Nals Margreid, dare tempo al tempo
Il Merano Wine Festival 2024 è stata l’occasione per la presentazione dell’ultima annata di Nama, uno Chardonnay in purezza, opera della cantina altoatesina Nals Margreid.
Un cielo terso novembrino, caldi colori autunnali e giornate tiepide hanno fatto da scenario ideale alla kermesse meranese arrivata alla sua 33a edizione, il festival ideato da The WineHunter Helmuth Köcher, appuntamento irrinunciabile per gli operatori del mondo del vino, la stampa e i winelovers.
Tra i numerosi eventi, una masterclass all’interno della storica cantina altoatesina Nals Margreid è stata l’occasione per presentare l’ultima annata di Nama (da NAls MArgreid), un progetto ambizioso nato nel 2016 con l’obiettivo di produrre uno Chardonnay di montagna che parli di Alto Adige, sfidando la Borgogna.
Cinque le annate a confronto (2016, 2018, 2019, 2020, 2021) alla presenza di Gottfried Pollinger, direttore commerciale della cantina, e Harald Schraffl, enologo. Ha moderato il sommelier Paolo Porfidio.
Nama o non Nama
Frutto di ricerche ventennali e di un’innovazione continua, le prime cinque annate prodotte raccontano di un percorso lungo, non sempre lineare, costruito passo dopo passo per raggiungere uno Chardonnay contemporaneo che possa esprimere lo stile identitario di una cantina e di tutto un territorio.
Il risultato è un vino elegante e di carattere che privilegia, a uno stile classico, un vino dalla texture slanciata e fine, perfettamente in grado di sfidare il tempo.
Dare tempo a Nama, è voluto dire analizzare il terreno e le viti antiche di un’unica vigna, selezionare i grappoli a mano, secondo la filosofia aziendale, e accompagnarli nella loro espressione in cantina, oggi pensando a domani. È voluto dire, anche, iniziare da una cuvée di Chardonnay e una piccola percentuale di Pinot bianco e Sauvignon della 2016 e della 2018 per arrivare all’annata 2019 con una espressione monovarietale. Dal 50 % di botti piccole di legno nuovo della prima edizione si è passati al 100% già nel 2019: al loro interno le uve fermentano mentre il legno, al palato, resta silente.
Dare tempo al tempo, infine, ha portato le annate di Nama ad attendere un anno di maturazione in acciaio e prolungare l’affinamento in bottiglia per un intero anno.
Dall’edizione del 2016 all’ultima del 2021 è stato possibile analizzare il passato e il presente ma anche immaginare il futuro di questo Chardonnay di carattere. L’enologo della cantina Harald Schraffl ha espresso il suo pensiero così: “Se ogni vino ha una sua personalità, ogni annata ha una sua caratteristica. Un nostro vino non deve puntare a essere perfetto o perfettamente riprodotto ogni anno, ma lasciare spazio all’annata e alla sua evoluzione. Penso che il consumatore debba conoscere questo vino da giovane, ma anche invecchiato, per poterne comprendere il percorso, suo e nostro”.
Le bottiglie prodotte nel 2021 sono 2000, un sorso ancora per pochi, per il momento, perché il progetto Nama è in continua evoluzione.
Le annate in degustazione
La 2016 di Nama ha un colore giallo paglierino brillante: al naso possiede una matrice ampia con sentori floreali (ginestra e zagara) e fruttati (pera, mela e nespola). Ha una componente balsamica di eucalipto e di mandorle amare mentre al palato è in buon equilibrio tra sapidità, acidità.
La 2018 insiste al naso su frutta matura, fiori di sambuco e una nota di zenzero. Al palato l’acidità lascia il passo alla sapidità, arricchendo il sorso.
La 2019 è pronta, intensa e fine: dal colore giallo dorato con note di agrumi (cedro) ma anche di melone e mango, di erbe di montagna e aromatiche. Un accenno di yogurt. Un sorso ricco che racconta eleganza e linearità grazie all’acidità che si poggia su un ventaglio di sapidità.
La 2020 possiede un naso ampio fruttato (frutta tropicale, mela verde) e agrumi (mandarino) ma anche floreale (biancospino e fiori di sambuco). La sapidità è presente in armonia con la freschezza.
La 2021 è l’annata a breve in commercio dal colore giallo dorato con nuance verdoline, note floreali (ginestra e glicine), agrumi (lime) ma anche fruttate (pera e mela verde). Piccola nota fumé anche retronasale e struttura costruita su una buona percezione di freschezza e minore sapidità. Un vino con tanta vita davanti.
La cantina Nals Margreid
Fondata nel 1932, a seguito dell’unione delle cantine Nals e Margreid-Entiklar nel 1985 prese il nome di “Cantina Nals Margreid”. Gli ettari coltivati sono, oggi, 160, con 138 soci. Il 70% della produzione è composta da vini bianchi quali pinot bianco, sauvignon, chardonnay, gewürztraminer, pinot grigio, riesling, müller thurgau, mentre il restante 30% da pinot nero, lagrein, merlot, cabernet e schiava.
La cantina è uno splendido progetto di architettura che si dispone ai piedi della collina Sirmian, a Nalles, paese a metà strada tra Merano e Bolzano, circondato da vigneti e frutteti, di fatto l’ampliamento di un’antica preesistenza: il nuovo edificio del 2011 è opera dello studio di architettura Markus Scherer di Merano, ampliato nel 2017 e nel 2018.
In un rapporto interessante tra volumi pieni e vuoti, ritmato dall’uso di materiali naturali che richiamano il contesto alpino, nel nuovo edificio l’uva viene accolta e vinificata per gravità nei piani inferiori, connessi all’antica cantina. Al piano inferiore si trova una nuova scenografica barricaia affacciata sul cortile di accesso per i visitatori, una tipica corte tradizionale dove, grazie ad ampie vetrate è possibile ammirare gli spazi circostanti in un gioco di trasparenze. Il nuovo manufatto si trova sotto una grande copertura, che incornicia le visuali dello splendido paesaggio circonstante: la parte inferiore del solaio segue il movimento geometrico delle linee di forza statiche, disegnando una mappa grafica che ricorda quella delle nervature di una foglia di vite. La colorazione è rosso bordeaux che richiama il porfido, pietra tipica di questi luoghi.
L’uso sapiente di rovere, acciaio e vetro raccontano il territorio anche negli interni ed esprimono il rapporto unico tra l’eleganza degli spazi e il vino: la scala centrale distributiva permette l’accesso all’enoteca del piano terra, ma anche agli uffici e alle sale da degustazione.
L’enoteca ospita la produzione della cantina tra antiche porte, travi e sostegni in legno che raccontano di un dialogo in continua trasformazione tra un passato importante e la continua ricerca di contemporaneità.