La Regina dei Sentieri: il nuovo giallo di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone
“La Regina dei Sentieri” è il nuovo avvincente romanzo giallo di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, edito da Sellerio Editore, e ambientato tra i vigneti di Bolgheri. Sarà presentato, insieme agli autori e alla casa editrice, con la conduzione del giornalista Emanuele Lavizzari e i vini della cantina Carpineto, l’8 novembre, alle 18:30, presso la sede nazionale di AIS, in via Ronchi 9. L’ingresso è gratuito su prenotazione, all’indirizzo maristella.mangiarotti@aisitalia.it
Un mistero per due protagoniste
Serena Martini, laurea in chimica e sommelier dall’olfatto eccezionale, e Corinna Stelea, sovrintendente di polizia, si uniscono per indagare sulla scomparsa del marchese Crisante Olivieri Frangipane. Il ritrovamento, dopo un decennio, del suo motocarro, nelle campagne di Bolgheri, nella proprietà della cantina rivale, la prestigiosa Tegolaia, riapre vecchie ferite e porta alla luce segreti nascosti tra i filari. Che fine ha fatto il marchese? Ucciso? E perché? Tra cantine avveniristiche e segreti inconfessabili, le due amiche si muovono in un mondo dove la passione per il vino si mescola a invidie, rivalità e crudeltà.
Maledetti toscani
Che il marchese Crisante, penultima generazione di una famiglia di nobili “vignaioli dal mille e dugentoquaranta” non fosse un uomo dalle mezze misure, per nulla amabile né incline alla diplomazia, è cosa chiara sin dall’inizio. E così Serena. Lo è, invece, Corinna, che avrà pure dentro di sé il sangue degli antichi Daci (è di origine rumena) ma non possiede quello, ben più infiammabile, della gente di Toscana.
Lo diceva già Curzio Malaparte, pratese feroce: il toscano mette sempre a disagio. Intelligente e libero, non si cura di nascondere il suo disprezzo per la stupidità umana, imperversando senza filtri, con insolenza, cinismo e ironia ferina. Ribelle, anticonformista, nemico di ogni autorità, pure, ama la bellezza e l’armonia, e s’incazza quando qualcuno gliela guasta.
Bisogna partire da qui per capire non solo la Regina dei Sentieri, o il marchese Crisante, ma anche Bolgheri, e la Toscana tutta. Perché non tutti i toscani sono Malaparte, e nemmeno Olivieri Frangipane, come scopriremo lungo la lettura. Chiaro è che in lui convivono alcuni tra gli archetipi più ricorrenti nel mondo del vino, anche toscano, dal nobile decaduto, passato glorioso ma ormai in declino, all’innovatore visionario, quello che ha rivoluzionato il settore con le sue sfide; dall’artista eccentrico, al custode della tradizione.
Bolgheri, ribellione e forma
Un ossimoro vivente il marchese, insomma, nel cui personaggio potrebbero fare capolino Sergio Manetti, Gianfranco Soldera (che pure toscano di nascita non era) o Coralia Pignatelli della Leonessa, per tacere di Mario Incisa della Rocchetta, Lodovico o Piero Antinori, tra i primi a dimostrare questo spirito ribelle in zona, sfidando le regole e le tradizioni del mondo del vino toscano, introducendo vitigni internazionali (cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, per intenderci) in una terra dominata dal sangiovese, e sperimentando nuove tecniche di produzione che si discostassero dai canoni classici.
Certo, col tempo la “ribellione” di Bolgheri ha portato a un risultato inevitabile: creando una propria identità forte e riconosciuta, ha istituzionalizzato la propria rivoluzione, definendo regole e standard produttivi che hanno in qualche modo normalizzato la produzione. I prezzi, ovviamente, ne sono una conseguenza, come non mancheranno di far notare tra le pagine.
Ribelli alla prova
La storia – per continuare nel solco para-marxista – è però ciclica, e basta poco per risvegliare certe fiamme sopite. Questa “California italiana”, famosa per il suo microclima favorevole, il 23 settembre si è trovata ad affrontare una sfida senza precedenti: dopo un’estate torrida e un inizio autunno incerto, un violento nubifragio si è abbattuto su Castagneto Carducci, proprio nel momento cruciale della vendemmia, causando danni e disagi, tra allagamenti, smottamenti e blackout. Le immagini diffuse sui social da alcuni produttori, come Michele Scienza e Annalisa Motta di Guado al Melo, mostrano vigne divelte e muretti abbattuti. Oggi, quindi, non si tratta più solo di sfidare le convenzioni o di “ribellarsi” alle regole, ma di adattarsi ai cambiamenti, di innovare e di resistere.
La Regina dei Sentieri, tra ironia, passione e contaminazione
L’ironia della coppia Malvaldi & Bruzzone, ricorrente anche in questo giallo, è un po’ la cifra dei due scrittori, insieme alla passione per la contaminazione dei generi. Malvaldi e Bruzzone utilizzano l’ironia come strumento narrativo fondamentale, capace di alleggerire la tensione e creare un legame di complicità con il lettore: scambi di battute, situazioni paradossali, punte di surrealismo quotidiano sono ricorrenti. Non è difficile accostarli a un altro storico tandem letterario, quella tra Carlo Fruttero e Franco Lucentini. La passione di Malvaldi per i due storici personaggi, del resto, è nota: basti citare l’introduzione scritta per Enigma in un luogo di mare, che tra le altre cose rivela un’altra passione comune (almeno con Fruttero), quella per la costa toscana appunto. Bruzzone, del resto, è di Venturina (frazione della livornese Campiglia Marittima), Malvaldi di Pisa, e la coppia d’estate vive a Donoratico.
E poi c’è il vino, che forse non li accomuna né a Fruttero (pare preferisse la birra) né a Lucentini, ma che certo mette d’accordo questa coppia di lungo corso: la loro avventura nel mondo dell’enologia, infatti, parte da lontano, negli anni ’90, da studenti universitari in chimica a Pisa. Il merito è stato di una Ribolla Gialla, quella di Gravner: ha impresso su entrambi un segno indelebile, tanto da finire poi citata (senza paternità) nel romanzo. Da allora, botti e bottiglie fanno capolino tra le pagine dei romanzi, come in questo fortunatissimo La Regina dei Sentieri, di cui potrete sentire, in compagnia dei protagonisti, e con i bicchieri della cantina Carpineto, l’8 novembre in sede AIS. Non dimenticate di prenotare!