Il terroir di Terlano e quella cuvée che sfida il tempo

“Con terreni come i nostri devi per forza fare un grande vino bianco”. E ancora: “Non temiamo nessun confronto con i nostri vini bianchi”. Due affermazioni, quelle di Klaus Gasser, direttore commerciale di Cantina di Terlano, che non lasciano alcun dubbio su quella che è la filosofia che anima una delle realtà probabilmente più famose in Italia quando si parla, appunto, di vini bianchi. O meglio: di vini bianchi che non hanno alcun timore a sfidare il tempo, e per giunta con una certa facilità.
L’occasione di confrontarsi con questa storica cantina – non l’unica tra le cooperative che in Alto Adige riescono a destreggiarsi sia nella fascia premium che tra vini più quotidiani con un rapporto qualità prezzo invidiabile – è stata l’uscita dell’ultima annata quello che internamente viene considerato il vino più prestigioso e importante, il Terlaner Primo Grande Cuvée, alla quale è seguita la possibilità di sondare la profondità che riesce a raggiungere con il passare degli anni attraverso una verticale di qualche annata.

Dare del “tu” alla longevità
Che a Terlano sappiano cosa significhi la longevità quando si parla di vini bianchi, non è certo una novità. Nelle cantine sotterranee c’è una sorta di vera e propria biblioteca, un archivio enologico con più di 100.000 bottiglie di vini bianchi dal 1955 ad oggi che l’ex kellermeister, Sebastian Stocker, cominciò a stoccare per dimostrare e verificare la capacità del terroir di Terlano di restituire vini freschi e pimpanti anche dopo anni e anni di riposo in bottiglia.
Non solo: diciassette annate, la più vecchia datata 1979, di pinot bianco, chardonnay, sauvignon blanc e dello storico blend dei tre, ovvero di Terlaner, riposano ancora in vasche di acciaio, dove devono sostare sui lieviti per almeno 10 anni, sempre secondo il metodo Stocker, prima di dare origine all’altro grande vino di Terlano, il Rarity.

La carta di identità del Terlaner I Grande Cuvée
Dietro la creazione del vino simbolo di Terlano, prima annata in commercio la 2011, c’è una volontà tanto semplice quanto chiara. Rispecchiare fedelmente il territorio di partenza, che nel bicchiere significa: meno frutto e più sapidità. “Quando abbiamo pensato a come fare un grande vino siamo tornati indietro nella storia di Terlano: il blend di più uve”. Il primo Terlaner, cuvée di pinot bianco, chardonnay e sauvignon blanc, risale al 1893. Il pinot bianco dà la spina dorsale mentre lo chardonnay corpo e struttura. E il sauvignon? “Un grande vino bianco, per me, non deve esprimere note aromatiche” sostiene con granitica certezza Rudi Kofler, l’enologo della cantina e creatore di questa etichetta. Ecco perché il sauvignon è passato negli anni dal 23% al 3% attuale”. Perché, allora, continuare a tenerlo all’interno di questo Terlaner? “Serve come il sale in cucina: poco, per dare verticalità ed equilibrio”.

Il grande lavoro alle spalle di questo vino è stata l’individuazione di 5 micro parcelle di pinot bianco, individuate tra quelle che servono per realizzare il Vorberg, posizionate tra i 500 e 600 metri di altitudine. “Sono in mezzo, sono i nostri vigneti grand cru. Non cambiano mai e abbiamo capito come selezionarle dopo esperimenti di microvinificazione durati per 5 anni” continua Kofler. Il pinot bianco, inizialmente presente anche fino all’85%, oggi si è stabilizzato tra il 65% e il 70%; lo chardonnay ondeggia tra il 28% e il 35% e proviene da vigneti intorno ai 350 metri di altitudine, infine il pochissimo sauvignon presente viene allevato tra i 300 e i 350 metri. Orientamento: Sud, Sud-Ovest. I terreni sono naturalmente la grande peculiarità dei vini di Terlano e anche in questo caso sono decisivi per donare quel timbro minerale e quella verticalità che qui ricercano in modo quasi ossessivo. Si tratta di porfido quarzifero di origine vulcanica. “Sono terreni poveri, con PH leggermente acidi e non trattengono l’acqua se piove”.

