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Paesaggio
30/04/2025
Di Lorenza Cerbini

Interviene la ricerca per salvare i cipressi di Bolgheri

Prendersi cura del territorio tenendo gli alberi in salute. A Bolgheri, i cipressi sono un simbolo distintivo. Definiscono il paesaggio. Sono sulle cartoline. Fanno da sfondo a suggestivi selfie. Sono fonte di ispirazione per i poeti. Un patogeno ne ha messo a rischio l’esistenza. Sono colpiti dal Seiridium cardinale un fungo che causa il cancro corticale. Colpisce i tessuti della pianta che, una volta necrotizzati, assumo color rosso. In tutta Italia, purtroppo, sono presenti cipressi con la chioma che sembra bruciata. Questo patogeno è diffuso in tutti i Continenti e in particolare nei Paesi con un clima temperato.

Salvare i filari che ispirarono Giosuè Carducci

In fila per due e in perfetta simmetria, i cipressi di Bolgheri sono 2540 in un viale lungo cinque chilometri.  Collega l’Oratorio di San Guido al centro storico del borgo di Bolgheri. I lavori per la sua realizzazione iniziarono alla metà dell’Ottocento, quando ricostruendo la via Regia, furono create strade perpendicolari (all’epoca bianche, in ghiaia per il passaggio di cavalli e carrozze) per collegarla con i paesi e i borghi interni. Lo stradone di San Guido, oggi si trova nel comune di Castagneto Carducci, il paese del grande poeta che a quei cipressi ha dedicato alcuni famosi versi nella lirica “Davanti a San Guido”: “I cipressi che a Bólgheri alti e schietti / Van da San Guido in duplice filar, / Quasi in corsa giganti giovinetti / Mi balzarono incontro e mi guardar”. Quei “giganti giovinetti” sono oggi piante secolari ed è riduttivo chiamarle alberatura. Sono un monumento nazionale e come tale al centro delle attenzioni. Sono Vip, insomma, orgoglio del territorio.

Tra pochi giorni, partirà un programma per metterli in salvo. Capofila l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPSP-CNR) e la tenuta San Guido, azienda vitivinicola produttrice del rinomato Sassicaia. “Siamo orgogliosi di avviare, insieme al Cnr, la tutela del Viale dei Cipressi. Un patrimonio da conservare per le generazioni future”, ha detto Alessandro Berlingieri, presidente di Tenuta San Guido.

Il progetto di ricerca avrà una durata quinquennale e “prevede un articolato programma di monitoraggio fitosanitario, formazione specialistica e reintegro delle alberature con cloni autoctoni selezionati e resistenti”, dice Roberto Danti, il ricercatore dell’IPSP-CNR che a quelle piante sta dedicando le sue forze.

Seiridium cardinale, il nemico che viene da oltreoceano

“Il Seiridium cardinale è arrivato in Italia negli anni Cinquanta, forse dalla California. Il primo impatto è stato distruttivo, con moltissime piante andate perdute. Sono stati necessari decenni di studi per mettere a punto tre forme di lotta: meccanica, chimica e basata sulla selezione genetica”. La prima prevede potature ad hoc, svolte da personale specializzato che sa riconoscere il problema e agire sulle parti affette. La seconda, è applicabile in piccoli spazi, nei vivai, e quando le piante sono di piccola taglia. La terza sta dando risultati importanti. “Dal 2000 al 2017 abbiamo osservato con attenzione i cipressi, individuando quelli resistenti alla malattia – dice Danti – Quindi, attraverso la tecnica dell’innesto, abbiamo creato dei cloni, delle repliche che poi abbiamo studiato in specifici campi sperimentali. In totale, abbiamo selezionato ben 14 genotipi funzionali allo scopo di creare piante originali e resistenti”.

Nelle prossime settimane, i ricercatori faranno la conta dei cipressi attaccati dal cancro corticale e valuteranno il loro stato di salute. Quelli molti compromessi, dovranno essere abbattuti, ma saranno rimpiazzati dai cloni dell’IPSP-CNR. “Il Seiridium cardinale diffonde le sue spore attraverso vento, pioggia, insetti. Il caso Bolgheri è particolare. Le piante sono molto ravvicinate e in quel luogo, vi vige un particolare microclima con un elevato tasso di umidità dovuta alla vicinanza del mare che favorisce la riproduzione e la diffusione del patogeno”.

Se i cipressi di Bolgheri sono in buone mani, come può comportarsi un privato che vede le sue piante ingiallire? “Ḕ importante che la diagnosi sia fatta da personale specializzato che sa riconoscere la malattia e affrontarla. Le potature sono fondamentali per la salute della pianta, ma anche in questo caso è necessario che intervengano gli esperti. Come IPSP-CNR abbiamo tenuto corsi di formazione e abbiamo intenzione di organizzarne ancora”.

La prima e la seconda foto sono di Davide Bischeri per Mirrordigitalagency. La terza foto è di Etienne Hunyady.

Lorenza Cerbini
Lorenza Cerbini

Giornalista e sommelier, sono nata e vivo in Toscana, cresciuta tra i filari della vigna di famiglia tra grappoli di sangiovese e colorino. Ho trascorso parte della vita adulta a New York. Scrivo per il Corriere della Sera. @bacco_eretico

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