente da donne. Dopo aver studiato economia e lavorato in consulenza, sono entrata in azienda nel 2015, un anno significativo anche per il vermouth, un prodotto che mi ha sempre appassionato fin da giovane, e che noi già producevamo con Cocchi”.

Negli anni Settanta il nonno di Francesca acquisisce Cocchi, un’azienda che non possedeva vigne, ma che si approvvigionava di uve da loro.
“Quando la famiglia Cocchi non ebbe più eredi, fu naturale per noi acquisire l’azienda. Oggi abbiamo circa 50 ettari di vigneti, distribuiti tra Cocconato, Agliano e Castiglione Falletto, dove coltiviamo nebbiolo per il nostro barolo, con una produzione che si aggira intorno alle 300.000 bottiglie per Bava e 350.000 per Cocchi, e circa 30.000 di vermouth”.
Ma perché investire in un altro vermouth?
“La complessità non ci spaventa. Abbiamo incontrato quasi per caso Giovanni, l’ultimo erede della famiglia Chazalettes, che custodiva l’archivio storico e le ricette originali. Mi sono subito appassionata al progetto, e dopo aver acquisito il marchio, l’archivio e altre risorse, abbiamo iniziato la produzione nel 2016. Il vermouth Chazalettes si distingue per il suo carattere alpino e balsamico, dovuto all’utilizzo di erbe e spezie, un po’ in contrasto con Cocchi, che è più focalizzato sulla componente vinosa. La produzione è seguita da mio zio, enologo, con cui abbiamo lavorato per sviluppare le ricette, ma abbiamo mantenuto sempre viva la tradizione del marchio torinese”.

Successo anche all’estero
Al momento si producono solo vermouth, ma Francesca non esclude altre possibilità per il futuro.
“Oggi produciamo solo vermouth, ma non è detto che in futuro non esploreremo altre categorie di prodotto. La nostra decisione di lanciare il vermouth Chazalettes in un mercato inizialmente di nicchia ha avuto molto successo. Il pubblico è sempre più consapevole della qualità, e il nostro prodotto sta guadagnando sempre più terreno, anche all’estero”.
Francesca commenta anche l’evoluzione delle tendenze di consumo, soprattutto per quanto riguarda le bevande a bassa gradazione alcolica:
“Oggi ci sono molte alternative dealcolate nel mondo della miscelazione, e i risultati sono davvero interessanti, ma è importante non compromettere la qualità. Addirittura, il vermouth è già percepito come un prodotto a bassa gradazione alcolica, soprattutto nei paesi dove i cocktail tradizionali sono basati su liquori più forti. Noi comunque siamo la causa della bassa gradazione alcolica, e anche per questo stiamo facendo formazione promuovendo progetti educativi sulla miscelazione nelle scuole alberghiere”.

La ricetta originale
Il riconoscimento ricevuto dal Vermouth Rosso della Regina Chazalettes da parte di Wine Enthusiast è stato motivo di grande soddisfazione per Francesca:
“Abbiamo voluto mantenere la ricetta originale, utilizzando una base di barbera e nebbiolo. Il risultato è un vermouth dal corpo ricco, con un mix perfetto di erbe e spezie, tra cui la galanga, una radice asiatica. Il nostro extra dry, a base di cortese, è invece un tributo alla tradizione di Chambéry, con un gusto più alpino, mentre il bianco, dedicato alla Regina Margherita, è fresco, leggero e più adatto da gustare anche in purezza”.

Francesca ci ha parlato anche della sua esperienza con Sbarbatelle, l’iniziativa che promuove la figura femminile nel mondo del vino e del vermouth:
“Sono stata coinvolta fin dall’inizio, e ho sentito che Chazalettes fosse la bottiglia che più mi rappresentava. Oggi siamo più di 80 donne, abbiamo costituito un’Associazione, e stiamo crescendo sempre di più. Partecipiamo insieme a eventi come Vinitaly, oltre il tradizionale evento a Tenuta Marchesi Alfieri in collaborazione con Ais Asti, e organizziamo anche corsi di formazione per le socie, un’occasione per crescere insieme e confrontarci”.
Ringraziamo Francesca Bava per aver condiviso con noi la sua storia e la passione che anima il suo lavoro.
