Prosecco Doc: verso una denominazione sostenibile

Il Prosecco DOC ha un legame profondo con il suo territorio d’origine, le sue tradizioni e lo stile di vita della gente che lo abita. Nove province tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia ricche di bellezze naturalistiche e con un ecosistema da tutelare affinché possa essere trasmesso alle generazioni future. Una necessità di cui si è fatto carico il Consorzio del Prosecco DOC che, fin dalla sua nascita nel 2009, si è interessato a temi come l’ambiente e la sua salvaguardia, la responsabilità etico-sociale ed economica. In tal senso, già da alcuni anni il Consorzio del Prosecco DOC ha intrapreso l’avvio di progetti tangibili e misurabili.
Si tratta di un percorso virtuoso che vuole portare a ridurre l’impatto ambientale e ad ottenere la certificazione di Denominazione Sostenibile. Per fare ciò si è deciso di seguire le linee guida dettate da Equalitas di Denominazione, che abbracciano la sostenibilità ambientale, etico-sociale ed economica. Un progetto ambizioso: la certificazione di denominazione prevede che almeno il 60% della superficie totale sia sotto protocollo Equalitas. Per ottenere questo importante risultato il Consorzio ha lanciato “Prosecco, Denominazione Sostenibile – una comunità di imprese per un prodotto sostenibile”, un progetto associativo che coinvolge, su base volontaria, le imprese della filiera con il desiderio di certificarsi e di incrementare il proprio livello di sostenibilità.
Tra le diverse azioni intraprese, Pro.s.e.c.co (Programma della Sostenibilità E del Controllo della Competitività della filiera vitivinicola Prosecco DOC) è in sviluppo piattaforma consortile che mira a raccogliere tutte le informazioni riguardanti le operazioni in vigneto, in particolare per monitorare l’utilizzo di prodotti fitosanitari, l’impronta idrica e l’impronta carbonica. Automatizzando il flusso delle informazioni, l’obiettivo è quello di poter redigere con “semplicità” il Bilancio di Sostenibilità della Denominazione, documento essenziale per ottenere la certificazione di Denominazione Sostenibile.
Le buone pratiche in vigna: il vademecum viticolo
Iniziamo parlando di ambiente. La viticoltura, come tutte le pratiche agricole, ha un impatto importante sull’ecosistema naturale: è necessario studiare e capire quali interventi mettere in atto per ridurlo il più possibile mantenendo, e preferibilmente aumentando, la qualità del prodotto finale. A questo scopo, ogni anno, il Consorzio di tutela della DOC Prosecco presenta un vademecum, rivolto a tutta la filiera, con una panoramica sulle strategie di difesa più sostenibili in vigneto: si parla di biodiversità e salute del suolo grazie ad esempio all’eliminazione di erbicidi, di concimazioni organiche e dell’utilizzo microrganismi, di riduzione degli input chimici, di efficienza di irrigazione e di equilibrio vegeto-produttivo.
Mosaico verde e la valorizzazione del territorio
Le buone pratiche in vigna non bastano per preservare il territorio e la sua biodiversità. Alberi e siepi sono elementi essenziali che rendono un paesaggio armonico e naturale: a maggior ragione se pensiamo al territorio in cui nasce il Prosecco DOC, che si estende su nove province di Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Il Consorzio ha aderito a Mosaico Verde, una campagna per riqualificare il territorio italiano attraverso progetti di forestazione di nuovi alberi e la gestione sostenibile dei boschi esistenti. Lo ha fatto in maniera creativa legando gli adeguamenti del potenziale viticolo alla sostenibilità ambientale, assegnando l’idoneità Prosecco DOC a nuovi vigneti che hanno adibito, almeno per il 5% della superficie, siepi o boschetti. Questo, ad oggi, ha permesso di costituire un’area arboreo-arbustiva di ben 76 ettari!
Zonazione, sostenibilità, resilienza
Come già accennato il territorio del Prosecco DOC è molto vasto e variegato sia dal punto di vista pedologico che climatico. Conoscere pertanto le sue caratteristiche e le sue esigenze è risultato importante per il miglioramento qualitativo della produzione, per ottimizzare le risorse in vigna e in cantina e per ridurre, di conseguenza, gli sprechi. Per rispondere a queste esigenze il Consorzio del Prosecco DOC, a partire dal 2022, ha avviato un progetto di zonazione innovativa che non prevedesse semplicemente l’analisi pedoclimatica del territorio, ma che permetta di individuare le zone più sensibili ai rischi termici ed idrici e di adottare pratiche agronomiche mirate.. Si tratta di tecnologie avanzate che possono dare un valido contributo alle analisi su larga scala monitorando e differenziando in momenti strategici lo stato delle colture, del clima e del suolo. Una volta stabilite le aree, si possono pianificare diverse tipologie di intervento di precisione, adatte a quello specifico territorio.

