Grandi Langhe 2025

Si è conclusa recentemente la nona edizione di Grandi Langhe, l’evento più importante che si svolge in Italia per il trade del vino piemontese, organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani insieme al Consorzio di Tutela Roero, e da quest’anno anche con la collaborazione con Piemonte Land of Wine, che mette insieme 15 consorzi del Piemonte.
Nella meravigliosa location delle Officine Grandi Riparazioni di Torino, il 27 e il 28 gennaio si è svolto l’evento riservato a operatori professionali, buyer, enotecari, ristoratori, agenti commerciali, sommelier professionisti, che anche quest’anno ha visto un costante aumento delle presenze, raggiungendo più di 5.000 visitatori, di cui circa un 20 % dall’estero. Sicuramente soddisfatte le cantine presenti, che hanno presentato più di 3000 referenze di tutte le DOC e DOCG piemontesi.
Da sottolineare come per la prima volta quest’annata ha visto un allargamento delle aziende, dal momento che la manifestazione è stata aperta anche alle denominazioni più piccole della regione, arrivando a quasi 500 espositori, di cui 380 da Langhe e Roero, e le restanti dalle altre zone del Piemonte.
Altra novità di quest’anno la presenza dell’area stampa, che ha accolto oltre 150 giornalisti, italiani e stranieri, che hanno potuto degustare più di 700 referenze delle ultime annate con il servizio di AIS Piemonte.

Le nuove annate e i roadshow negli Usa
Particolarmente attesa l’uscita della nuova annata del Barolo, la 2021, che sta per essere immessa sul mercato.Un’annata che si prospetta tra le migliori degli ultimi anni, ma che si dovrà aspettare un po’ per valorizzare la tipica longevità di questa declinazione del nebbiolo. Un 2021 un po’ diverso rispetto all’annata precedente, che si era rivelato subito pronto e godibile al primo approccio, ma molto apprezzata dai wine expert internazionali, a cominciare dai mercati di Usa, Singapore, Hong Kong e Canada. E a proposito di estero il Consorzio si prepara a un 2025 itinerante negli Stati Uniti. Infatti per la quarta edizione del BBWO2025 (Barolo & Barbaresco World Opening) è stato previsto un roadshow di Academies, già tutte sold out, che andranno a toccare le città principali di Texas, Arizona e Colorado per incontrare oltre 200 operatori del settore per presentare le nuove annate di Barolo e Barbaresco 2022 ai professionisti d’oltreoceano. Ulteriore conferma di quanto sia importante il mercato americano per le denominazioni piemontesi, e di come sia fondamentale investire nell’educazione e nella formazione continua di tutti gli addetti di settore.
Per ciò che riguarda i numeri, il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani riunisce 600 aziende vitivinicole associate per 9 denominazioni tutelate (Barolo, Barbaresco, Dogliani, Dolcetto di Diano d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe, Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Verduno Pelaverga), che rappresentano circa 10 mila ettari di vigneti (di cui 2.258 di Barolo e 859 di Barbaresco), per un totale di circa 66 milioni di bottiglie prodotte.

Prospettive per le prossime edizioni
In conclusione Grandi Langhe si riconferma sicuramente come una manifestazione importante per il comparto del vino piemontese, e anche per la stessa città di Torino, che nei giorni del suo svolgimento ne diviene vetrina e si offre come città enoturistica al pubblico internazionale.
Lungimirante anche l’inclusione delle denominazioni “minori” dell’Altro Piemonte, coinvolgendo così anche produttori più piccoli che possono presentarsi con più facilità agli addetti del settore, italiani e stranieri, e che, come confermato da Sergio Germano, presidente de Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e titolare dell’azienda Ettore Germano, vedrà rinnovata come formula anche nel 2026, sempre con una veste allargata ma mantenendo lo stesso nome, per valorizzare l’identità della mostra.
Un Vinitaly piemontese in piccolo, che deve diventare sempre più un punto fermo nelle date importanti per le manifestazioni dedicate al vino nel capoluogo sabaudo. Perché a volte, paradossalmente, per i produttori piemontesi diventa quasi più difficile entrare nel mercato torinese, a due passi da casa, piuttosto che in quello estero o delle altre regioni italiane.
La due giorni di Grandi Langhe dà sicuramente la possibilità di incontrare i ristoratori e i gestori di locali, così da poter ritrovare sempre di più le etichette piemontesi sulle tavole e i banconi a poca distanza dalle aziende.

Per quanto riguarda il futuro potrebbe essere certamente utile iniziare a pensare ad allungare la durata dell’evento, per permettere un miglior approccio con tutte le aziende presenti (e che molto probabilmente andranno ad aumentare). Inoltre, sicuramente auspicabile che venga migliorata la comunicazione (anche e soprattutto verso la stampa), la pubblicità dell’evento, e soprattutto tutto ciò che riguarda l’accoglienza della struttura, e della stessa città di Torino, per i buyer e tutti gli operatori in arrivo da altre città e nazioni.
