Il vino in lattina piace ai Millennial
Kristin Olszewski ha creato Nomadica, una linea di vini in lattina che ha riscosso un discreto successo nella fascia tra gli over 25 e i quarantenni.
Kristin Olszewski, già studentessa alla Harvard Medical School, un bel giorno ha deciso di cambiare strada e intraprendere una carriera nel mondo del vino. Le varie esperienze di successo in giro per gli USA le hanno permesso di farsi una idea sulle ragioni per cui i giovani si affollano davanti ai banconi dei barman e non nelle enoteche: il mondo del vino comunica poco con i Millennials. Vendere loro vino – commentava tempo fa la giornalista Kathleen Willcox – non è una impresa impossibile, e nemmeno difficile. Lo diventa quando si va a tentoni, ignorando le caratteristiche di una generazione che per forza di cose è diversa da quelle che l’hanno preceduta. Diversità, inclusione, rispetto dell’ambiente sono valori tenuti molto in considerazione: secondo una indagine Nielsen, il 75% dei Millennial è disposta a cambiare marchio per favorirne uno che tenga in maggiore considerazioni tali tematiche.
Il vino in lattina da tempo non è più un tabù. Vini di pronto consumo, semplici, contenuti in un materiale più sostenibile del vetro riscuotono un crescente successo.
Così Kristin ha fondato Nomadica, una linea di vini in lattina, che risponde ad alcune richieste della fascia anagrafica dei Millennials: vini di pronto consumo, semplici, contenuti in un materiale più sostenibile del vetro. La lattina, rispetto alla bottiglia, trasmette inoltre una idea di disimpegno, di accessibilità: “l’industria del vino – dice – semplicemente non parla con i consumatori più giovani e non interagisce con le persone in modo inclusivo. Gran parte dell’industria del vino è stata storicamente orientata verso un gruppo di persone molto selezionato. Quindi dobbiamo cambiare il modo in cui parliamo con le persone. Dobbiamo anche superare la percezione del consumatore che il vino in lattina sia intrinsecamente cattivo“. L’intervista su Eater.