In cantina, dopo una delicata pressatura e la chiarifica naturale a freddo, la fermentazione avviene lentamente in botti di rovere da 12 ettolitri, alla quale segue lo svolgimento della fermentazione malolattica al 100% e un ulteriore affinamento, sempre nelle stesse botti, per un anno. Tiratura: 3000 bottiglie.
La degustazione
Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2016
75% pinot bianco, 22% chardonnay, 23% sauvignon blanc. Alcol: 14,5%, zuccheri residui: 0,7 g/l, acidità totale: 6,2 g/l
Semplicemente delizioso, per definizione aromatica al naso e delicatezza complessiva. Forse non è il millesimo che mette maggiormente in mostra quella classica e grande carica minerale al naso e poi sapida al palato che questo vino si porta in dote, ma certo non è meno fine e intrigante per questo. La componente fruttata, che ricorda la pesca, ha una definizione matura ed elegante, che si unisce a tocchi zenzero ai quali, con l’ossigenazione si uniscono anche sfumature di anice e finocchietto selvatico. Al palato ha un ottimo equilibrio, con una consistenza sia sapida che morbida al tempo stesso. Forse il vino più “rotondo” e meno verticale della degustazione.
Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2018
65% pinot bianco, 32% chardonnay, 3% sauvignon blanc. Alcol: 13,5%, zuccheri residui: 0,6 g/l, acidità totale: 6,1 g/l
Una ventata potentissima di note salmastre e quasi iodate, che con il tempo lasciano spazio anche a quelle vegetali e balsamiche. Un vino diametralmente opposto al precedente, che quasi estremizza la parte più verticale che questa cuvée intende sempre perseguire. Al palato, come ci si aspetta, ha una freschezza molto viva, quasi tagliente, ma soprattutto una sapidità preponderante e una persistenza di grande lunghezza. L’annata, come spiega Kofler, fu “estrema” con un inverno nevoso e un’estate sostanzialmente torrida.

Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2019
70% pinot bianco, 28% chardonnay, 2% sauvignon blanc. Alcol: 14%, zuccheri residui: 1,0 g/l, acidità totale: 6,5 g/l
Campione di grande raffinatezza ed equilibrio, che ricorda come impostazione l’annata 2016, ma dotato di maggior verticalità e profondità. Note floreali di acacia e camomilla, delicate note fruttate di pesca, una netta nota di pietra focaia ben avvertibile soprattutto al palato, dove acidità e sapidità dominano il sorso, ma senza invadenza e con ottimo equilibrio. Vino di bella espressività, succoso e ricco al tempo stesso.
Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2020
72% pinot bianco, 26% chardonnay, 2% sauvignon blanc. Alcol: 13,5%, zuccheri residui: 0,7 g/l, acidità totale: 6,2 g/l
Un’altra annata probabilmente più orizzontale che verticale, dove l’equilibrio al palato tra la densità del sorso e la sapidità riescono a creare però un connubio anche in questo caso di ottima finezza. Le note minerali ben si fondono quelle agrumate, mentre un tocco vegetale e mentolato molto elegante completa un quadro olfattivo di bella distensione.

Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2021
65% pinot bianco, 33% chardonnay, 2% sauvignon blanc. Alcol: 14%, zuccheri residui: 1,1 g/l, acidità totale: 6,9 g/l
Probabilmente il vino più entusiasmante della verticale. La forza delle note salmastre e minerali ricorda il millesimo 2018, anche se maggiormente integrate e più ritmate nel concedersi al naso. Con l’ossigenazione si apre poi su note floreali e di miele, ma è al palato probabilmente che mostra tutta la sua raffinatezza. Fresco e salato, teso e morbido, ha dinamicità e volume insieme, nonché una persistenza di razza. Chapeau.
Alto Adige DOC Terlaner I Grande Cuvée 2022
62% pinot bianco, 35% chardonnay, 3% sauvignon blanc. Alcol: 14%, zuccheri residui: 1,1 g/l, acidità totale: 6,8 g/l
Si apre subito con delicate note di pesca bianca, una bella mineralità e sfumature che ricordano il pepe bianco e le erbe aromatiche. Inutile sottolineare la gioventù e, in questo momento, un incedere esuberante e quasi potente al naso. Al palato anche in questo caso riesce a coniugare una notevole ricchezza estrattiva con un finale sapido molto incisivo e potente. Le premesse sono ottime.
