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08/01/2024
Di Redazione AIS

Moët & Chandon e la sfida al cambiamento climatico

Moët & Chandon: bottiglie scintillanti celebrano la rivoluzione dello Champagne. La gestione dei fenoli preserva la freschezza contro il cambiamento climatico

Moët & Chandon, di fronte al cambiamento climatico che riduce l’acidità delle uve, mantiene la fermentazione malolattica e punta sulla gestione dei polifenoli per garantire la freschezza dello Champagne. Questa strategia innovativa, che privilegia l’estrazione di “polifenoli nobili” dalle uve mature, permette di ottenere vini complessi e vivaci, adattandosi alle nuove condizioni climatiche senza compromettere la qualità. Ne parla Patrick Schmitt su The Drinks Business.

Il cambiamento climatico sta trasformando il mondo del vino, e la regione dello Champagne non fa eccezione. Con un aumento delle temperature che influenza la maturazione delle uve e i livelli di acidità, le grandi Maison si trovano a dover innovare per preservare la qualità e lo stile dei loro iconici spumanti. Moët & Chandon, leader mondiale nella produzione di Champagne, ha scelto una strada particolare per affrontare questa sfida: puntare sulla gestione dei polifenoli anziché bloccare la fermentazione malolattica.

L’importanza della freschezza nello Champagne

La freschezza è una delle caratteristiche distintive dello Champagne, data dall’equilibrio tra acidità, bollicine e aromi. Negli ultimi anni, l’aumento delle temperature ha portato a una diminuzione dell’acidità nelle uve, mettendo a rischio questa caratteristica fondamentale. Molti produttori considerano la possibilità di bloccare la fermentazione malolattica per preservare l’acidità più pungente. Ma Benoît Gouez, chef de cave di Moët & Chandon, ha una visione diversa.

La strategia di Moët & Chandon: la gestione dei polifenoli

Durante la presentazione dell’annata Grand Vintage 2016 di Moët & Chandon, Gouez ha spiegato la strategia della Maison: mantenere la fermentazione malolattica completa e concentrarsi sulla gestione dei polifenoli. Secondo Gouez, “lo Champagne non si basa sull’acidità, ma sulla freschezza,” e questa può essere ottenuta anche con bassi livelli di acidità attraverso una sapiente estrazione dei polifenoli dalle uve mature.

Moët & Chandon: cosa si cela dietro i fondi di queste bottiglie? La risposta è nell'innovativa gestione dei fenoli per uno Champagne di qualità

Cosa sono i polifenoli e perché sono importanti per Moët & Chandon?

I polifenoli sono composti presenti nelle bucce e nei semi dell’uva che influenzano il colore, il sapore e la struttura del vino. In particolare, i tannini, una sottocategoria di polifenoli, conferiscono una sensazione di astringenza e secchezza. Moët & Chandon si concentra sull’estrazione di “polifenoli nobili”, dal sapore piacevolmente amaro, simili alla parte bianca del pompelmo, evitando l’estrazione di polifenoli “vegetali” dal sapore acerbo.

I vantaggi della strategia dell’azienda

  • Maggiore complessità aromatica: L’estrazione dei polifenoli contribuisce a una maggiore complessità aromatica dello Champagne.
  • Sensazione di freschezza: Anche con bassi livelli di acidità, la gestione dei polifenoli permette di ottenere una piacevole sensazione di freschezza.
  • Adattamento al cambiamento climatico: Questa strategia permette a Moët & Chandon di adattarsi alle nuove condizioni climatiche senza compromettere la qualità del suo Champagne.

Moët & Chandon e il futuro dello Champagne

La scelta di Moët & Chandon di concentrarsi sulla gestione dei polifenoli rappresenta un approccio innovativo per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Questa strategia permette alla Maison di continuare a produrre Champagne di alta qualità, mantenendo la sua caratteristica freschezza e adattandosi alle nuove condizioni climatiche. Moët & Chandon dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia nel mondo dello Champagne, aprendo la strada a nuove tecniche di vinificazione e ponendo l’accento sulla sostenibilità a lungo termine.

Moët & Chandon: "Change" è la parola d'ordine per il futuro dello Champagne. Scopri come la gestione dei fenoli permette di adattarsi al cambiamento climatico, preservando la qualità.
Redazione AIS
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