La cantina Cieck, alfiere dell’erbaluce di Caluso, vitigno versatile e longevo

Vitigno fresco e di mineralità fredda che dà vini buoni subito ma che sanno invecchiare
Il Canavese, poco a nord di Torino, è terra di tradizioni storiche (Arduino fu Re d’Italia), industriali (il centro più importante, Ivrea, è sede dell’Olivetti) e agricole: terra di grandi vini da un vitigno poco conosciuto, l’erbaluce di Caluso, versatile e unico nel panorama dei bianchi italiani perché da sempre vinificato bianco secco, spumante e passito.
L’erbaluce si coltiva tra i 200 e i 500 slm sull’Anfiteatro Morenico di Ivrea, nato dal ghiacciaio Balteo discendente dalla Valle d’Aosta durante il Pleistocene, che trasportò tanti detriti tra 900.000 e 19.000 anni fa, alimentando suoli ricchi di scheletro e costituiti principalmente da sassi, sabbia e ciottoli. La valle della Dora Baltea è l’unica che attraversa tutte le grandi placche tettoniche delle Alpi, donando all’Anfiteatro Morenico una varietà di minerali molto ampia, che trasmettono ai vini una sapidità ricca di sensazioni minerali.

Varie ipotesi sull’origine dell’erbaluce: potrebbe discendere dal greco di Bianco, giunto in Canavese tramite i Romani, ma l’ipotesi più recente, e più accreditata, è che si tratti di un vitigno autoctono canavesano, legato all’uva Raetica, citata da Plinio il Vecchio nel I sec. d.c. L’erbaluce accumula zuccheri fino a una media concentrazione mantenendo una dotazione acida notevole che gli consente di essere un’ottima base per lo spumante e garantisce doti di longevità fuori dal comune. È inoltre ricco di estratto, ha potenziale alcolico medio basso, pochi aromi liberi ma diversi precursori di aroma. Ha buccia spessa, croccante, con buona resistenza agli attacchi funginei e un ottimo sviluppo in ambiente umido come quello del Canavese. Il grappolo si presenta mediamente spargolo, consentendo ottimi risultati con l’appassimento. Fu uno dei primi vini italiani a ottenere la Doc nel 1967 mentre la Docg arrivò nel 2010. L’erbaluce è tradizionalmente coltivato sulla pergola canavesana o pergola di Caluso, sistema che obbliga a svolgere a mano tutte le operazioni di potatura e vendemmia. Il disciplinare consente solo l’uso del vitigno erbaluce di Caluso o Caluso per tre tipologie di vino: bianco secco, spumante e passito. Solo spumanti metodo classico con sosta sui lieviti minima di 15 mesi; il passito minimo 36 mesi di invecchiamento, 48 mesi per la riserva.

L’Azienda Cieck
L’azienda vitivinicola Cieck festeggia le sue prime 40 vendemmia. Nacque ad Agliè, provincia di Torino, con l’ambizione di essere una piccola casa spumantiera. Remo Falconieri, classe 1933, l’Archimede delle bollicine come lo battezzò Carlin Petrini, figlio di contadini e progettista di macchine per scrivere all’Olivetti, fa un viaggio in Champagne per imparare a spumantizzare. Nel 1985 inizia con pochi ettari e poco più di 2500 bottiglie di Erbaluce Metodo Classico. Gli ettari attuali sono 15, quasi tutto a Erbaluce, il resto altri vitigni autoctoni: Nebbiolo, Freisa, Neretto di San Giorgio, Barbera. Ad aiutare Remo Falconieri la figlia Lia, Donna del Vino, e Domenico Caretto, agronomo, che si occupa dei vigneti e della cantina. La cantina si avvale della consulenza esterna dell’enologo Giampiero Gerbi e da poco di un enologo interno, Tommaso Scapino.

La degustazione dell’Erbaluce di Cieck
Per festeggiare le 40 vendemmie, un’ampia degustazione focalizzata su vecchie annate dell’Erbaluce: bianco fermo del vigneto Misobolo, tre interpretazioni di Cieck del Metodo Classico e tre annate del passito Alladium. Tutti i vini sono 100% erbaluce.

