Gravel, le due ruote attraversano i vigneti

Il mondo gravel entra nelle aziende vitivinicole. Su due ruote e con pneumatici robusti attraversa tutta Italia tra paesaggi affascinanti, luoghi da scoprire, degustazioni in compagnia e un pizzico di avventura. Di che si tratta? Ḕ un modo nuovo (o quasi) di pedalare sulle strade bianche del Belpaese, un’alternativa sia alla MTB (ideale per boschi e tracciati off-road) sia al tradizionale ciclismo su asfalto. Appassiona gli esperti e strizza l’occhio alle donne che per la prima volta si affacciano a questo sport, novelle Alfonsina Strada (record del mondo velocità nel 1911 e professionista dal 1907 al 1936), la ciclista emiliana esempio di parificazione di genere. Gravel, intanto, è il nome dato al tipo di mezzo su cui si pedala. Una sorta di ibrido tra la bicicletta da corsa e quella da montagna. In inglese significa “ghiaia” e già nel nome indica la materia su cui si muove con disinvoltura. La bici gravel è nata circa quindici anni fa negli Stati Uniti per permettere ai ciclisti di fuggire dal traffico e pedalare sulle strade secondarie, tra brecciolino, terra battuta e sentieri erbosi. Un mezzo versatile con un telaio simile alle cugine da corsa per una posizione inclinata e aerodinamica, il manubrio svasato e curvo (per la guida richiede meno tecnica rispetto a una MTB), una componentistica robusta, gli pneumatici più larghi e dentati, i freni a disco (ma non obbligatori). In Italia, la gravel come disciplina è esplosa soprattutto a partire dal 2022, quando in Veneto ha dato l’esempio: vi si è disputato il primo campionato del mondo Uci (Unione Ciclistica Internazionale) dedicato alla specialità, con partenza da Vicenza e arrivo a Cittadella. Nella categoria élite vinsero due atleti esperti, Gianni Vermeersch (campione nazionale belga nel ciclocross 2011) e Pauline Ferrand-Prévot, vincitrice della prova cross country alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Tra vigne, boschi e prati
Tra le manifestazioni italiane con una storia da raccontare, spicca la Nova Eroica Prosecco Hills, spin-off della veterana Eroica (ma con bici storiche, precedenti al 1987), emblema di Gaiole in Chianti. Nella terra dell’uvaggio glera, il vitigno alla base del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, i ciclisti prenderanno il via dell’azienda agricola Borgoluce, una tenuta di mille ettari tra Venezia e le Dolomiti. All’ultima edizione hanno partecipato milleduecento atleti per la gioia del padrone di casa (e attivo organizzatore) Lodovico Giustiniani che, come ogni anno, darà il buon esempio. “Ho iniziato ad andare in bici durante il Covid e non ho più smesso. Ho scelto la gravel per la sua versatilità e la partnership con l’Eroica è nata come una conseguenza”, dice. A Susegana, dove ha sede l’azienda agricola, lo scenario è un’immersione nella natura. Un alternarsi di vigneti, boschi e prati su cui pascolano bufale (il cui latte diventa mozzarelle nel caseificio aziendale) e bovini, dove i suini sono allo stato brado e le attività agricole seguono il ritmo delle stagioni. Anche la stalla ha una particolarità, riscaldata con il biogas prodotto dai rifiuti zootecnici dell’allevamento. I visitatori, poi, possono godere del Museo dei Mestieri e della Civiltà Contadina, per un viaggio nella storia.