Prosecco sostenibile e la responsabilità sociale d’impresa
Oggi, più che mai, risulta importante e necessario costruire modelli di business in cui tutti abbiano a cuore l’obiettivo comune di costruire una sostenibilità sociale capace di connettere, in modo migliorativo, le esigenze delle imprese con le necessità dei lavoratori facendo sentire unite le parti. Equità, rispetto, impegno e integrità sono le parole utilizzate dal Consorzio di tutela del Prosecco DOC che ha dato il via al progetto “Prosecco Sostenibile” con il quale si prefigge di affrontare i temi della Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) per realizzare un percorso concreto di azioni riguardanti i diritti umani e del lavoro, l’integrazione la salute e la sicurezza in azienda, la crescita delle competenze, la riqualificazione e la stessa sostenibilità sociale del comparto vitivinicolo dove le aziende operano. Tre i principali obiettivi: rendere sostenibile il Prosecco DOC attivando meccanismi virtuosi che siano in grado di innescare il miglioramento intrapreso determinandone i risultati; garantire all’insieme degli stakeholder il livello di sostenibilità raggiunta mediante certificazione di un soggetto terzo; comunicare agli stakeholder il valore della sostenibilità raggiunta ed i relativi obiettivi e progetti di miglioramento da mettere in atto.
Le azioni fin qui descritte rappresentano una visione progettuale importantissima per un territorio vitivinicolo vasto come quello che tutela il Consorzio Prosecco DOC con quasi 12.000 aziende viticole, oltre 1.100 aziende vinificatrici e 355 case spumantistiche!
Dopo aver analizzato quanto il Consorzio del Prosecco DOC sta facendo per rendere questa denominazione sempre più sostenibile, vediamo alcuni esempi di aziende virtuose.
La Jara
Ci troviamo nel cuore del Nord-Est d’Italia, a soli 50 km da Venezia, nella DOC Prosecco. È proprio in questo splendido territorio che si estendono i vigneti della Jara, coltivati rigorosamente secondo i principi dell’agricoltura biologica. La Jara si contraddistingue nella produzione di vini biologici di qualità, ispirandosi ai principi di rispetto del vigneto e del suo naturale ciclo di fertilità. I lunghi filari allineati nei campi pianeggianti circostanti la cantina si estendono per 50 ettari fino a sfiorare il letto sassoso del fiume Piave che ha regalato al terreno una morfologia unica.

Quello della Jara è un percorso, verso il biologico, iniziato a partire dal 1999 quanto Massimo Marion, attuale proprietario, ha preso in mano le redini dell’azienda iniziando a vinificare. Avendo vissuto con il nonno, si è subito reso conto che in passato i trattamenti ai vigneti avvenivano solo con zolfo e rame, non con i veleni e i prodotti chimici in uso oggi. Il suo obiettivo: ricreare un prodotto genuino! Da questa intuizione inizia l’avventura e Massimo, affiancato dal fratello e da un abile agronomo inizia a sperimentare. Otto anni, quelli che seguono tra successi e insuccessi a volte catastrofici, come la perdita di interi raccolti. Oggi, la Jara è l’azienda di riferimento nel biologico in quest’area!

Ma entriamo un po’ nel dettaglio delle buone pratiche in vigna necessarie per raggiungere un tale risultato, infatti, per fare un vino biologico di qualità, i giochi si fanno prevalentemente in campagna e non in cantina. Di fondamentale importanza ottenere un frutto genuino, non alterato e per fare questo non è importante come tratti ma i tempi e modi. Un esempio? La pianta deve essere trattata prima della pioggia affinché sia protetta e non si ammali con la peronospora. Importante poi, per non alterare l’ecosistema naturale, non uccidere gli insetti predatori che si nutrono di quelli nocivi. Come fare? Evitare assolutamente diserbanti e insetticidi chimici. Oggi, per ricreare questo equilibrio occorrono almeno 5 o 6 anni in cui la produzione potrebbe essere ridotta se non addirittura inesistente!

Tanto lavoro e dedizione, questa la formula magica per ottenere i risultati della Jara. Per fare biologico bisogna essere pronti a lavorare tutti i giorni, soprattutto tra giugno e agosto, perché si deve essere pronti ad intervenire immediatamente in caso di bisogno, stando sempre attenti al meteo. Tutto questo fa sì che il prodotto ottenuto sia di qualità superiore perché non alterato dalla chimica. “I nostri vini ad esempio, commenta Massimo Marion, sono buoni e più profumati perché la chimica brucia in parte le fragranze. L’uva prodotta nei nostri vigneti ha una buccia più spessa ed è in grado di sprigionare tutta l’aromaticità tipica della glera”.
PROSECCO DOC SPUMANTE BRUT BIOLOGICO
Il Brut è la versione più secca del Prosecco. Classico nello stile, fresco e inconfondibile. Dati Tecnici: classificazione DOC. Vitigno: uve biologiche 100% Glera. Terreni: le terre sono costituite da sassi, che accumulano calore durante il giorno per restituirlo lentamente la notte, esaltando nell’uva i profumi freschi e varietali. Sistema di allevamento: Sylvoz. Tecnica di vinificazione: rifermentazione naturale in autoclave di acciaio inox tramite metodo “Martinotti – Charmat”. Gradazione alcolica: 11,50 % vol. Formati disponibili: 0,375 l; 0,75 l; 1,5 l; 3 l. Note di degustazione: colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini. Il perlage è fine e persistente. Profumo: delicati profumi di mela verde. Gusto: in bocca è fresco, aromatico ed equilibrato, con leggeri sentori di crosta di pane e gradevolmente acidulo. Servizio: a 6-8 °C stappato al momento. Abbinamenti: ideale con zuppa di pesce, fritto di pesce, tempura di verdura, crostacei, sushi e sashimi

