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Vini d'Italia
08/05/2025
Di Paolo Manna

Il Ruchè, il vino di un parroco che ha conquistato il suo posto nel palcoscenico vinicolo piemontese

Una Docg riscoperta da Don Giacomo Cauda, parroco monferrino, che negli anni Settanta recuperò la vigna della chiesa

Il ruchè è uno dei vitigni autoctoni più rari e piacevoli del Monferrato astigiano. L’origine del vitigno e del suo nome sono misteriose: alcuni ipotizzano che il nome origini dalla vicinanza dei vigneti a un convento benedettino, oggi scomparso, dedicato a San Rocco, nei pressi di Portacomaro o di Castagnole Monferrato, in provincia di Asti. Forse il nome deriverebbe dall’erto arroccamento delle vigne, da cui la radice verbale del nome. Per quanto riguarda le origini, per qualche tempo fu accreditata l’ipotesi che il vitigno fosse stato portato nel XII secolo da monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna, tesi smentita da uno studio del 2016 sul DNA che lo apparenta strettamente a due vitigni tipici del nord Italia, la croatina e la malvasia aromatica di Parma, oggi estinta. (Ruffa, Raimondi, Boccacci, Abbà, Schneider 2016). La storia recente del ruchè è invece ben documentata: fino agli anni Settanta era considerato nello stesso Monferrato un vitigno secondario, adatto a produrre uva da tavola o vini da taglio. Il parroco di Castagnole Monferrato, don Giacomo Cauda, vide il potenziale inespresso, recuperò una vigna appartenente alla parrocchia e la coltivò, sottraendo tempo alla sua attività di pastore di anime e passando anche per illuso e sognatore. Ma il tempo è galantuomo e con il sostegno del sindaco di Castagnole Monferrato, Lidia Bianco, e della maestra Romana Valenzano, il percorso di recupero e riscoperta del ruchè partì e  proseguì fino alla  DOC nel 1987 e alla DOCG nel 2010. Oggi la produzione di ruchè tocca il milione di bottiglie.

La zona di produzione, i vitigni e gli abbinamenti

La zona di produzione coinvolge circa 220 ettari distribuiti su sette comuni del Monferrato astigiano: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo, Viarigi. Il ruchè nasce su terreni calcarei, con microclima asciutto e continentale, freddo d’inverno e caldo per il forte soleggiamento in estate. Il disciplinare consente l’utilizzo di barbera e brachetto fino a un massimo del 10%, ma nella quasi totalità dei casi è vinificato in purezza. Il ruchè dà origine a un vino particolare, rosso rubino non troppo carico, con intensi profumi floreali e speziati, talvolta uniti a sentori di frutti di bosco e marasca. Al sorso risulta di bassa acidità, asciutto, poco tannico, di buona alcolicità, gradevolmente morbido, con ottima persistenza aromatica.
Negli ultimi anni, il ruchè ha registrato progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi una forte espressione identitaria del territorio di provenienza. Oltre al forte legame con il terroir, il suo recente successo è dovuto alla versatilità: se il ruchè nasce come vino da abbinare ai piatti locali, ai formaggi stagionati, erborinati e alle carni dai sapori particolarmente ampi, la profondità aromatica, la spaziatura, la morbidezza del sorso, la buona struttura nonché il sorso goloso, lo rendono abbinabile a cibi ricchi di spezie e piccanti, come i piatti delle cucine orientali o della gastronomia sudamericana. Un vino cosmopolita.

La nuova annata

Torino ha accolto l’edizione 2025 di “Anteprima Ruchè”, organizzata dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, dedicata alla nuova annata di questa piccola e preziosa denominazione.
L’evento ha confermato che il Ruchè di Castagnole Monferrato continua a farsi spazio tra le eccellenze piemontesi, grazie all’identità aromatica riconoscibile e alla vivacità delle aziende consorziate capaci di unire visione, radici e qualità, parlando al futuro senza perdere il legame con la terra.

Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

La degustazione

Anteprima Ruchè, tramite una degustazione alla cieca di campioni dell’annata 2024 da vasca, ha permesso ai professionisti del settore di esplorare le caratteristiche del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, con un focus su equilibrio, aromaticità e potenziale evolutivo.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Caresana – Az. Agr. Gatto Pierfrancesco
Rubino scarico con sfumature porpora. Il naso percepisce la rosa, la viola, il lampone e la ciliegia, su sfondo garbatamente speziato. Il sorso è caldo al palato, gradevole sui richiami speziati che allungano anche la persistenza. Tannino che beneficerà del prossimo imbottigliamento.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 – Az. Agr. La Miraja
Rubino scarico con sfumature violacee. Il bouquet olfattivo si alimenta di sentori vegetali e floreali su un letto leggermente fruttato, mentre la spezia è ancora sussurrata. Si presenta al palato con le singole componenti ben fatte ma che devono ancora integrarsi: promette molto bene.