Percorsi per tutti i livelli
Come si svolge un evento gravel? In generale, la partenza è libera nell’arco di orario previsto dagli organizzatori, oppure in base alla batteria di appartenenza. I percorsi sono disegnati per essere fruiti sia dal ciclista esperto e allenato sia dal principiante. “Anche quest’anno proponiamo tre percorsi. Per il 60% si pedala su strade bianche, attraverseremo anche i sette chilometri interni all’azienda dove viene realizzato il villaggio di partenza-arrivo”, dice Giustiniani. “I nostri sterrati sono antichi, stretti, c’è voglia di fare fatica divertendosi, ammirando castelli e borghi storici, immersi in queste colline patrimonio Unesco. Un anno fa, abbiamo avuto circa duecento ciclisti provenienti dall’estero. Importante, poi, la folta presenza di lombardi e veneti”. La novità? “Il percorso “Epic” da 250 chilometri. Ci spingiamo fin verso le Alpi bellunesi”.
Sul movimento gravel come forma di comunicazione e di turismo (in cui l’enologia ha un suo ruolo) ci crede Mattia De Marchi, un ex del mondo road tra gli organizzatori di “The Hills”, un evento competitivo (quindi una gara vera e propria non per cicloturisti) inserito nel calendario Ges (Gravel Earth Series), un circuito a livello mondiale in ventisei tappe. Il primo appuntamento nelle Filippine (9 febbraio), l’ultimo in Spagna (28 settembre). Tra le colline del Prosecco si pedala il week end dal 28 al 30 marzo. “Il cuore sarà il complesso sportivo de Le Bandie, una ex cava riconvertita con la presenza di un laghetto di cui percorreremo il perimetro di quattro chilometri interamente ciclabile”, dice De Marchi. Due i percorsi tra Susegana, Collalto, Valdobbiadene e Combai. “Il lungo è 180 km con 2500 km di dislivello, 70% gravel, 10% cemento e 20% asfalto. Vincerà il più preparato”.

In sella verso un nuovo mondo
Pedalare su una gravel è una scelta di vita: fuori dal traffico per godere quanto di bello offre la natura. Un mondo con anime diverse, chi sceglie la solitudine, chi la compagnia. Una buona dose di spirito goliardico è alla base della Gravel (H)ombre, gioco di parole tra il termine messicano “Hombre” (uomo) e il veneto “ombre”, cioè bicchieri di vino. L’evento, in calendario il 21 giugno, è organizzato dalla ASD Team RDB Cycling in collaborazione con la cantina Tolardo Severino di San Nicolò di Ponte di Piave (Treviso) e presenta aspetti di unicità. “Si parte con il sombrero in testa e i poncho addosso”, dice Andrea Martorana, membro del comitato organizzatore e nell’occasione pure “massaggiatore sacrificato alla causa comune”. Spiega: “Si parte dalla cantina e vi si fa ritorno dopo un tour tra le valli del Piave. Nelle prime edizioni, ci siamo spinti verso le colline di Conegliano, quest’anno invece cambiamo rotta. Sarà l’edizione “Vamos a la playa”, fino a Caorle, fino alle spiagge adriatiche e poi ritorno. Aderiamo al circuito “Pedalate Venete” e contiamo di raccogliere fino a trecento iscrizioni”. La Gravel (H)ombre avrà come media partner la locale Radio Piterpan. Pedaleranno anche i DJ? “Partenza libera sulla base della fascia oraria prevista – dice Martorana –. Tre i percorsi che, parafrasando un brano dello Zecchino d’Oro del 1970, abbiamo chiamato “Il lungo, il corto e il pacioccone”. Rispettivamente si tratta di percorrere 120 km, 70 km e una passeggiata di 25 km”. Ristoro finale in cantina, tra ombre (vere), brindisi e cucina locale.

La gravel mania è contagiosa
Profuma di amarone la Valpolicella Gravel, in agenda il 13 aprile. “Proponiamo tre percorsi con partenza e arrivo alla baita degli Alpini di Negrar”, dice Giorgio Murari, presidente della società Sport Verona. Chiamato dagli amici “Musseu”, è l’anima ribelle del mondo off-road. Un ultracyclist che ha gareggiato sulle lunghe distanze e in condizioni estreme, dalla Grande Corsa Bianca (tra i parchi dello Stelvio e dell’Adamello) alla TRANS AM, evento in solitaria lungo gli Stati Uniti, 7.000 km (per 68.000 mila metri di dislivello), undici Stati, temperature estreme, ambiente selvaggio. La Valpolicella Gravel ricalca il suo spirito avventuroso. Il percorso corto è di 36 km in un contesto dolce e pianeggiante. Il medio di 56 km porta fino a Sant’Ambrogio in un contesto ondulato. Il lungo, invece, di 93 km (2.700 metri dislivello) è solo per cuori impavidi. Richiesti rapporti agili e voglia di far fatica.
La gravel mania contagia la Penisola. Nell’areale della Franciacorta sono stati tracciati con il Gps 250 km di sterrato. Si sale fino a 400 metri su quelle colline ricche di calcare. Le viti regalano spumanti con bollicine fini e persistenti. Il naso è ampio, le sensazioni spaziano dalla noce alla frutta esotica, i profumi floreali si riempiono dell’acacia in piena fioritura, la sapidità è lunga. La spumantizzazione avviene con il metodo classico e in questa terra il buon vino va di pari passo con una secolare tradizione ciclistica. Era nato a Brescia il 28 marzo 1877, Gian Fernando Tommaselli il primo italiano a vincere un titolo mondiale. Lo conquistò nel 1900 a Parigi nella specialità tandem in coppia con l’olandese Meyers. Terminata la carriera agonistica diventò direttore della Bianchi, ruolo che ricoprì sino a metà Anni Trenta.

