Mas Doix, il DNA del Priorat nella bottiglia

Siamo in Spagna, in una piccola regione montagnosa nel centro della provincia di Tarragona, a sud della Catalogna e a circa due ore da Barcellona.
In questa area i villaggi di Poboleda, Morera, Porrera, la Vilella Alta, Torroja e Gratallops, formano il territorio noto come Priorato histórico o Priorato de Escaladei.
Una zona insediata a nord-ovest, solidamente protetta dalla catena montuosa del Montsant, e circondata da terreni ripidi con altitudini elevate, difficili da lavorare.
Questo terreno particolarmente inusuale è detto llicorella, la cui origine sembrerebbe risalire al termine celtico “likka”, che significa pietra, passando probabilmente attraverso il termine “llécol” che indica gusto, densità.
Priorat. Storia dei grandi vini della Spagna
Fatto di un’ardesia di colore marrone scuro, la cui superficie rocciosa dentellata risplende al sole grazie alle inclusioni di quarzite, dona ai vini migliori del Priorato l’essenza minerale che li caratterizza.
Qui la viticoltura è nata ad opera dei monaci Certosini del monastero di Scala Dei, (Cartoixa d’Escaladei) che la portarono nel 1194, e che alla fine del diciannovesimo secolo arrivò a estendersi per 5000 ettari di vigne, prima che l’arrivo della fillossera distruggesse quasi totalmente le vigne e l’economia locale.
Tranne rare eccezioni le vigne non vennero più impiantate fino agli anni Cinquanta e la produzione rimase per molti anni dominio di cooperative che erano solite produrre vino di bassa qualità, anche se già nel 1954 era già stata istituita la DOQ Priorat.
Denominazione conosciuta per i suoi vini eccezionali, prodotti a cominciare da vitigni autoctoni e vecchie vigne, e che oggi si estende su una superficie di 17.600 ettari, di cui quasi 1.900 ettari sono in mano a 600 viticoltori.
Come varietà, per i vini rossi, la garnatxa (grenache, o cannonau) è il vitigno maggiormente coltivato, allo stesso modo che il carignan, chiamato samsó o carinyena nella regione, l’ull de llebre o tempranillo e il picapoll negre. A questi si aggiungono anche alcuni vitigni internazionali come il cabernet sauvignon, il cabernet franc, il pinot noir, il merlot e la syrah che prosperano sulle terre povere di questa zona.
Per i bianchi, il Priorat coltiva vitigni tradizionali (macabeo, pedro ximénez, pansal, picapoll blanc) e vitigni più tipici della zona mediterranea (grenache blanc, chenin, zibibbo, moscato e viognier).

Barbier e il 1979, l’anno della svolta
La storia del Priorat vede il 1979 come l’anno della svolta, a nome di René Barbier Ferrer, che insieme alla sua famiglia, contribuì enormemente alla sua fama, grazie al celebre progetto Clos Mogador.
Nato a Terragona, figlio di un mercante di vino, René al tempo lavorava in Rioja nella cantina Palacios Redmundo, quando decise di comprare un vigneto nel villaggio di Gratallops, lavorandoci durante il weekend.
Un decennio dopo Barbier riuscì a convincere alcuni amici a partecipare, fra cui Alvaro Palacio, genio vinificatore e uno dei più famosi winemaker spagnoli, che per primo ebbe l’intuizione di valorizzare le vecchie vigne producendo nel 1993 la prima annata di L’Ermita, nome dato come omaggio alla cappella che sovrasta le vigne.
Proprio grazie a questi personaggi, oggi alcuni dei migliori vini di questa zona sono fra i più ricercati da appassionati e collezionisti di tutto il mondo.
Ma ad alimentare la popolarità del Priorat ha contribuito, e contribuisce tuttora, una delle cantine più famose, con una lunga storia alle spalle.

Mas Doix, cinque generazioni di eccellenza nel Priorat
È nel lontano 1850 che a Poboleda inizia l’avventura dei vini Mas Doix.
Il successo del fondatore Juan Extrems Doix non tarda ad arrivare, a cominciare dalla sua tenuta che viene premiata nel 1878 con una medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi, e nel 1888 all’Esposizione di Barcellona con una medaglia d’oro.
Dopo l’arrivo in Europa della fillossera, con la conseguente devastazione della viticoltura, la famiglia Doix non si lascia abbattere, e decide di ripiantare i vigneti sulle radici americane, con la grenache e carignan, sempre a Poboleda, nella DOC (Denominación de Origen Calificada) Priorat, cioè Denominaciò d’Origen Qualificada in catalano, o Denominación de Origen Calificada (DOCa) in castigliano.
Oggi siamo alla quinta generazione di questa bodega, rappresentata da una famiglia che custodisce con cura e passione un vigneto divenuto orgoglio della penisola iberica.
Nel 1998, in questo villaggio nel cuore del Priorat, al confine con le montagne di Montsant e della valle di Siurana, viene creata la cantina Celler Mas Doix da Ramon e Valentí Llagostera, giunti a Poboleda grazie ai legami familiari che il padre Ramon aveva con la famiglia Doix.
Attualmente l’azienda coltiva 24 ettari di vigne che non potrebbero godere di una posizione migliore. Le due barriere naturali del Montsant e della Sierra del Molló proteggono la zona, mantenendo un clima temperato e secco, mentre la brezza fresca che arriva dal nord-est fa sì che le temperature siano più basse che nel Camp de Tarragona.
Il terreno è sempre sull’iconico suolo di llicorella, basamento di ardesia senza tempo, con impianti centenari, coltivati principalmente a Cariñena e Garnacha.
La caratteristica di questi terreni scistosi e friabili regala ai suoi cru una tipicità unica, con i vigneti situati ad altitudini tra i 350 e i 600 metri s.l.m., e su pendii scoscesi che impediscono all’acqua di ristagnare.
Inoltre, i rendimenti bassi delle vecchie vigne (con età che vanno dagli 80 ai 105 anni) ne garantiscono una qualità eccezionale.

