In Messico si beve più vino e si pianta di più
Nonostante cinque secoli di storia legati alla coltivazione della vite, il paese è ancora relativamente giovane. Ora le cose stanno cambiando.
Il Messico può vantare l’attività vinicola più antica del cosiddetto Nuovo Mondo: fu Hernán Cortés, intorno al 1530, in qualità di governatore, a stabilire che ogni anno gli agricoltori dovessero piantare dieci viti per ogni schiavo indio presente nella loro tenuta. Nel 1699, però, il re di Spagna proibì l’introduzione di nuovi vigneti, temendo la concorrenza con quelli della madrepatria, ritardando di tre secoli lo sviluppo della cultura enologica messicana: a oggi, poco più del 10 per cento dei 40.000 ettari di vigneti è destinato a produrre vino; la parte restante produce uva da tavola, uva passa, e soprattutto uva per brandy. La quasi totalità delle uve da vino proviene dalla cosiddetta Baja California, in cui operano una quarantina di cantine, in particolare nelle zone di Baja e Querétaro, anche se, ormai satura di vigneti e tormentata dai problemi di approvvigionamento idrico, si fanno avanti nuove aree, come Chuihuahua, Coahuila e Aguascalientes. Ciò che colpisce, negli ultimi tempi, è la crescita del consumo interno pro capite, passato dai 225 ml del 2003 all’1,3 l del 2023, con un aumento della quota relativa al mercato interno di oltre il 20 per cento: dal 10 per cento del 2003 al 34 per cento dell’anno scorso.
Il consumo di vino, in Messico, è in continua crescita, tanto che la produzione totale mira a essere assorbita, per metà, dal mercato interno.
Salomón Abedrop, presidente del Consejo Mexicano Vitivinícola (MMV), attribuisce la maggior parte della crescita ai bevitori più giovani, in particolare alle donne, mentre i sommelier come Manuel Negrete spiegano come i suoi concittadini abbiano recentemente iniziato a includere il vino nelle occasioni sociali e durante i pasti: “abbiamo una ricca tradizione culinaria e il vino viene visto sempre più come complemento della nostra cucina; l’abbinamento cibo-vino è diventato più popolare”. Parte del merito, poi, va riconosciuta ai produttori, non solo per la qualità crescente dei vini realizzati, ma per le attraenti sale di degustazione allestite e i tour organizzati, che oltre ad attirare turisti nazionali e internazionali ha contribuito a creare un modello d’ispirazione per i messicani. Un lungo e interessante reportage sul Meininger’s International.