Perché tutti parlano della Maremma? L’ascesa della nuova stella toscana

In un articolo per The Drinks Business, Sarah Neish analizza la crescente popolarità della Maremma. Grazie a un terroir diversificato, una notevole libertà produttiva che incoraggia la creatività e un’offerta che spazia dai rosati in stile provenzale a grandi rossi e bianchi, la zona sta attirando investimenti e consensi. Il suo successo, che unisce qualità e un’ampia gamma di prezzi, si pone come una lezione per altre regioni emergenti: un modello vincente che bilancia identità territoriale, flessibilità e un’intelligente strategia commerciale.
Se si dovesse scommettere su una regione vinicola italiana destinata a diventare una presenza fissa nelle cantine degli appassionati, molti punterebbero sulla Maremma. Come riporta un recente articolo di Sarah Neish, le voci su questo angolo di Toscana meridionale, con i suoi 160 km di costa sul Mar Tirreno, si fanno sempre più insistenti. Le si attribuisce il potenziale per diventare sia la risposta italiana alla Provenza per i rosati di pregio, sia una fucina di grandi vini rossi e bianchi.
Intervistato dalla rivista, Alessandro Comitini, Italy brand manager dell’importatore londinese Armit Wines, spiega che il segreto della Maremma risiede nella sua capacità di “combinare l’influenza costiera con l’altitudine, producendo vini con un forte profilo mediterraneo e una superba eleganza“.
Secondo Comitini, la regione è da tempo un laboratorio per vignaioli creativi che desiderano liberarsi dai vincoli di altre denominazioni. Questo è possibile grazie alla diversità del suo terroir e al gran numero di vitigni ammessi (ben 87), che offrono ai produttori un’ampia cassetta degli attrezzi.
La Mecca del rosato (e del turismo)
Una delle categorie in cui la Maremma eccelle è il rosato. Lamberto Frescobaldi, proprietario della Tenuta Ammiraglia, si è detto convinto che la regione possa diventare l’equivalente italiano della Provenza per i vini rosati di alta gamma. “L’abbondanza di luce solare, unita all’aria di mare, ci offre le condizioni ideali per produrre vini eleganti e ricchi di aromi“, ha dichiarato.
Ma la Maremma ha anche le infrastrutture per diventare una destinazione iconica come la Provenza? “Assolutamente sì“, afferma Alexandra Hale di Armit Wines. La regione, spiega, è una desiderabile meta costiera con ottime strutture ricettive, facile accessibilità e un clima ideale, per non parlare dell’offerta enogastronomica.
Vini per tutte le tasche
Un grande vantaggio della Maremma è che la sua offerta copre ogni fascia di prezzo, dal vino per tutti i giorni all’etichetta da collezione. Si va, ad esempio, dai circa 20€ del Mongrana di Querciabella (un blend di sangiovese, merlot e cabernet sauvignon) ai quasi 100€ del Piemme di Fattoria Le Pupille, un “Super-Tuscan bianco” da petit manseng in purezza. Anche i rosati, come l’Aurea Gran Rosé di Frescobaldi, si posizionano nella fascia alta del mercato, a circa 40€.
La prova dei fatti
Il crescente successo della regione è confermato non solo dai numerosi riconoscimenti ottenuti nelle competizioni internazionali, ma anche dalla crescente consapevolezza dei consumatori in mercati chiave come il Regno Unito. Dickie Bielenberg, co-proprietario dell’omonimo ristorante londinese Maremma, ha visto un “cambiamento reale” negli ultimi sei anni, con sempre più clienti curiosi di scoprire la regione.
Bielenberg sottolinea come la qualità non si limiti ai rosati o ai rossi a base sangiovese (come il Morellino di Scansano) e ai tagli bordolesi, ma si estenda anche ai bianchi. Il vermentino domina, ma i produttori stanno ottenendo ottimi risultati anche con chardonnay, viognier e varietà autoctone come l’ansonica.
Il successo crescente della Maremma, quindi, offre una lezione importante per altre regioni vinicole che cercano di affermarsi. La sua traiettoria dimostra che la combinazione di tre fattori chiave è vincente: un terroir diversificato che permette qualità, regole flessibili che incoraggiano la creatività dei produttori, e una strategia di mercato intelligente che copre tutte le fasce di prezzo, dall’etichetta quotidiana a quella da collezione. È un modello che unisce identità territoriale e pragmatismo commerciale.
Un nome da tenere d’occhio
Il futuro appare roseo. L’arrivo e gli investimenti di grandi nomi come Antinori non fanno che sottolineare il potenziale della regione. Con iniziative come nuovi siti di vendita diretta al consumatore e un interesse sempre vivo per i vini toscani, la Maremma ha tutte le carte in regola per diventare un nome familiare per gli appassionati di vino di tutto il mondo.