La bellezza sostenibile che riscrive i confini urbani: un viaggio emozionale nei vigneti nascosti della Sicilia

Immagina un sussurro di foglie nel cuore pulsante della città, un profumo di mosto che si insinua tra i palazzi. Non è un miraggio, ma la vibrante realtà dei vigneti urbani siciliani, gemme inaspettate incastonate nel tessuto metropolitano. Questi luoghi magici, dove la tradizione rurale si fonde con l’energia urbana, non sono semplici coltivazioni; sono portali verso un passato ricco di sapori e saperi, e al contempo, avanguardie di un futuro più verde e sostenibile.
La Sicilia, terra di vini generosi e paesaggi mozzafiato, custodisce con orgoglio questi scrigni di biodiversità e storia. L’Urban Vineyards Association (U.V.A.), con la sua visione globale di tutela e valorizzazione, ha mappato in Italia ben 32 vigne urbane in 15 città, 11 delle quali sono membri attivi. Tra queste realtà uniche, la Sicilia spicca con due gioielli che aderiscono all’associazione: l’Etna Urban Winery a Catania e la Vigna del Gallo a Palermo, a cui si aggiunge la vigna didattica dell’Istituto Agrario di Catania. Secondo i rigorosi criteri di ammissione dell’U.V.A., una vigna urbana è definita da un appezzamento di almeno 100 piante situato all’interno dei confini municipali di una grande città con una popolazione di almeno 50.000 abitanti e con il rango di capitale provinciale, regionale o nazionale.
Etna Urban Winery: un battito di cuore antico nel presente di Catania, guidato dalla visione di Nicola Purrello
Varcare la soglia dell’Etna Urban Winery, situata a San Gregorio di Catania, in via Catira 40, è come intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, pur rimanendo immersi nel dinamismo della città contemporanea. Questo luogo, uno dei sei vigneti “metropolitani” italiani parte del network internazionale dell’U.V.A., non è una semplice cantina, ma la materializzazione della passione di una famiglia che ha saputo riannodare i fili di una storia vitivinicola secolare. Dietro questa rinascita illuminata c’è Nicola Purrello, carismatico presidente dell’Urban Vineyards Association e dinamico titolare dell’Etna Urban Winery. Forte di una solida esperienza manageriale internazionale e di un profondo legame con la sua terra, Purrello incarna una visione innovativa che va oltre la produzione di vini di qualità. Il suo impegno si traduce nella creazione di esperienze enoturistiche coinvolgenti e in un progetto di riqualificazione urbana che riscopre le radici agricole del territorio etneo, come testimonia anche il suo ruolo di Vice Presidente della Strada del Vino dell’Etna. Le radici affondano nel lontano 1790, quando la famiglia diede vita ai primi vigneti alle pendici del vulcano, un’attività che per quasi duecento anni ha plasmato il paesaggio e la cultura di questa terra, in una zona storicamente vocata alla viticoltura, poi “inglobata” dall’espansione urbana. Il palmento storico, con la sua architettura evocativa, è testimone silenzioso di generazioni dedite alla produzione del vino.

Dopo un periodo di oblio, nel 2018, il desiderio di riscoprire le proprie origini ha spinto otto cugini a ridare vita a questo patrimonio. Invece di cedere alla speculazione edilizia, hanno scelto di ripristinare l’antica vocazione agricola dei terreni ereditati. Fare agricoltura in città si è rivelata una scelta strategica, con vantaggi logistici e un forte richiamo turistico, con visitatori che raggiungono la tenuta in pullman. A “proteggere” questo ettaro e mezzo di vigneti non è solo la complessa suddivisione ereditaria dei terreni, ma anche una visione comune e la morfologia del territorio, con un bosco adiacente all’autostrada che funge da fascia di rispetto, arginando – almeno finora – progetti di cementificazione. Come sottolinea con passione Nicola Purrello, questo è un “luogo del cuore”, una “dagala urbana sfuggita all’edificazione selvaggia grazie alla presenza del bosco”, un’area cuscinetto di querce e roverelle che contribuisce all’equilibrio termico, alla ritenzione idrica, alla biodiversità e all’estetica del paesaggio.

Entrare nell’Etna Urban Winery è un tuffo negli anni Trenta, quando solo a San Gregorio si contavano 300 ettari di vigneti e 30 palmenti. Ci troviamo a 350 metri sul livello del mare, sul versante sud-est del vulcano. Le prime barbatelle di nerello mascalese e nerello cappuccio sono state piantate nel 2018, seguite nel 2021 da una vigna di carricante e catarratto, testimoni di un “vino territoriale” che affonda le sue radici nella contrada Paternostro di Viagrande, confinante con San Giovanni la Punta. Ma il vino è solo la punta dell’iceberg di un progetto che mira all’integrazione del vigneto con la comunità locale, rendendolo fruibile a tutti. “Questo luogo dimostra che si può fare agricoltura in città con un profilo di sostenibilità ambientale – afferma con convinzione Nicola Purrello – perché diversifica l’uso del territorio dentro un contesto metropolitano. È come avere un parco, un polmone verde nel quale esistono anche dei piccoli gioielli come il bosco o la ‘cuba’ di fine Settecento che abbiamo restaurato come esempio di architettura rurale”. I turisti sono colpiti da questo connubio di natura, storia, cultura contadina ed enogastronomia, tanto che l’Etna Urban Winery ha ricevuto il Travel & Hospitality Award come “migliore esperienza enoturistica del 2021 in Sicilia” in base alle recensioni dei visitatori.