Al chiaro di luna
Proprio tra le colline di Franciacorta, il 10 maggio si svolgerà un evento by night. Partenza dopo il crepuscolo da Ome-Santuario dell’Avello, per la “Gravel della luna piena”, e godere del paesaggio reso più romantico dal chiarore emanato dalle stelle e dal satellite della Terra. Un appuntamento diverso, territorio e bollicine lo renderanno divertente. Richiesto che le gravel siano (comunque) munite di luci o fanaletti. Organizza Boost Events per un intero week end tra i castelli (Bornato, Olfredi di Iseo, Capriolo, per citarne alcuni). Domenica (11 maggio), l’evento principale con quattro percorsi su cui mettersi alla prova, dal lungo di 100 km (con mille metri di dislivello, adatto a ciclisti esperti) al meno impegnativo di 35 km (solo 230 metri di dislivello). Il raddoppio in autunno (9 novembre) con partenza e arrivo nell’azienda vitivinicola Villa Giuliana a Rodengo Saiano. Il via alle 10,30 per pedalare nelle ore più calde e percorso lungo limitato a 70 km.

Escursioni ad ampio raggio
Sapete cosa si intende per randonnée? Ḕ il termine francese che indica escursioni a lunghissimo raggio. Superano i duecento chilometri, nessun obiettivo di competizione, domina il gusto di osservare, godersi il paesaggio e chi ti sta a fianco non è qualcuno da battere, ma un compagno di viaggio. Ḕ, comunque, un ciclismo impegnativo e severo. Con venticinque milioni di bottiglie prodotte all’anno, Cantine Giordano Vini (Spa del gruppo Italian Wine Brands) festeggia l’arrivo dell’autunno (il 21 settembre) con un triplo evento: una randonnèe da 200 km, una cicloturistica da 100 km e una gravel da 75 km (con 1750 metri di dislivello). Partenza dalla sede dell’azienda a Valle Talloria (Cuneo), organizza l’Asd Monviso Bike.
La partenza della gravel è col botto, subito in salita mista asfalto-sterrato per raggiungere la vicina Diano d’Alba. Seguendo il crinale si toccano i comuni di Montelupo Albese, Albaretto della Torre e Serravalle delle Langhe. Si scende su Dogliani, città natale del presidente Luigi Einaudi per poi risalire a Monforte d’Alba, toccare Barolo e La Morra in un continuo saliscendi in mezzo ai filari. Ultimo “strappo” (termine con cui si indica una salita breve e spesso intensa) a Grinzane Cavour per rientrare in azienda per un meritato pasta party.

La Toscana risponde “presente”!
Può la Toscana, da sempre terra di ciclismo e di campioni, mancare all’appello? La terza domenica di ottobre l’appuntamento è con la Fattoria di Frassineto nel cuore della Valdichiana aretina. Ḕ la terra dello syrah (a Cortona il Festival Chianina & Syrah dal 7 al 9 marzo) e del sangiovese. Ḕ la terra del “gigante bianco” (il bue di razza Chianina) con le bestie più belle portate ogni anno in mostra al Museo della Civiltà Contadina della Fratticiola. Organizza la Tenuta di Frassineto in collaborazione con Monte Lignano Bikers e gli appassionati cicloturisti dell’Asd “La Chianina”, organizzatrice anche della Chianina Unconventional Bike Adventure (per bici gravel, Mtb e E-bike) un week end in sella dal 31 maggio al 2 giugno. Base a Marciano della Chiana (Arezzo), un antico borgo caratterizzato dalla rocca e dalla sua torre medioevale riportata all’antico splendore dopo un accurato restauro per raccontare anche in versione 3D la storia e i protagonisti della battaglia di Scannagallo (2 agosto 1554). Fu combattuta nella piana di Marciano e segnò la fine della Repubblica di Siena. Storia e miti si intrecciano in questa parte di Toscana dove si pedala e si ingrassa, non un controsenso con i ristori dedicati ai ciclisti che vi trovano porchetta, pecorini e ribollita all’insegna dei più antichi sapori.
