Il Mondo del Vino in Agenda 2030
Che cosa è l’Agenda 2030? Che rapporto ha il vino con l’Agenda 2030? Qual è lo stato dell’arte in Italia? Sono queste le domande che ci poniamo in vista dell’imminente scadenza in Agenda.
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale e i relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, SDGs (Sustainable Development Goals), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030, ma all’interno di ben 12 dei 17 Obiettivi la prima scadenza era prevista per il 2020. Hanno siglato l’accordo 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia.
I vertici delle Nazioni Unite e l’Assemblea Generale hanno adottato il documento con la finalità di trasformare il mondo, sradicando per esempio la povertà in tutte le sue forme, il più grande male dell’umanità ed è indispensabile la sua eliminazione se vogliamo uno sviluppo sostenibile. Il programma di azione universale si basa su cinque concetti chiave, rappresentati da cinque “P”: Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta. Lo scopo è la prosperità delle persone e del globo, il vessillo è la pace universale per garantire la libertà.
Sono tematiche che riguardano sicuramente tutti i paesi, ed è per questo che l’ONU indica come strategia privilegiata, nell’ultimo Obiettivo in elenco, la partnership, agire in associazione collaborativa.
I numeri
Nel documento sono stati posti 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e 169 traguardi che li compongono e che sono indivisibili e connessi fra loro nelle tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, con lo scopo di realizzare i diritti umani per tutti e di raggiungere l’uguaglianza di genere.
Obiettivi e traguardi intervengono in cinque aree di importanza determinante per la crescita e la sopravvivenza nel globo terrestre. Ecco una sintesi.
Le Persone: fine alla povertà e alla fame.
Il Pianeta: gestione sostenibile delle risorse naturali.
La Prosperità: progresso economico, sociale e tecnologico per tutti in armonia con la natura.
La Pace: promuovere società pacifiche, giuste e inclusive che siano libere dalla paura e dalla violenza.
La Collaborazione (partnership): partecipazione di tutti i Paesi con il coinvolgimento delle varie componenti della società, settore pubblico, imprese, istituzioni filantropiche, università e centri di ricerca.
Le scadenze
La prima scadenza dell’Agenda 2030 era fissata nel 2020, anno che è coinciso con il diffondersi della pandemia da Covid-19, il contrasto della quale ha costituito la priorità per le forze mondiali che si sono concentrate sugli interventi con lo scopo di garantire la salvezza dell’umanità senza eccezioni per alcun Paese. Quindi l’Agenda ha subito un lieve ritardo nella predisposizione delle azioni finalizzate al raggiungimento di alcuni obiettivi previsti per il 2020. Quando l’Agenda è entrata in vigore, la scadenza finale del 2030 sembrava a lungo termine, ma ormai siamo quasi alle porte, sicuramente c’è un ritardo e non solo a causa della pandemia.
17 obiettivi
Ogni Paese si è impegnato a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere i Traguardi, con un rendiconto sui risultati conseguiti.
Infatti, la messa in atto dell’Agenda presuppone 240 indicatori all’interno degli Obiettivi e dei Target, rispetto ai quali ciascun Paese sarà monitorato periodicamente in sede ONU e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
In sintesi, ecco i 17 Obiettivi dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile.
Obiettivo 1: porre fine ad ogni forma di povertà.
Obiettivo 2: sconfiggere la fame e promuovere un’agricoltura sostenibile.
Obiettivo 3: assicurare salute e benessere di tutti a tutte le età.
Obiettivo 4: garantire un’istruzione di qualità.
Obiettivo 5: raggiungere l’uguaglianza di genere.
Obiettivo 6: garantire la disponibilità di acqua e servizi igienici per tutti.
Obiettivo 7: garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile.
Obiettivo 8: incentivare la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti.
Obiettivo 9: costruire infrastrutture resilienti e sostenere l’innovazione.
Obiettivo 10: ridurre le disuguaglianze al’’interno dei e fra i Paesi.
Obiettivo 11: rendere le città e gli insediamenti umani sostenibili.
Obiettivo 12: garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
Obiettivo 13: adottare misure per combattere cambiamenti climatici e conseguenze.
Obiettivo 14: utilizzare in modo sostenibile mari e risorse marine.
Obiettivo 15: ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri.