Erbaluce di Caluso Pas Dosé Nature 2013
48 mesi sui lieviti; 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Paglierino brillante. Perlage fine e persistente. Bouquet olfattivo elegante di crosta di pane e lievitati, poi frutta bianca matura, marmellata di pesca gialla, timo, biancospino, accenni minerali pietrosi. Sorso elegante, strutturato, di buon corpo, tessuto acido di ottima persistenza, minerale. Termina con sentori sapidi e di panificazione.
Erbaluce di Caluso Brut San Giorgio 2009
36 mesi sui lieviti; 6 mesi di affinamento in bottiglia
Paglierino luminoso. Bollicine eleganti e fini. Naso di composta di frutta tropicale, principalmente ananas, mela grattugiata, camomilla, biscotti, erbe aromatiche. Sorso elegante, agile, equilibrato sul rapporto tra sapidità e mineralità gessosa. Finale fresco e persistente con ritorni di frutta lavorata.
Erbaluce di Caluso Brut Calliope 2013
È lo spumante Riserva dove una parte delle uve fermenta in piccole botti di rovere e resta sulle fecce nobili per nove mesi. 48 mesi sui lieviti; 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Paglierino brillante con riflessi oro. Bollicine finissime e persistenti. Impatto olfattivo di rose bianche, ananas, mela renetta, vaniglia, cedro e scorze di limone, poi prodotti di panificazione. Il palato è accarezzato dalla cremosità quasi avvolgente, dalla salivante freschezza, e dai lunghi ritorni dei sentori olfattivi percepiti, il tutto supportato dalla buona struttura.

La vigna Misobolo
È il cru storico di Cieck; una vigna di oltre 50 anni che abbraccia la collina di San Giorgio Canavese a 320 slm, che protegge le piante dalle gelate invernali e garantisce un’ottima esposizione a sud ovest. L’impianto è a pergola doppia degli anni Settanta, che consente una buona esposizione dei grappoli e rese basse. Mosto decantato e fatto fermentare a temperatura controllata in acciaio. Dopo una sosta sulle fecce fini di 12 mesi, viene imbottigliato a fine estate e fatto riposare altri 6 mesi in bottiglia.
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2018
Paglierino brillante. Olfattiva ricca: pera, susina gialla, ananas maturo, bucce di pompelmo e fiori gialli, seguono salvia, citronella, maggiorana, menta; toni balsamici e muschiati di sfondo. Sorso elegante, piacevole, fresco e ampio, teso sul finale sapido, energico; conclusione lievemente amaricante.
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2015
Paglierino luminoso. Naso di note erbacee e floreali ancora fresche: salvia, timo, origano, santoreggia, fiori d’acacia. Agrumi in composta, frutto della passione e accenni di grafite. Sorso ampio, di corpo, fresco e incisivo, chiusura delicatamente amarognola e fruttata.
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2013
Paglierino carico e luminoso. Olfatto di marmellata di pera, ananas maturo, scorze di agrumi, timo, salvia e cenni minerali rocciosi. Sorso preciso, incisivo sulla freschezza ma con un piacevole bilanciamento sulle morbidezze; lunga persistenza finale sulla sapidità e sul fruttato.

Il Passito Alladium
L’appassimento segue un metodo tradizionale locale che prevede i grappoli appesi su appositi supporti in locali aerati. Il metodo ostacola gli attacchi di muffa e batteri nocivi senza impedire l’attecchimento della muffa nobile. A gennaio attento controllo e selezione dei grappoli, pressati delicatamente in un piccolo torchio di legno. Il mosto è decantato a freddo e fatto fermentare. Alladium invecchia in piccole botti di rovere per 5 anni, cui segue l’affinamento in bottiglia della durata di sei mesi.

Erbaluce di Caluso Passito Alladium 2004
Ambrato con riflessi dorati. Olfatto ricco e complesso: frutta candita, miele, cotognata, fichi secchi e caramella d’orzo. Seguono note delicatamente tostate con uno spunto balsamico. Sorso dolce ma non stucchevole, fresco, scorrevole, con un piacevole equilibrio, un’appagante tensione sapida e un finale ammandorlato.
Erbaluce di Caluso Passito Alladium 2000
Colore ambrato. Bouquet olfattivo ampio: albicocca e limone canditi, miele, sigaro, dattero. Cenni tostati e affumicati. Sorso fresco e dolce, minerale e sapido. Il finale si allunga sull’albicocca disidratata e conferma la tensione sapida del sorso del vintage 2004
Erbaluce di Caluso Passito Alladium 1997
Ambrato scuro. Pout pourri di fiori secchi. Poi arrivano la prugna secca, il dattero, il fico secco, l’amaretto, il torcetto di Agliè e la tegola valdostana. Qualche refolo affumicato. Il palato è sempre caratterizzato dalla dolcezza mai stucchevole, sempre sorretta dall’acidità e dalla tensione sapida quindi il sorso resta fresco, scorrevole e piacevole.

