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Vini d'Italia
13/11/2025
Di Giovanni Salvo

Marsala Florio: il vino che racconta la rinascita

L’autore si è distinto con questo articolo nella prova scritta del recente Concorso Miglior Sommelier del Marsala 2025.

Ci sono vini che non si limitano a essere degustati: si ascoltano, si respirano, si vivono. I Marsala delle Cantine Florio appartengono a questa categoria rara, in cui ogni sorso diventa un frammento di storia, un ponte tra il presente e un passato che profuma di mare, di sole e di resilienza. Da sempre, queste etichette sono la testimonianza concreta di un legame indissolubile tra un territorio e il suo vino, tra la Sicilia e la sua anima più autentica.
Il Marsala nasce dall’intuizione imprenditoriale di chi ha saputo guardare oltre, ma anche dalla riscoperta di tradizioni antiche, custodite come un tesoro. Al centro di questa storia c’è il Grillo, vitigno autoctono che non si limita a crescere: si esprime, si trasforma, regala soddisfazioni immense a chi lo coltiva, lo vinifica, lo affina e, infine, lo degusta. È un’uva che parla la lingua del vento e del sale, che porta con sé la forza di una terra generosa e la delicatezza di mani esperte.

Non solo un vino, una dichiarazione di rinascita

Ma c’è una bottiglia che racconta qualcosa di più: il Marsala Superiore Secco Riserva Storica 1944. Non è solo un vino, è una dichiarazione di rinascita. Per comprenderlo, bisogna tornare indietro, in un anno che ha segnato il mondo: il 1944. La Seconda Guerra Mondiale infuriava e la Sicilia, crocevia strategico, viveva giorni drammatici. Le Cantine Florio non furono risparmiate: i bagli, scambiati per depositi di armi nemiche, vennero bombardati e quasi interamente distrutti. Pietre, travi, botti: tutto ridotto in macerie. Sembrava la fine di una storia gloriosa.
Eppure, non lo fu. Perché la prima vendemmia dopo quel tragico evento è racchiusa proprio in questa bottiglia. Dentro il vetro non c’è solo vino: c’è la volontà di rialzarsi, la passione di chi non si arrende, la capacità di trasformare la perdita in opportunità. Ogni goccia è intrisa di coraggio, di mani che hanno ricostruito, di sguardi che hanno creduto ancora nella bellezza.

Una finestra sul tempo

Aprire questa Riserva Storica è come spalancare una finestra sul tempo. Le sue note eleganti, frutto di una maestria enologica affinata in oltre un secolo, si fondono con la memoria di quei giorni. I profumi, impreziositi dal lungo affinamento ossidativo, si aprono lentamente, quasi timidi, per poi rivelare tutta la loro potenza espressiva. Sentori di frutta secca, spezie, accenni di legno nobile: un concerto che evolve nel bicchiere, invitando a un ascolto paziente.
Al palato, la sorpresa: la piacevolezza non è intaccata dal tempo, ma esaltata dagli anni trascorsi. La struttura è armoniosa, la persistenza straordinaria. È un vino che non urla, ma sussurra con autorevolezza, raccontando la sua storia a chi sa ascoltare. La longevità è la sua firma, la sua promessa mantenuta.

Emozione, identità, memoria

Il Marsala Florio 1944 non è solo un simbolo enologico: è un manifesto culturale. Ricorda che il vino non è mai solo materia, ma emozione, identità, memoria. È la prova che anche dalle macerie può nascere qualcosa di sublime, se dietro c’è la forza di una comunità e il rispetto per la terra.
Oggi, degustarlo significa compiere un viaggio sensoriale e storico. Significa percepire la carezza del tempo, il calore di una Sicilia che non ha mai smesso di credere nella sua vocazione. Significa, soprattutto, celebrare la rinascita: quella di un vino, di una cantina, di un sogno.

Giovanni Salvo
Giovanni Salvo

Classe 1980, sommelier AIS dal 2025. Il vino è il filo che intreccia la mia storia: da bambino respiravo il profumo delle botti di rovere in cui mio padre custodiva il tempo, trasformandolo in emozione. Dopo anni lontano, immerso nel mondo delle telecomunicazioni, ho ritrovato questa radice e l’ho fatta crescere, grazie alla delegazione AIS di Taormina, la mia seconda casa. Oggi vivo il vino come un viaggio sensoriale, fatto di incontri e racconti. Per passione collaboro con la cantina di mio fratello, Principi di Mola, che porta avanti la tradizione della nostra famiglia, trasformando ogni vendemmia in memoria e futuro. Ogni calice è una storia che si apre, ogni degustazione un dialogo tra terra e uomo. Non so dove mi condurrà questo cammino, ma so che sarà sempre accanto al vino e alla sua cultura, perché il vino non è solo bevanda: è identità, è emozione, è vita.

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