Obiettivo 16: promuovere società pacifiche, garantire a tutti l’accesso alla giustizia.
Obiettivo 17: rafforzare le modalità di partenariato globale.
Il vino in Agenda
La parola chiave nell’Agenda 2030 è sostenibilità intesa come “modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
In questo ambito si devono ricercare spazi di intervento nella filiera vitivinicola, dalla coltivazione delle vigne alla produzione del vino.
L’Agenda invita ad approfondire i livelli operativi, su cui poggia il settore vinicolo: il suolo, i vigneti, il vino, il territorio e la società.
Si tratta di lavorare affiancando ai tradizionali indicatori di sviluppo nuove dimensioni che riguardino la società, intesa come solidarietà sociale, l’economia, nel suo aspetto di efficacia economica, e l’ambiente, con riferimento alla responsabilità ecologica.
Agire su questi tre pilastri in modo integrato nei settori principali di intervento, per esempio nel vigneto e nella cantina, significa mettere in atto la strategia per raggiungere lo sviluppo sostenibile che è la strada da seguire al fine di una crescita nel mercato del mondo.
Lo stato dell’arte in Italia
È stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, un organo della Presidenza del Consiglio con il compito di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini”. Uno strumento che mette il Governo nelle condizioni di promuovere un benessere equo e sostenibile attraverso la definizione di nuovi approcci e nuove politiche.
L’Unione Italiana Vini (UIV) subito dopo la fase cruciale della pandemia, ha organizzato nel 2021 seminari di sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile, attraverso un tour virtuale di incontri online (webinar) con lo scopo di informare le aziende sulle ultime novità legislative e sulle tecniche nel settore della sostenibilità. Tutto ciò con la duplice finalità di sensibilizzare i soci e i clienti all’impegno su questo argomento e di condividere le buone pratiche sperimentate.
L’Associazione Italiana Sommelier ha messo in campo nuove azioni di impegno a favore del territorio e delle comunità, aprendo così strade verso solidarietà e sostenibilità. Solo per fare qualche esempio mi riferisco ai progetti Alba Vitae, AIS for AID, Adotta una Vigna e alla Giornata nazionale AIS della Sostenibilità e Solidarietà, che quest’anno è giunta alla seconda edizione. Inoltre, ha predisposto una sezione sul proprio portale in cui hanno spazio eventi, performances, allestimenti artistici e tutto ciò che si lega alle attività svolte dai Sommelier in tutto il territorio nazionale e attinenti alla sfera del Sociale e della Sostenibilità, creando una sorta di buone pratiche a disposizione di chi voglia saperne di più e come opportunità di confronto con chi si collega al portale.
Nelle sue attività l’AIS continua a promuovere la cultura del vino e del territorio in modo responsabile, sostenendo progetti di solidarietà e di inclusione sociale per tutelare l’ambiente e la biodiversità. Tutto ciò risponde perfettamente agli obiettivi posti in Agenda.
Andare avanti
Oggi nel 2024, a sei anni dalla scadenza, a che punto siamo in Italia?
Siamo pronti dimostrare che abbiamo adempiuto a quanto previsto dal programma di Agenda 2030?
Le varie componenti della società che secondo l’Agenda dovrebbero lavorare in partnership, e mi riferisco in particolare al settore pubblico, alle imprese, alle associazioni e alle istituzioni filantropiche, ai centri di ricerca, si stanno adoperando per raggiungere gli obiettivi entro la scadenza prevista?
Stanno lavorando nella direzione del sentiero che porta verso lo sviluppo sostenibile?
Hanno utilizzato una loro agenda di strategie per il raggiungimento dei Target?
Domande aperte che spero troveranno presto una risposta, perché il 2030 è vicino ed è tempo che lo sviluppo sostenibile dall’essere possibile diventi realtà.
Mi piace concludere questa mia analisi con il pensiero che Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige, ha espresso qualche tempo fa in una intervista: “Il nostro più grande auspicio – sostiene Kofler – è che l’Agenda si alimenti di una partecipazione e adesione che arriva ‘dal basso’, attraverso un’opera assidua di persuasione e divulgazione. L’Agenda 2030 dovrà adeguarsi, cammin facendo, alle mutate condizioni economiche, ecologiche e legislative del territorio per essere il più rispondente possibile al contesto odierno”.