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Personaggi e Storie
03/12/2025
Di Maria Grazia Sessa

Martinez: da sei generazioni, sempre Vino Marsala

Le numerose aziende vitivinicole nate nella città di Marsala dopo Woodhouse, Ingham e Florio hanno avute tutte lo scopo di produrre il vino Marsala.
Col passare del tempo hanno incrementato la produzione con vini di altre tipologie, in particolare vini non conciati, pur mantenendo la tradizione del vino Marsala.
Fra tutte ce n’è una che ha scelto di continuare a produrre quasi esclusivamente vino Marsala: l’azienda Martinez. Infatti, da sei generazioni è rimasta fedele al prodotto per cui è nata, il più prestigioso tra i vini liquorosi italiani con denominazione.

L’origine

Il percorso produttivo della cantina Martinez è iniziato più di 150 anni fa, nel 1866 per opera del suo fondatore Carlo Martinez.
Fino ai primi del Novecento la sede aziendale era nella famosa Villa Araba, nella periferia sud di Marsala, oggi questi locali sono utilizzati come Caserma dei Carabinieri, salvaguardando tuttavia l’architettura originaria.
Successivamente la cantina è stata trasferita in un edificio di fronte alla Villa Araba, appartenente in passato a un’azienda ormai chiusa e da allora la storia della produzione Martinez ha visto il susseguirsi di volti, sempre appartenenti alla stessa famiglia, che hanno mantenuto una tradizione unica. 

Il baglio

Nel tiepido pomeriggio di ottobre 2025 iniziamo la visita in cantina, ci accolgono i cugini Emanuela Martinez, Carlo Martinez e Sergio Lombardo, che oggi conducono l’Azienda con la collaborazione di figli e nipoti. Un po’ tutta la famiglia collabora e sono arrivati al sesto passaggio. 
I comparti d’invecchiamento, di lavorazione e d’imbottigliamento sono raccolti in un unico baglio di circa 6.000 mq. La cantina è realizzata principalmente in tufo, materia tipica della zona che evita gli sbalzi termici e mantiene costante il tasso di umidità, divenendo in tal modo il luogo ideale per l’invecchiamento in legno.
Bisogna sottolineare che in questa estrema punta occidentale della Sicilia  le cantine non sono interrate e le pareti presentano delle aperture che consentono all’aria salmastra di influire sui vini in maturazione contenuti in botti non sigillate e scolme.

L’unicità del territorio

Apriamo una parentesi importante per osservare con una lente di ingrandimento questo territorio particolare. L’area di produzione del Marsala D.O.C. è all’interno della provincia di Trapani a eccezione della zona di Alcamo, delle isole Egadi e Pantelleria, secondo quanto previsto dal disciplinare varato nel 1969 e dalle successive modifiche fino all’ultimo aggiornamento del 2025.
Questo territorio è detto “fascia del sole”, così viene chiamata infatti la zona al centro del Mediterraneo che, sviluppandosi tra il 34° e il 43° parallelo, grazie al suo calore, alla brezza marina e all’escursione termica, è diventata la culla di eccellenza per la produzione dei vini Marsala e dei vini liquorosi in genere.

I prodotti Martinez

La città di Marsala, in cui insiste l’azienda Martinez, con il suo clima mite marino e ventilato e con la contenuta escursione termica fra giorno e notte e durante lo scorrere delle stagioni, rappresenta una unicità. Ecco perché la famiglia Martinez ha mantenuto salda la propria volontà di rimanere fedele alla tradizione nel produrre vino Marsala.
La selezione Perpetuo raccoglie i Marsala prodotti con il tradizionale metodo Soleras: il Vergine e il Superiore nelle sue classiche declinazioni.

Ai Marsala, oggi, viene affiancata la linea produttiva di vini liquorosi delle gamme Vintage e Laus. La selezione Vintage in particolare racconta oltre 150 anni di passione per i Marsala che ricorda con simboli di famiglia. Ecco i nomi della collezione: Il Fondatore, La Villa Araba, La TP 7, Il Cavaliere, La Madre, Exito.
Per dovere di completezza aggiungiamo che negli anni Sessanta sono stati introdotti i Vini per la Santa Messa, di cui parleremo in seguito, e infine il nuovo secolo ha visto crescere la serie produttiva con l’inserimento dei Passiti dell’isola di Pantelleria.