Per il futuro, la visione di EUW si muove su due binari: il recupero integrale dei terreni (attualmente è stato sistemato solo il 20%, circa un ettaro e mezzo, con l’obiettivo di arrivare a 5/6 ettari) e una maggiore integrazione con la comunità locale. L’idea è di trasformare questo spazio in un luogo dove si possa fare jogging, ciclismo, ammirare installazioni artistiche, con aree gioco e la possibilità di ascoltare le storie delle vendemmie direttamente dagli anziani di San Gregorio. “La gente fa jogging sulla strada che porta al centro commerciale, non sarebbe meglio correre in mezzo ai vigneti?”, si chiede provocatoriamente Purrello, prefigurando un futuro in cui la vigna urbana diventi un vero e proprio parco culturale e ricreativo.
Eventi: Etna Urban Winery offre tour al tramonto con degustazione e abbinamenti gastronomici da aprile a ottobre. È disponibile un servizio navetta da Catania.
A testimonianza del ruolo di primo piano che la Sicilia riveste nel panorama della viticoltura urbana, Catania ospiterà a giugno 2025 il meeting annuale dell’Urban Vineyards Association. Questo importante appuntamento, che vedrà la partecipazione di numerosi associati provenienti da tutto il mondo, si articolerà in tre giornate dedicate alla discussione e alla valorizzazione di questo fenomeno in crescita. Venerdì 13 giugno, il convegno “Agricoltura Urbana in Sicilia: coltivare le città per rigenerare il territorio” offrirà un’occasione di confronto tra esperti internazionali. Il fine settimana sarà invece dedicato all’assemblea dell’Associazione e al forum dei produttori, un’opportunità per definire strategie e condividere esperienze.
Vigna del Gallo: un giardino segreto di biodiversità nel cuore di Palermo
Nel cuore vibrante di Palermo, varcando i cancelli rigogliosi dell’Orto Botanico, si disvela un tesoro inatteso: la Vigna del Gallo-Diego Planeta. Un piccolo appezzamento di terra, appena 200 metri quadrati, che custodisce un patrimonio inestimabile: 95 biotipi di vitigni autoctoni siciliani. Questo non è un vigneto destinato alla produzione commerciale, ma un santuario della biodiversità, un custode della memoria genetica della viticoltura isolana. Ogni singola vite qui è un frammento di storia, un esemplare raro che rischiava l’oblio, soppiantato dalle logiche del mercato. Qui, con cura meticolosa, si coltivano grillo, nero d’Avola, frappato, perricone, catarratto, inzolia, ma anche gemme ampelografiche come prunella, muscaredda, corinto bianco, cutrera, zuccaratu, visparola. Nomi che evocano un passato agricolo ricco e affascinante.

Passeggiare tra questi filari è un’esperienza intima e contemplativa. Non si cerca la perfezione geometrica del vigneto tradizionale, ma si percepisce la vibrante ricchezza della diversità, la capacità di adattamento di vitigni che hanno saputo prosperare su questa terra per secoli. È un incontro silenzioso con la storia, un dialogo con la terra attraverso le forme delle foglie, la trama dei tralci, la promessa dei piccoli grappoli.
La Vigna del Gallo è un progetto virtuoso, nato dalla collaborazione tra l’Università di Palermo e il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, un atto di responsabilità verso un patrimonio genetico unico e prezioso. È un laboratorio a cielo aperto, un luogo di studio e di divulgazione, dove la scienza si unisce alla passione per preservare la ricchezza ampelografica dell’isola. Intitolata a Diego Planeta, figura visionaria che ha segnato la rinascita del vino siciliano, questa vigna urbana è un omaggio alla sua lungimiranza e al suo instancabile impegno per la valorizzazione delle varietà autoctone. È un’oasi di bellezza silenziosa, un promemoria di quanto sia cruciale proteggere e tramandare le meraviglie della nostra terra.
Eventi: l’Orto Botanico di Palermo, dove si trova Vigna del Gallo, ospita regolarmente eventi culturali e naturali.

Un futuro radicato nella bellezza e nella sostenibilità
L’Etna Urban Winery e la Vigna del Gallo, pur nella loro singolarità, incarnano lo spirito dei vigneti urbani: un ponte tra passato e futuro, tra città e campagna. Sono luoghi che offrono esperienze autentiche, che risvegliano i sensi e connettono l’anima con la terra. Testimoniano come la bellezza e la sostenibilità possano fiorire inaspettatamente nel cuore del tessuto urbano, arricchendo la vita della comunità e ricordandoci il valore inestimabile del nostro patrimonio culturale e naturale. La Sicilia, con i suoi vigneti urbani, si conferma un crocevia di storie, sapori e passioni, un invito a scoprire un modo nuovo e più autentico di vivere la città, in armonia con la sua terra.

Photo credit: Urban Vineyards Association.