Oltre la Muraglia del gusto: le nuove vie del vino cinese

Mentre a livello globale il mondo del vino si interroga su come comunicare efficacemente con le nuove generazioni di consumatori, i produttori in Cina stanno sperimentando approcci diretti e creativi per farsi conoscere e apprezzare. In un mercato complesso e competitivo, l’innovazione nelle strategie promozionali diventa cruciale per “toccare le papille gustative” e “attrarre i portafogli” di un pubblico più vasto.
“Il nostro vino è di buona qualità, ma la maggior parte delle persone non ne ha mai sentito parlare,” afferma il vignaiolo cinese Zhongxiang Deng. “E chi non lo conosce, non lo ha assaggiato. Dobbiamo raggiungere i nostri veri clienti, usare il nostro vino per sedurre il loro palato e convincerli con prezzi ragionevoli.” Questa filosofia, come riportato da Jim Boyce su Wine-Searcher, ispira una nuova ondata di iniziative promozionali in Cina. Si tratta di un mercato dove le vendite di vino hanno incontrato difficoltà per un decennio e dove molti produttori si sono tradizionalmente affidati a medaglie, punteggi elevati e al plauso degli addetti ai lavori per attrarre i consumatori.
Deng Zhongxiang, già definito da Wine-Searcher “il vignaiolo trainante della Cina”, pur essendo molto impegnato come consulente per dieci produttori nella rinomata regione del Ningxia, ha ideato una strategia ingegnosa per promuovere i suoi vini su scala nazionale. Impossibilitato a intraprendere lunghi tour promozionali di persona, ha sfruttato l’efficiente e capillare rete logistica cinese. A marzo, ha annunciato tramite la popolare piattaforma WeChat l’invio gratuito di cento confezioni, ciascuna contenente sei dei suoi vini – due annate per ognuno dei suoi cabernet, syrah e marselan, prodotti con le etichette Beyond Time e Ruo Shan, tutti valutati con punteggi tra 90 e 94 dai maggiori critici. Le spedizioni erano corredate da dettagliate note di produzione e da una presentazione approfondita sulla vinificazione nella regione del Ningxia. I destinatari di questa iniziativa erano sommelier, ristoratori, personalità influenti del mondo del vino online e altri professionisti del settore che ne avevano fatto richiesta. In cambio, hanno condiviso i loro riscontri – fotografie, video, recensioni e commenti – scaturiti dalle degustazioni. Con metà delle degustazioni già portate a termine in città anche molto distanti tra loro come Pechino, Shanghai e Shenzhen, Deng ha definito il progetto un successo. “Ho ricevuto molti ordini,” afferma, ma, cosa ancora più importante, ha centrato l’obiettivo di far assaggiare i suoi vini. “Solitamente la gente sente parlare di questi vini, ma non arriva mai a degustarli. Voglio che si sappia che siamo in grado di produrre vini davvero eccellenti.” Deng sta già valutando la preparazione di una nuova selezione di vini e un altro ciclo di cento degustazioni, forte del suo approccio distintivo: “Vendo il vino con uno stile informale… Tutti prima assaggiano e, se il vino piace veramente, allora possiamo procedere. Non sono mai tirchio quando si tratta di far degustare il mio vino.”
L’iniziativa di Deng, tuttavia, è solo una delle tante strategie creative che stanno emergendo nel dinamico panorama vinicolo cinese. Jim Boyce ne segnala altre particolarmente significative.
Un esempio è il programma “Adotta una Vite”, lanciato da Jack Zhang di The Cellar Project, nel Ningxia. Da circa due mesi, offre la possibilità, versando 288 RMB (circa 40 dollari), di associare il proprio nome a una specifica vite tramite un dischetto personalizzato, ricevendo aggiornamenti costanti sulla sua evoluzione e, al termine del ciclo, una bottiglia di vino prodotta da quell’appezzamento. “Circa cinquanta persone hanno aderito,” spiega Zhang, “stiamo facendo crescere il progetto in modo organico, senza pressioni.” L’iniziativa mira a costruire un legame emotivo e la fedeltà dei consumatori, che hanno anche l’opportunità di visitare le proprie viti. “Considerando che oggi si tende a bere meno, il vino acquista sempre più un valore emozionale,” sostiene Zhang. E sebbene il costo possa sembrare contenuto, tenendo conto dei prezzi generalmente elevati dei vini cinesi di qualità e dell’impegno che il progetto comporta, Zhang assicura che questa formula si sta rivelando più remunerativa della tradizionale vendita all’ingrosso.