Il racconto del vino Marsala

“Per degustare fino in fondo i Marsala non basta fermarsi all’analisi visiva, olfattiva e gustativa ma è necessario conoscere il racconto che è custodito dentro ogni bottiglia, fatto di storia e peculiarità produttive uniche, che fanno del Marsala un autentico patrimonio storico ed enologico nazionale”.
Questa dichiarazione è l’interfaccia fra l’Azienda e il Consumatore e così che inizia il racconto. Gli “ingredienti” irrinunciabili sono: una selezione accurata delle uve che i tecnici dell’azienda scelgono presso viticultori locali; l’esperienza che solo una lunga tradizione produttiva può dare; la forte passione di mantenere viva la tradizione di un prodotto unico conosciuto e utilizzato in tutti i paesi del mondo.
È un rapporto intimo quello che lega prodotto e produttore, questi con cura e pazienza attende il meglio dal risultato del lavoro, e infatti solo il 10% delle riserve della cantina Martinez, viene immesso sul mercato dopo essere stato pazientemente invecchiato in fusti di rovere. Questa è la filosofia dell’azienda condivisa anche dall’enologoDomenico Trapani, che cura l’intera produzione.

Il vino della Santa Messa

Negli anni Sessanta due dei fratelli Martinez, Florio e Giuseppe, ex allievi Salesiani, hanno ampliato la produzione della cantina, storicamente costituita da vini Marsala e liquorosi tipici siciliani, con i vini per la Santa Messa che ancora oggi vendono nel mondo. Il vino per la Santa Messa è prodotto secondo i dettami del Diritto Canonico che al Cap. 1, Art. 3, Canone 924 recita: “Il vino deve essere naturale, del frutto della vite e non alterato”.

La visita in Cantina

La visita in azienda inizia con l’area dedicata al Museo della civiltà vitivinicola che raccoglie reperti secolari delle varie fasi, dall’allevamento della vite alla vendemmia e alla produzione del vino. Oggetti e attrezzature inimmaginabili oggi con lo sviluppo delle tecnologie, ma importanti per comprendere il percorso dell’uomo nella storia e nel mondo del vino. Passiamo dalle sale degli impianti di produzione alla splendida bottaia storica, qui il vino riposa per lungo tempo.

Meraviglia e stupore ci lasciano in silenzio ad ammirare, siamo piacevolmente colpiti da un senso di immensità. Non manca lo spazio dedicato alla enoteca che fornisce subito una idea della produzione.

L’intervista

Dopo la visita in Cantina, arriviamo nella Sala degustazione: un immenso spazio in cui numerosi tini centenari dalle dimensioni enormi avvolgono il visitatore che viene rapito soprattutto dal diffuso aroma del legno e del vino che lo porta in un mondo onirico.
Al centro della Sala non possiamo fare a meno di notare un grande tavolo massiccio che ha più di un secolo. Veniva utilizzato per le preparazioni alimentari dolciarie della famiglia palermitana Mongiovì, giunta a Marsala a seguito dei Florio. Una delle figlie Mongiovì sposò Carlo Martinez della terza generazione.
Prendiamo posto proprio intorno a questo tavolo e avvolti da quest’aura magica iniziamo con l’intervista. La prima domanda la rivolgo a Carlo.
Credo sia un elemento di pregio per l’Azienda continuare a produrre quasi esclusivamente vino Marsala, e avere così concentrato l’impegno lavorativo sul prodotto storico, a tutt’oggi famoso in tutto il mondo e richiesto dai paesi oltre oceano. Puoi raccontarci la tua visione del futuro per il vino Marsala?
Ho una visione che si può considerate mitica del famoso Marsala – così inizia a narrare Carlo – Infatti sono fermamente convinto che sono due le tipologie di Marsala da portare avanti: il Marsala Vergine e il Marsala Superiore. Per quanto riguarda il Marsala Fine, bisogna chiarire che è da considerare una base, un ingrediente e deve essere separato dalle altre due tipologie. Si potrebbe anche cambiargli il nome, io per esempio lo chiamerei “Marsalitalia”. Il mio sogno è promuovere alcune modifiche al disciplinare per far sì che il Marsala Vergine diventi una D.O.C.G. Questo è ciò che vedo nel futuro, e aggiungo che al Consorzio Marsala D.O.C. di cui fa parte anche la nostra azienda, si sta prendendo in considerazione la possibilità di una evoluzione e modifica del disciplinare. Ma ancora non c’è un accordo preciso.
Carlo, ho letto dal sito istituzionale che fra i vostri prodotti sono presenti anche vini dolci della gamma Laus, di che si tratta?
Il nome Laus – risponde Carlo – l’ho attribuito io personalmente, prendendo spunto dal latino nel suo significato di “eletto”. Si tratta di una linea di vini liquorosi ottenuti dalle uve dei vitigni moscato d’Alessandria e malvasia lasciate maturare al caldo sole siciliano.

