Il dolcetto di Ovada, vino quotidiano che invecchia molto bene
Il dolcetto piemontese non è solo un vino quotidiano e di pronta beva, come ci insegnavano Veronelli e Soldati.
Il dolcetto è forse il vitigno più tradizionale del Piemonte, tipico della fascia preappenninica che unisce il basso Piemonte alla Liguria, varietà che era coltivata dall’Alta langa fino alla valle Scrivia. In seguito all’abbandono della montagna, in particolare dell’Alta Langa e di alcune valli appenniniche della zona dell’acquese, e alla sua sostituzione con l’uva moscato, richiesta dall’industria dell’Asti, ha perso di importanza: Anche nelle Langhe ha arrancato dietro al nebbiolo, privilegiato dalle dinamiche di mercato.
Legame tra basso Piemonte e Liguria
La storia del vitigno conferma il legame tra basso Piemonte e Liguria: la citazione più antica risale alla zona dell’ormeasco, un suo biotipo, nelle valli liguri che proseguono su per la Via del Sale, che da sempre unisce i commerci delle due regioni. È Giorgio Gallesio a fornire una prima notizia del dolcetto di Ovada, di cui presenta una puntuale descrizione territoriale e climatica: “I più stimati dolcetti sono quelli d’Ovada e dei suoi dintorni…il clima di quelle colline è il più appropriato alla natura di quest’uva”. Anche Veronelli esalta l’Ovada: “vino che, a differenza del normale dolcetto che ama essere bevuto giovane, per le caratteristiche particolaridel clima e la natura del terreno, gradisce un invecchiamento anche prolungato…”. Infine, la puntuale descrizione di Mario Soldati, per il quale il dolcetto ovadese “non ha veramente nulla del dolcetto delle Langhe…lo si distingue da maggior profumo, maggiore gradazione, maggiore densità e una maggiore possibilità di invecchiamento”.
Un territorio aspro
L’Ovadese è un territorio aspro con colline ripide, ampia presenza di grandi aree boschive che portano freschezza, senza trascurare la presenza del corso del fiume Orba. L’Ovadese insiste nella zona dove il bacino terziario piemontese si innesta sull’Appenino, dove i suoli marini si alternano e si conglomerano con i suoli metamorfici, a testimonianza di notevole complessità geologica. Nell’Ovadese si alternano le terre bianche, che sono la maggioranza, costituite da suoli calcareo marnosi con tessitura franco limosa, limitata presenza di sostanza organica e assenza di pietrosità: se ne ottengono vini sapidi e strutturati, e le terre rosse, meno diffuse delle precedenti, ricche di diossidi di ferro e magnesio. Il clima della zona è ampiamente influenzato dal mare e dai suoi venti, che temperano sia il clima secco e caldo estivo, sia gli inverni freddi, continentali, con nevicate relativamente frequenti.
La degustazione
Tutti i vini degustati sono 100% Dolcetto; gli assaggi sono stati condotti nel corso della manifestazione Ovada incontra Torino organizzata da AIS Piemonte.
Ovada Docg Convivio 2021 – Tenuta Gaggino
Naso fresco, vegetale con note di sottobosco, poi arrivano le erbe aromatiche seguite dal fruttato dei frutti di bosco, mora e lampone. Non manca il tessuto floreale di fiori di campo rossi e molto freschi. In bocca denota una certa struttura con massa gustativa abbastanza importante. Lascia lunghe sensazioni di leggera nota amaricante che dà slancio e lunghezza.
Ovada Docg 2021 – Casa Nuova
Vino di ottima precisione e coerenza tra naso e bocca. Bouquet aromatico di note vegetali e ferrose, poi si mettono in evidenza le fragranze floreali, seguite dal fruttato di lampone e ribes. Al palato si evidenzia la corretta gestione del tannino presente ma non invadente, integrato molto bene nella struttura gustativa.
Ovada Docg Capsula Nera 2020 – Cascina San Martino
Vino che esprime tutto ciò che è fiori e frutta. Naso di ciclamino, rosa, viole fresche. Al floreale si accompagnano le note fruttate di more e ciliegie. Qualche nota vegetale di radice di liquerizia. In bocca è molto fresco con struttura tannica molto percettibile ma integrata con l’ampia freschezza.
1919 Ovada Docg 2020 – Alvio Pestarino
Colore rosso rubino intenso con riflessi color porpora. Il naso capta sentori di frutta rossa matura, note speziate, balsamiche, sentori di liquirizia e vaniglia. Arrivano anche note terrose, di pietra e selce. In bocca presenta un’ottima piacevolezza, tannini presenti ma integrati con la freschezza accompagnata da una nota amarognola in chiusura.
Ovada Docg Ambizioso 2019 – Paschetta Vini
Bouquet olfattivo vegetale, di felce e sottobosco; in seguito, si evidenzia la nota fruttata matura delle ciliegie, delle fragoline di bosco, del ribes. Al palato la tannicità è presente e si integra con la componente calorica per donare coerenza tra naso e bocca. Piacevole nota amaricante finale.
Ovada Docg Tre lustri 2016 – Ca’ del Bric
Naso di sensazioni fruttate, evidenti le ciliegie molto mature e carnose e le more. Si percepisce una nota salmastra evidente, marina, iodata. Si percepiscono sentori di sottobosco, sentori di frutta secca e spezie, dalla cannella alla vaniglia, naso balsamico in chiusura. Fresco, estremamente vivo ed armonico, dai tannini molto eleganti che donano persistenza e finezza.
Ovada Docg Gherlan 2016 – Castello di Grillano
Al naso si evidenziano note di bosso, poi fruttate di lampone e frutti di bosco in confettura, per giungere alle sensazioni speziate di cannella e pepe bianco. I profumi sono netti e ben delineati. Il sorso è molto fresco, elegante ed armonico. Tannini fitti ed eleganti. Finale lungo sulle note fruttate ed amaricanti.
Ovada Docg 2008 – Tacchino
Dopo sedici anni, i sentori sono evoluti in forma elegante: frutta cotta, frutta macerata in alcool, frutta sotto spirito, tante note balsamiche di conifere. In seguito, il naso capta il cuoio, il cacao, la liquerizia. Al palato, il vino si presenta potente e corposo. I tannini fini accarezzano il palato e il finale elegante lascia un’impressione duratura. Quasi stupefacente la freschezza che ancora esprime.