Morellino, ieri, oggi e domani
Se parliamo di Morellino di Scansano pensiamo a un vino dal colore rosso rubino intenso, con spiccate note fruttate, buona freschezza e sapidità, morbido e leggermente tannico, che si presta ad essere bevuto giovane. Ma è tutto qui?
Un po’ di storia
Tradizionalmente le viti da cui si produceva il Morellino venivano piantate sul cosiddetto terrenello, un terreno composto in prevalenza da rocce sedimentarie derivate da compressione delle sabbie. Si concepivano, pertanto, dei vini semplici, di buon colore e facile beva da consumare giovani. A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, cambiando l’enologia e il mercato, si iniziarono a produrre vini più strutturati per poi arrivare a un fenomeno di moda che stravolse l’identità del Morellino. Oggi, questo vino è in grado di esprimere al meglio le proprie potenzialità affiancandosi, per qualità e longevità ai grandi rossi toscani, a base sangiovese, più conosciuti e amati al mondo, tra cui il Chianti Classico, il Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino. Il segreto di questo suo successo è dovuto a molteplici fattori da ricercare principalmente nel terroir.
La Maremma Toscana
“Un grande Enologo, racconta Antonio Stelli, Ambasciatore del Morellino di Scansano, percorrendo la strada che da Siena porta a Grosseto, scollinando all’altezza del paese di Batignano, dove la vista si perde dalla piana grossetana fino alle azzurre acque del Mar Tirreno, rimaneva sempre colpito e affascinato dall’intensa luminosità, definendola la luce del cielo di Maremma. Questo Enologo si chiamava Giacomo Tachis. La terra di Maremma è così: solare, selvaggia, luminosa, ventilata, un territorio unico e meraviglioso”.
Il Morellino di Scansano nasce proprio qui, nel cuore della Maremma Toscana, uno degli ambienti naturali più incontaminati d’Italia, caratterizzato da dolci colline e scorci mozzafiato sul mare. Un territorio dove le uve di Sangiovese maturano perfettamente grazie a intensità luminosa molto elevata, pari a quella di un’isola, a brezze marine costanti per tutto il periodo estivo e a una particolare stratigrafia del terreno. Una zona molto vasta che va dalle pendici del Monte Amiata al Mar Tirreno, caratterizzata da una flora molto eterogenea, in cui si possono identificare una fascia costiera dove predomina la macchia mediterranea, il rosmarino, la lavanda, il pino domestico e quello marittimo; una fascia collinare costituita da sughere, quercia, mirto, cappero, leccio rovo e corbezzolo e infine, una fascia montana con abete, castagno e felce. Questo si traduce in vini di grande qualità con caratteristiche gusto-olfattive diverse.
“Precisiamo”
Si tratta di un progetto, nato da un accordo di collaborazione siglato tra il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano DOCG e l’Università di Pisa. Uno studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori, coordinato dal prof. Claudio D’Onofrio, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della facoltà di Agraria che si è concentrato sulle caratteristiche pedoclimatiche dell’area e sull’interazione tra il Sangiovese e i contesti produttivi della denominazione dove nasce il profilo aromatico unico del Morellino di Scansano. Questa analisi e lo studio dei dati porteranno all’individuazione di cinque macroaree omogenee dove le pratiche di viticoltura e di enologia di precisione, consentiranno di esaltare questo patrimonio di tipicità nella produzione delle uve e farne percepire le loro specifiche sfumature territoriali nelle differenti interpretazioni di Morellino. La denominazione potrà, così, valorizzare e raccontare in modo più approfondito le peculiarità del Morellino e rendere più facile localizzarne la produzione. Ma attenzione, non si intende arrivare alle Uga, le Unità geografiche aggiuntive, né tantomeno creare zone di serie A e di serie B.
I “supereroi” del Morellino
Per ottenere un Morellino di qualità è importante sottolineare l’impegno di enologi e viticoltori che lavorano quotidianamente per produrre vini strutturati in grado di evolvere nel tempo. Ecco in breve alcuni piccoli segreti legati alle tecniche utilizzate in vigna e in cantina, che ci svela Simone Castelli di Podere 414, “la prima e più importante condizione è il lavoro manuale che deve prevalere sulla meccanizzazione in vigna, spiega. A partire dal mese di giugno si inizia a costruire la qualità, si esegue la sfemminellatura e la defogliatura manuale stando attenti a scoprire solo il lato in ombra, per evitare scottature; la protezione sul lato più esposto al sole invece, verrà effettuata tramite schermature naturali con argilla o caolino. Un primo diradamento verrà operato ad invaiatura, mentre un secondo in prossimità della vendemmia. Da fine agosto in poi sarà preparato anche il lato esposto al sole tramite un diradamento dell’uva non ancora perfettamente invaiata. La vendemmia dovrà essere manuale, in cassetta. Questo percorso terminerà con la diraspatura che, in alcuni casi, si avvale di sistemi di cernita automatizzati. In cantina, racconta infine, occorre grande maestria nell’estrazione a livello enologico di tannini, per avere, il giusto carico di polifenoli necessario ad affrontare la maturazione in legno di qualità, per due anni circa. Dopo un giusto periodo di riposo in bottiglia, il nostro Morellino è pronto per essere assaggiato ma, vista la qualità con cui è stato ottenuto, potrà riposare per anni in cantina!
Dulcis in fundo, il Morellino
“Il Morellino di Scansano è un vino di carattere, autorevole, identitario, interpreta ed esprime tutta la ricchezza e la profondità di un terroir ricco ed eccezionale. Una versatilità che si legge nelle due versioni previste dal disciplinare; nella prima si respira la freschezza e la sapidità del mare, una fusione di profumi che si articolano su note balsamiche della macchia mediterranea, frutti rossi, pot- pourri di petali di viola e rosa, brezze marine con un assaggio fresco, succoso, equilibrato, dissetante. Nella versione Riserva, il Sangiovese di Maremma, esprime tutta la sua potenza e longevità, regalando un sorso più profondo e complesso, un eau de parfum elegante e signorile, una fragranza dinamica nel tempo, una piramide olfattiva che si esprime con note di testa agrumate, fruttate e aromatiche, scorza di arancia sanguinella, confettura di mora e mirtillo, eucalipto, sottobosco, amplificano i profumi le note del cuore, tabacco Kentucky, legno di liquirizia, china, cardamomo e nella sua ricchezza si aggiungono le note di fondo: patchouli, sandalo e goudron. Una continuità olfattiva che si racconta anche in bocca con severità e profondità, nel ricordo del gusto dei suoi luoghi e terroir e della sua storia nei racconti della gesta dei briganti e della gestualità dei butteri, ma soprattutto nella passione e il cuore della gente di Maremma”. Antonio Stelli, giornalista e Ambasciatore del Morellino di Scansano.