Il segreto per un buon vino Marsala

Nel frattempo, Emanuela, che era andata a prendere, su mio desiderio, la pergamena con l’albero genealogico della famiglia Martinez, è rientrata col prezioso documento e ce lo ha mostrato illustrandoci lo sviluppo delle sei generazioni.
Che meraviglia! Un momento emozionante mi ha colta quasi con commozione e ho approfittato per chiederle:
Se fossi un vino quale saresti?
Emanuela, con un po’ di riservatezza e titubanza dovuta alla reale difficoltà di scegliere fra i mitici prodotti Martinez, risponde:
Posso con certezza dire che mi vedo nel Marsala Superiore Secco Riserva e a tal proposito desidero ricordare quanto diceva mio padre Florio Martinez, che era l’enologo della cantina, “Da noi il Marsala da disciplinare non esiste, perché facciamo maturazione ben oltre le prescrizioni della D.O.C., il doppio almeno e spesso di più”, ecco – conclude Emanuela – perché il risultato è questo, un prodotto piacevole e versatile nell’abbinamento, direi unico.

Non mi arrendo con le mie domande indiscrete e chiedo a Carlo:
La tua azienda in tre parole?
Storica, bellissima, entusiasmante – risponde immediatamente con un sorriso e gli occhi che brillano dalla emozione di aver ripercorso la storia familiare di quasi due secoli.

L’enoturismo

Adesso è il momento di parlare dei visitatori, una fase di interfaccia col pubblico molto importante. Mi rivolgo a Sergio Lombardo che si occupa di curare questo settore della azienda.
Sergio, nel sito si legge: Costruiamo esperienze personalizzate, completando la visita in cantina con ogni elemento che permetterà al winelover di apprezzare le realtà produttive della zona e il territorio circostante: sapori e tradizioni. In che consiste questa proposta?
Accogliamo piccoli e grandi gruppi – Sergio ci racconta – con lo scopo di fare conoscere il vino Marsala che spesso viene relegato a ruoli standard ai quali oggi vanno aggiunti altri utilizzi. Insomma, il vino Marsala non è solo un vino da meditazione, ci sono diversi abbinamenti possibili. Durante le degustazioni con il pubblico, per esempio, abbiniamo al Marsala Vergine l’assaggio di un piatto salato, al Marsala Superiore Secco abbiniamo il formaggio. Non è esclusa l’esperienza di anni fa di abbinamento ostriche e Marsala Vergine che intendiamo riproporre. Ciò a cui desidero dare enfasi è il concetto che il vino Marsala si deve modernizzare e questo è quello che vogliamo dimostrare ai visitatori.

Alla entusiasmante risposta di Sergio fa eco l’intervento di Laura Doro, figlia di Emanuela, che si occupa di Marketing. Laura completa mirabilmente il concetto espresso dallo zio Sergio:
In azienda abbiamo dedicato uno spazio alla sperimentazione e abbiamo studiato una combinazione di quattro cocktail dalla gamma del perpetuo. È stata una esperienza interessante e ci siamo divertiti davvero a creare dei cocktail. Il nostro proposito è diffondere i risultati, formulando un vero e proprio Ricettario, che sia una guida per il consumatore in modo da facilitare la realizzazione dei quattro cocktail a cui siamo pervenuti e dimostrando così i diversi utilizzi del vino Marsala.

La degustazione

Ecco che arriva il momento della desiderata degustazione dei prodotti della cantina. Uno splendido vassoio con alcuni calici e una preziosa bottiglia di Marsala Superiore Secco Riserva viene portato in Sala e posato sullo storico tavolo.
Che emozione! Il profumo durante la mescita sale subito ai nostri sensi inebriandoci e così l’incontro si conclude con un brindisi, tutti insieme tra i tini, tra i vini e con l’assaggio in un momento di silenzio per ricordare la storia di “Una passione che si racconta” e che continua.

IL VIDEO COMPLETO DELL’INTERVISTA

Maria Grazia Sessa
Maria Grazia Sessa

Di origine palermitana, vive nel paese in cui il sole si riflette sulla splendida Laguna dello Stagnone. Pittrice e fotografa, scrittrice e poetessa, giornalista. Parte con una formazione in letteratura, studia pianoforte e parallelamente svolge il ruolo di docente e dirigente nella scuola di Stato. Convinta che le arti non hanno confini, inizia ad avvicinarsi alle tematiche di enogastronomia nel 2014. È Sommelier, con un Master Degustatori, per l’AIS Delegazione di Trapani ha svolto il compito di addetto stampa. Attualmente è la responsabile della formazione. La sua mission è diffondere i “tesori” della Sicilia, affinché sia conosciuta la loro unicità e genuinità, insomma far sì che la fama di questa terra possa “volare” in tutto il mondo ed essere apprezzata per il suo valore.

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