Ruchè di Castagnole Monferrato Oltrevalle 2024 – Az. Agr. Tommaso Bosco
Rubino scarico con unghie porpora. Il bouquet olfattivo si esprime con toni dolci, di caramellina di amarena e gommosa di lampone, mentre il floreale rammenta le rose e le viole fresche. Il sorso conferma l’idea del fruttato dolce e benché debba ancora armonizzarsi, spiccano un bell’equilibrio fresco-sapido e un gradevole tannino.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Genit – Fabrizia Caldera
Rubino luminoso con unghie porpora. Il naso percepisce tanti fiori: rosa, viola e iris, e un nitido fruttato mentre le sensazioni speziate iniziano a mostrarsi. Al palato si presenta fresco, di sorso caldo e morbido. Il finale ripresenta le sensazioni fruttate. Equilibrato e pronto.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 – Cantina di Casorzo
Rubino scarico luminoso con venature porpora. Naso subito floreale di rosa e iris che si adagiano sullo sfondo speziato. In seguito, arrivano le note fruttate di marasca. Anche il sorso richiama le sensazioni fruttate percepite al naso, e si presenta in equilibrio tra la freschezza, il calore dell’alcol e il tannino presente.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 – Cantine Bava
Rubino luminoso con venature porpora. All’inizio l’olfatto sussurra per poi aprirsi in forma elegante su sensazioni floreali e fruttate sull’atteso sfondo speziato: le note olfattive sono eleganti benché in fase di ottimizzazione finale. Anche il sorso deve ancora delinearsi in pieno, ma il frutto è molto gradevole e delineato, la discreta freschezza e il tannino presente e soffice sorreggono un sorso piacevole e persistente. Buono ora e promette bene.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Na Vota – Cantine Sant’Agata
Rubino luminoso con unghie porpora. Bouquet olfattivo intenso e in cammino verso la complessità. Floreale di rosa e violetta, sensazioni di frutta rossa, lampone e marasca mentre non si percepisce ancora la spezia. Il sorso è più avanti del naso, e si presenta elegante, con la sezione fresco-sapida che è dialettica con la morbidezza dell’alcol. Molto piacevole.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 – Esse Erre Agricola
Rubino luminoso con riflessi porpora. Presenta il naso aromatico che ci si attende dal ruchè: rosa, viola, ciliegia, amarena, cannella, cardamomo e pepe nero. Anche il sorso è classico: caldo, fresco con i richiami aromatici del naso in primis la frutta. Tannino presente e finale persistente.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Clasic – Ferraris Agricola
Rubino luminoso con sfumature violacee. Bouquet olfattivo in primis floreale di rosa, violetta e iris, in seguito si delinea il nitido fruttato di amarena, poi giungono le spezie dolci e sensazioni balsamiche. Sorso goloso, ancora da armonizzare le componenti di freschezza, del tannino e dell’alcolicità ben presente. Sarà un ottimo Ruchè.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Sant’Eufemia – Ferraris Agricola
Rubino luminoso con venature violacee. Bouquet olfattivo scuro per gli eleganti sbuffi di sottobosco terroso, che non coprono le scorze di agrumi, la frutta rossa in via di definizione, le spezie scure. Il sorso richiama subito le spezie e si arrotonda sulla calda alcolicità ben sostenuta dalla freschezza e dai tannini.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Vigna del Parroco – Ferraris Agricola
Rubino luminoso con sfumature porpora. Naso floreale di rosa e di caramellina Leone alla violetta. il fruttato è presente ma ancora in definizione, mentre è nitidamente percepibile il tessuto speziato sia dolce, la cannella, sia energetico, il cardamomo, sia scuro, il pepe nero. Il sorso è lineare, conseguente ed elegante: floreale con richiami di rosa e violetta, frutta rossa, cardamomo e pepe nero. Morbidezza donata dall’alcol.

Ruchè di Castagnole Monferrato 2024 Nobilis – Tenuta Montemagno
Rubino luminoso. Bouquet olfattivo complesso, di frutta rossa sia fresca sia in composta, in seguito arrivano i sentori floreali spinti dalle note aromatiche di fondo speziate. Il sorso è rotondo, morbido per l’alcol che dialoga con l’acidità e il tannino più vigoroso di quanto ci si attenda da un ruchè.

Paolo Manna
Paolo Manna

Nato a Gragnano, capitale della pasta, in seguito vive in provincia di Napoli, per poi trasferirsi a Torino, con lunghe frequentazioni di Milano e Roma: in definitiva un cosmopolita. Benché la passione per il vino lo colga giovanissimo, alla prima vista delle bottiglie e dei bottiglioni che circolavano in casa, si dedica ad altro. Esperto economico e finanziario, giornalista di economia e finanza, l’aver tenuta viva la fiamma della bevanda di Bacco lo conduce in AIS Piemonte, dove consegue il diploma di Sommelier e, in seguito, di Degustatore. Vicepresidente dell’Associazione Stampa Subalpina, Consigliere del Centro Studi per il giornalismo Gino Pestelli, Presidente del Collegio Sindacale del GEI Gruppo Economisti d’Impresa, scrive di vino su varie testate, con l’obiettivo di far conoscere i territori, le persone e le culture del nostro Bel Paese.

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