Un’altra tendenza in crescita vede i marchi vinicoli cinesi partecipare attivamente a festival dedicati ad altre bevande come caffè, birra artigianale e whiskey, con l’obiettivo di intercettare un pubblico di consumatori curiosi e aperti a nuove esperienze. Questa strategia si sta dimostrando efficace, come testimonia Xixi Lu, rappresentante della cantina Pabala dello Yunnan, che ha partecipato al grande festival Whisky+ di Pechino. “L’atmosfera era straordinaria!” racconta Lu. “C’erano moltissimi giovani e i visitatori erano tutti consumatori finali.” Molti, dopo aver esplorato le varie proposte del festival, sono tornati allo stand di Pabala. “Hanno apprezzato molto i nostri vini, specialmente l’ice wine. Numerosi visitatori hanno acquistato bottiglie direttamente sul posto.” Particolarmente richiesto è stato un ice wine spumante, descritto come “rinfrescante e dolce, ma non stucchevole”. Anche l’ice wine fermo di punta di Pabala, sebbene non ancora ufficialmente in commercio, ha riscosso grande successo. “Tanti ci hanno aggiunto su WeChat e attendono con ansia il lancio.” A breve distanza, un’ulteriore sorpresa attendeva gli appassionati: decine di creazioni vinicole originali e fuori dagli schemi presentate dalla nuova guida “50 Distinctive Wines of China”. L’offerta spaziava da vini macerati sulle bucce (comunemente detti orange wine), pét-nat (rifermentati in bottiglia naturalmente frizzanti) e vini infusi al tè, fino a etichette prodotte da varietà di uve quasi sconosciute come rose honey, longyan e cserszegi füszeres, affiancate da nomi più familiari quali malbec, marselan e pinot noir. È stata una vera e propria rivelazione per migliaia di estimatori di whiskey, che hanno così scoperto e apprezzato la sorprendente diversità del vino cinese.
Infine, spicca per ambizione il progetto Loong’s Toast (letteralmente “Il Brindisi del Dragone”), un nome che intende simboleggiare la cultura cinese e celebrare il rito della condivisione del vino su scala internazionale. Questa iniziativa abbraccia l’intera gamma stilistica e varietale del panorama vinicolo cinese contemporaneo, dai cabernet capaci di impressionare critici di fama mondiale come Parker e Suckling, fino ai vini più particolari e di nicchia. Il progetto ha preso il via ad aprile con la partecipazione di dodici cantine cinesi a Prowine Tokyo, per poi proseguire a maggio a Wine to Asia, nella città di Shenzhen. In quest’ultima occasione, una degustazione alla cieca intitolata “Hidden Gems” (Gemme Nascoste) ha messo alla prova i palati più esperti con eccellenze come un metodo classico prodotto da Grace Vineyard (nella regione dello Shanxi), il prestigioso cabernet sauvignon di Kanaan (Ningxia) e un vino ottenuto da uve crystal – un vitigno la cui introduzione è legata ai missionari del XIX secolo – proveniente da Dameiyong, in Tibet. “Non c’è alcuna ragione per cui questi tesori debbano rimanere a impolverarsi in cantina,” recitava l’invito all’evento. “Desideriamo offrire a un pubblico sempre più ampio la possibilità di sperimentare la complessità e il piacere del vino.” L’iniziativa non si è limitata agli operatori del settore, ma ha incluso anche una degustazione dedicata ai consumatori presso il Bar Cinq. La prossima tappa, prevista per luglio, è un tour nel Sud-Est asiatico che toccherà Singapore, Malesia e Thailandia, con eventi mirati sia per il trade sia per il pubblico, valorizzando i “profondi legami culturali con la Cina”.
Questi esempi testimoniano la vitalità e l’approccio proattivo dei produttori cinesi. Invece di attendere passivamente che i consumatori si avvicinino, scelgono di raggiungerli direttamente, con proposte originali e capaci di creare un legame che va oltre la semplice degustazione, puntando sull’esperienza, sull’emozione e sulla scoperta. Una lezione di marketing diretto e di fiducia nel proprio prodotto che può servire da ispirazione anche per mercati più consolidati.