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Eventi AIS
09/07/2025
Di Redazione AIS

L’AIS compie 60 anni: al Savini di Milano una serata tra istituzioni, partner e un messaggio di unità per il futuro

La serata, tenutasi il 7 luglio, simbolicamente nella “culla” dell’associazione, lo storico Ristorante Savini, dà il via a un 2025 di festeggiamenti che coinvolgeranno 45.000 soci in tutta Italia, uniti per promuovere la cultura del vino.

AIS, 60 anni di cultura del vino: la storia e il futuro dell’Associazione Italiana Sommelier

Ci sono storie che non si limitano a invecchiare, ma maturano. Acquistano corpo, struttura, complessità. La storia dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) è una di queste, e il traguardo dei suoi 60 anni non è un semplice anniversario, ma la celebrazione di un’eredità che ha trasformato il modo in cui l’Italia intera vive e pensa il vino. Il via a questo anno di festeggiamenti è stato dato in un luogo dal forte potere evocativo: lo storico Ristorante Savini di Milano, là dove tutto ebbe inizio. Un brindisi che ha unito istituzioni, partner e i vertici delle principali associazioni di settore, lanciando un messaggio di unità e gettando le basi per i prossimi sessant’anni di AIS.

La celebrazione ha assunto subito un carattere spiccatamente istituzionale. A testimoniare la loro vicinanza, oltre a Francesco Valenti, figlio del fondatore di AIS, e oggi rettore del Collegio della Guastalla di Monza, erano presenti numerose figure di spicco: Federico Bricolo, presidente di Veronafiere; Stefano Fambri, presidente dell’Istituto Trentodoc, e Sabrina Scench, direttrice; Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera; Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo, i tre Master of Wine italiani; Camilla Lunelli, Communication & External Relations Director del gruppo Lunelli (Cantine Ferrari Trento); Daniela Mastroberardino, amministratrice ed export manager dell’azienda Terredora e presidentessa dell’associazione Le Donne del Vino, e Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

Luciano Ferraro, Francesco Valenti e Sandro Camilli

La serata è stata anche l’occasione per ribadire il desiderio di AIS di rafforzare il dialogo con le altre principali associazioni del settore. Un messaggio di unità reso tangibile dalla partecipazione amichevole di Giuseppe Vaccarini, presidente ASPI, e Vito Intini, presidente ONAV, oltre che dai saluti inviati dai presidenti di FISAR e FIS. Il tutto in una cornice resa possibile dal sostegno di partner d’eccellenza, tra cui l’Istituto Trento Doc, la distilleria Bonaventura Maschio, l’acqua ufficiale Surgiva e numerosi, importanti consorzi di tutela del vino italiano: il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, il Consorzio Vini Alto Adige, il Consorzio Volontario di Tutela del vino St. Maddalena, il Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG,

Questo brindisi, però, è stato solo l’inizio. La vera festa, infatti, coinvolgerà i 45.000 soci, da nord a sud, e si svolgerà in ogni regione d’Italia. L’associazione ha scelto di celebrare questa storia di successo dove pulsa il suo cuore più autentico: sul territorio. Un modo per rendere omaggio alla forza della sua comunità e per trasformare l’anniversario in una celebrazione tanto capillare quanto la presenza stessa di AIS nel paese. Presto, infatti, verrà condiviso un calendario aggiornato con i primi, attesi appuntamenti regionali.

“Sessant’anni fa il nostro fondatore Jean Valenti ebbe una visione di libertà, creando un’associazione indipendente il cui unico scopo fosse la cultura” ha dichiarato Sandro Camilli, Presidente Nazionale AIS. “Oggi quella visione è la nostra identità, rafforzata dallo status di Ente del Terzo Settore. Affidiamo i festeggiamenti alla forza delle nostre sedi regionali, cuore pulsante della nostra comunità”.