Mas Doix e le sue vigne centenarie
Come già accennato il vigneto ospita vigne con un’età media straordinaria.
Nella parcella Doix, la più antica, raggiungono e superano il secolo di età, in particolare i più antichi ceppi di carignan che risalgono al 1902. Ed è da qui che provengono le cuvée “Doix” e “1902”.
Invece nella parcella di Salanques si trovano vigne che hanno oggi tra i 70 e i 90 anni.
Nella parcella più “moderna”, Crestes, si possono ritrovare carignan e grenache di 50 anni insieme ad altre di grenache e syrah di circa 20.
Oggi le cuvèe di Mas Doix sono uno dei maggiori esempi della viticoltura dell’area attraverso vini eleganti e freschi, che rivelano il carattere classico e tutta la purezza dell’espressione del terroir del Priorat.
L’azienda è certificata biologica dal 2016, e grazie alla grande diversità dei siti di coltivazione, i suoi vini esprimono fortemente l’identità dei vigneti e la raccolta manuale, mentre in cantina gli interventi sono ridotti al minimo.
La stessa cantina, costruita recentemente, è stata progettata all’insegna della sostenibilità e dell’efficienza energetica.

Le etichette che hanno fatto la storia del Priorat
Per quanto riguarda le etichette Mas Doix propone otto tipologie:
- Les Cretes: da vigneti di 10-20 anni di grenache (80%), carignan (10%) e syrah (10%). Di riflessi violacei e dall’aroma di frutta rossa ed erbe secche, bocca piena di frutta saporita e grande equilibrio.
- Salanques: vigneti di 15-35 anni di grenache (70%), carignan (20%) e syrah (10%). Di colore più scuro per la maggior presenza di carignan, è un vino potente e speziato, con molta frutta nera selvatica matura e chiari ricordi terrosi. Strutturato e gustoso al palato, con un leggero sentore salino e di grafite, e la cui finezza dei tannini assicura un senso vellutato all’assaggio e un’armonia globale.
- Poboleda: grenache (100%), da vigneti di 25-35 anni. Riposa sulle fecce fini per tre mesi, e a questo si deve la sua sottile cremosità e i suoi aromi di frutta bianca, fiori e finocchio. All’assaggio è vibrante, quasi leggero, grazie a un’ottima fantastica e un’intensa mineralità. Freschezza e grande persistenza aromatica, si allontana dai soliti bianchi voluminosi della regione.
- Doix: vigneti di 40-100 anni di carignan (70%) e grenache (30%). Speziato, con sentori di prugna e lampone, e scorza d’arancia essiccata. Fresco e succoso al palato, finezza di tannini e acidità elevata.
- 1902 Tossal d’en Bou Gran Vinya Clasificada: carignan (100%) da vigne piantate nel 1902. Al naso aromi di frutta rossa matura come ciliegie e lamponi, accompagnati da note di spezie e vaniglia, risultato del suo affinamento in botte. In bocca equilibrato e morbido, con tannini fini e un finale prolungato.
- 1903 Coma de Cases Vinya Clasificada: grenache (100%) da vigne piantate nel 1903. Frutti di bosco rossi leggeri con una qualità di foresta selvaggia, note di sottobosco molto leggere che si sviluppano, pepe bianco, scorza di agrumi essiccata e una buona dose di spezie di liquirizia rossa. Fresco al palato, pulito, con buona acidità che gli conferisce grande lunghezza d’assaggio.
- Murmuri: mix di di grenache blanc (90%) e macabeu (10%), da vigne di 10 e 25 anni. Prende il nome da un termine con cui i catalani chiamano il rumore dell’acqua del fiume Siurana. Aromi di frutta bianca, fiori e finocchio, in bocca è leggero, grazie a un’acidità fantastica e un’intensa mineralità. Unisce la freschezza a una grande persistenza aromatica.
- Salix: blend di grenache blanc (90%), macabeu (20%) e pedro ximenex (10%), viene coltivato su piante di 35 e 60 anni. Paglierino brillante, al naso è espressivo, con frutta bianca e note proprie suoi lieviti. All’assaggio è speziato e persistente, elegante, e con una buona acidità. Ben equilibrato. Persistente ed elegante.
L’eccellenza del Priorat fissato nel dna dei vini e nel lavoro di Mas Doix, grazie ai vitigni che ne hanno fatto la storia.
“La garnacha è il sole e il cielo. Il carignan è il suolo, la terra.” (Valentí Llagostera)

La foto di apertura è di Dan Cristian Pădureț su Unsplash.