Gavi, l’eleganza Bianca del Piemonte

La regione sabauda è, sì, famosa nel mondo per la straordinaria qualità dei suoi vini a bacca nera, ma è anche patria di uno dei migliori vitigni autoctoni a bacca bianca presenti in Italia.
Il cortese, coltivato in Piemonte, e in misura minore anche in Lombardia e in Veneto, fa parte del paesaggio tipico di quella fascia sud-est della regione pedemontana, al confine con il comune di Genova.

Cortese di Gavi, un viaggio tra colline, storia e sapori
I primi riferimenti al cortese sono datati 1659 quando, in alcune lettere, si parla di “viti tutte di cortese”, anche se la viticoltura nella zona risalirebbe addirittura al 972.
Nei secoli l’area divenne di gestione genovese, prima come avamposto difensivo e commerciale, poi luogo di villeggiatura per i suoi nobili.
Al centro inizialmente il Forte di Gavi, che poi nel secolo XVII lasciò il posto alle dimore estive delle più grandi famiglie del capoluogo ligure.
In seguito la sua aristocrazia elesse il vitigno cortese a bacca di corte e ne diffuse la coltura, facendo sì che in pochi decenni Gavi divenisse sinonimo di vino bianco secco.
La presenza di un grande vino bianco in Piemonte è quindi una prova concreta del profondo legame che la terra del Gavi ha sempre avuto con la cucina dei signori di Genova, che si abbina perfettamente con il cortese, che qui trova la sua massima espressione.

All’epoca tra i più coltivati della zona, come quasi tutti i vitigni europei, anche il cortese venne colpito dalla fillossera, rischiando di scomparire, per poi essere riscoperto e proposto agli inizi degli anni cinquanta da Mario Soldati, scrittore, giornalista e grande amante della cultura enologica.
Oggi la provincia di Alessandria continua ancora a essere la sua culla principale, e con 11 comuni (Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo) ha dato vita nel 1998 alla denominazione del Gavi Docg, a partire dalla preesistente Doc del 1974, e riservata ai vini bianchi ottenuti solo da cortese in purezza, declinato nelle versioni tranquillo, frizzante, spumante e riserva.
Un territorio di 1.600 ettari, con un terroir originale, che poi si ritrova nel calice, e che produce circa 14 milioni di bottiglie all’anno, vendute per il 90% all’estero.
Dal punto di vista geologico si divide in Terre Rosse, Fascia Centrale e Terre Bianche, con suoli e microclimi differenti, e con caratteristiche proprie, che fanno si che si possano poi riconoscere di volta in volte struttura, finezza, corpo, sapidità, mineralità e profumi tipici, regalando a chi assaggia un viaggio sensoriale a ogni calice.

A tutelare e diffondere nel mondo il nome Gavi dal 1993 il Consorzio Tutela, che ha l’obiettivo di preservare la millenaria storia vitivinicola del territorio e la profonda cultura enologica della Denominazione, e che ha portato il cortese a diventare un vino rinomato e apprezzato ovunque.
Grazie a degustazioni, workshop, convegni, corsi, progetti (ad esempio quello sulla flavescenza dorata), iniziative come il Premio Gavi la Buona Italia e il festival Di Gavi in Gavi si lavora per la conservazione e il miglioramento della produzione e del territorio.

Dalle colline dell’Alessandrino alle luci di Torino, il viaggio del Gavi
Tra questa serie di incontri anche il Gavi World Tour, giro itinerante con tappe in varie città d’Italia e nel mondo.
Recentemente a ospitare il Consorzio e le sue aziende associate, è stato il turno di Torino.
Presso la sede torinese dell’Associazione Italiana Sommelier, l’evento è iniziato con la masterclass “Gavi is Back – eclettico, versatile, senza tempo”, riservata a giornalisti e addetti al settore della ristorazione, condotta da Filippo Bartolotta, divulgatore e wine educator di fama internazionale, con l’obiettivo di approfondire ed esplorare la versatilità e la longevità del Gavi.
Grazie alla degustazione di 8 etichette dal 2024 al 2011 si è potuto percepire cosa abbia di tanto speciale questo vitigno, figlio di un territorio dai terreni tanto diversi, dove si incontrano il vento marino del Mar Ligure e la neve dell’Appennino, e quanto possa evolvere nel tempo, regalando vini che sfidano i migliori bianchi a livello internazionale.

Negli 8 calici, in assaggio:
- La Caplana – Gavi Docg del Comune di Gavi 2024;
- La Mesma – Gavi Docg del Comune di Gavi Monterotondo Indi 2024;
- La Chiara – Gavi Docg del Comune di Gavi Etichetta Nera 2023;
- Cascina Gentile – Gavi Docg Confine 2023;
- La Raia – Gavi Docg Pisè 2020;
- Tenuta La Giustiniana – Gavi Docg del Comune di Gavi Montessora 2018;
- Broglia – Gavi Docg del Comune di Gavi Bruno Broglia 2013;
- Villa Sparina – Gavi Docg del Comune di Gavi Monterotondo Villa Sparina 10 2011.
A seguire il Walk Around Tasting, aperto anche agli appassionati, che ha dato l’opportunità di incontrare direttamente i 29 produttori presenti, e l’occasione per conoscere e capire le diverse interpretazioni del Gavi, tra stili, territori e identità produttive.
Un momento speciale per valorizzare un volto meno conosciuto ma profondamente suggestivo del Piemonte enologico, dove ogni sorso restituisce l’essenza del luogo. E dove, tra grandi rossi, un bianco d’eccellenza rivendica il suo spazio.