Le radici del futuro: la nascita di AIS al Savini

Per capire il presente di AIS, bisogna tornare a quel 1965. In un’Italia travolta dal boom economico, la cultura del vino professionale era un campo quasi inesplorato. Fu tra le mura del Savini che l’intuizione di Jean Valenti agì da catalizzatore: bisognava andare oltre la semplice domanda «bianco o rosso?». Serviva creare un valore nuovo, una professione dotata di un lessico, di una tecnica rigorosa e di una capacità narrativa. Valenti non si limitò a migliorare un servizio, ma fondò di fatto la moderna sommellerie in Italia, ponendo le basi per un’associazione che avrebbe fatto di quella visione la sua missione. Celebrare i 60 anni di AIS partendo da qui non è nostalgia, ma un omaggio alla propria, rivoluzionaria, scintilla creativa.

Crescita e indipendenza: i pilastri di 60 anni di successo

Quell’idea audace, nata a Milano, è diventata un patrimonio nazionale. Lo dicono i numeri: dai 500 soci pionieri del 1970 a una comunità di 45.000 membri che oggi forma la più grande community del vino in Italia. Ma questa crescita esponenziale poggia su un pilastro ancora più solido e mai negoziato: l’indipendenza. Una scelta di libertà suggerita fin dalle origini e oggi codificata nello status di Ente del Terzo Settore (ETS). Essere un ETS non è un’etichetta, ma un vincolo statutario che impegna l’associazione a perseguire finalità di utilità sociale, garantendo che la sua unica “linea da seguire” sia quella della cultura e della tutela del consumatore, al riparo da logiche puramente commerciali. Una garanzia di credibilità che rappresenta il vero capitale di AIS dopo 60 anni.

Al centro tre Presidenti AIS del passato: Edi Furlan, Giuseppe Vaccarini e Antonello Maietta

Non solo tecnica: l’evoluzione della sommellerie secondo AIS

Se la prima grande missione fu creare un linguaggio comune per descrivere il vino, la sfida, dopo sessant’anni di storia, è guidarne l’evoluzione. La formazione AIS di oggi non dimentica il rigore tecnico, ma lo arricchisce di nuovi strumenti per raccontare l’emozione, il territorio e l’anima racchiusi in un calice. A questa spinta evolutiva si affianca la costante ricerca dell’eccellenza, incarnata dai prestigiosi concorsi nazionali. Una linea ininterrotta di campioni, dal primo vincitore Fausto Balestra nel 1967 all’attuale detentore del titolo Andrea Gualdoni, testimonia l’impegno di AIS nel creare un benchmark di altissimo livello, una palestra dove i migliori talenti possono misurarsi e crescere, elevando la competenza dell’intera filiera.

Un’associazione aperta, tra innovazione e impatto sociale

Celebrare i 60 anni di AIS significa anche raccontare un’organizzazione che ha saputo innovarsi profondamente per restare al passo con i tempi e con la sua immensa base associativa. Con il motto “innovare per includere”, ha reso i suoi processi decisionali più democratici attraverso il voto online, ha trasformato i suoi congressi in convention aperte a tutti e ha creato gli Stati generali per un confronto diretto con le sue delegazioni regionali. Questa spinta all’apertura si traduce in un valore tangibile per ogni membro, che oggi ha a disposizione un intero ecosistema di servizi: dalle colonne della storica rivista Vitae e dalle pagine della sua celebre guida, fino agli strumenti digitali come l’app, il portale MyAIS e i contenuti del blog. È proprio questa solida e moderna struttura che permette ad AIS di esprimere al meglio la sua anima sociale: la vera vocazione dell’Ente del Terzo Settore si manifesta infatti nei progetti a impatto concreto, come l’iniziativa rivoluzionaria del “Sommelier Astemio”, che offre un’opportunità di lavoro a ragazzi con bisogni speciali, o il sostegno al talento femminile con “Essenze di Vite”.

I prossimi 60 anni di AIS: un brindisi al futuro

La serata al Savini ha dunque ribadito una certezza. Dopo sessant’anni, l’Associazione Italiana Sommelier non è un’istituzione seduta sulla sua storia. È un organismo vivo, guidato dal suo presidente Sandro Camilli verso un futuro di cultura, responsabilità e dialogo. Un lungo viaggio nel calice che, oggi come nel 1965, continua a guardare avanti.

Nella foto di apertura: Luciano Ferraro, Giuseppe Vaccarini, Francesco Valenti, Antonello Maietta, Edi Furlan e Camilli

Redazione AIS
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