Le Carline
Le Carline si trova in provincia di Venezia e si occupa di viticoltura biologica sin dall’inizio della sua avventura nel mondo del vino, che risale al 1988. L’intera produzione aziendale è certificata biologica e vegana ed opera nel pieno rispetto dell’equilibrio ambientale e delle biodiversità, salvaguardando e valorizzando le risorse del territorio. Questa filosofia produttiva, e di vita, ha fatto sì che Le Carline sia sinonimo di vini certificati biologici, vegani, senza solfiti aggiunti e, più recentemente, da vitigni resistenti PIWI, con la linea Resiliens.

Negli anni sono state tante le tappe importanti che hanno contribuito a scrivere la storia dell’azienda: lo sviluppo di nuove linee di prodotto, al passo con le richieste di mercato, l’adozione di rigidi protocolli per la tutela e la salvaguardia della sostenibilità, l’adesione a progetti di integrazione sociale, una continua ricerca e sperimentazione per produrre vini di grande qualità e un approccio commerciale sempre più internazionale.

Nel 2022 l’azienda ha ottenuto la certificazione Equalitas, che valuta la sostenibilità secondo i tre pilastri, Ambientale, Sociale ed Economico. E proprio per il nostro impegno quotidiano su queste tematiche, nel 2022 siamo stati premiati all’evento Wine in Venice come unica cantina veneta rappresentativa di questi valori. Nel 2023 inoltre le è stato assegnato il Premio Ecofriendly, dedicato alle aziende che si sono distinte per l’utilizzo di pratiche sostenibili e attente all’ambiente, alla tutela della biodiversità e dei lavoratori, oltre al risparmio di risorse idriche ed energetiche.

PROSECCO SPUMANTE DOC BRUT BIOLOGICO
Prosecco Spumante Brut parla della storia anche attraverso il suo vestito. Certificazioni: Biologico – Vegano Uve: glera. Zona di produzione: l’azienda si trova nell’area della DOC Prosecco Terreno: argilla di origine alluvionale Sistema di allevamento: Sylvoz. Vinificazione: le uve vengono diraspate e il mosto estratto tramite una pressatura soffice. Si procede con una tradizionale vinificazione in bianco che prevede la fermentazione alcolica in vasche di acciaio. La presa di spuma avviene in autoclavi con metodo Charmat a basse temperature per favorire la formazione di un elegante perlage ed esaltare gli aromi varietali. Caratteristiche organolettiche: vino fresco ed elegante, di colore giallo paglierino chiaro, ha un intenso profumo floreale di acacia e glicine. Con note fruttate di mela verde. Il sapore piacevolmente armonico riesce ad equilibrare acidità e sapidità. Abbinamenti: indicato per brindisi ed aperitivi. Temperatura di servizio: 8° C. Analisi: gradazione alcolica: 11% vol. Residuo zuccherino: 8 g/l. Acidità totale: 5,65 g/l. Acidità volatile: 0,09 g/l. Formati disponibili: bottiglia: 750ml. Cartone: 6 bottiglie

Corvezzo
Corvezzo è una cantina con una tradizione vitivinicola che abbraccia oltre mezzo secolo. La missione quotidiana dell’azienda è quella di perseguire un modello di produzione sostenibile, fondata su un formidabile bagaglio di conoscenze acquisite grazie a più di dieci anni di sperimentazione di tecniche vitivinicole non convenzionali. La cantina, insieme al vigneto di famiglia, si trova nella provincia di Treviso, tra le Dolomiti e il mare, un luogo ideale per la coltivazione di uve di alta qualità. Qualità, innovazione e attenzione per l’ambiente che rappresentano uno sguardo costante verso il futuro senza dimenticare il passato. Una storia familiare che inizia nel 1955 quando Giovanni Corvezzo, nonno dell’attuale proprietario, insieme alla moglie Maria, fonda l’azienda agricola Corvezzo nel piccolo paese di Cessalto, segnando l’inizio di una lunga tradizione familiare. Negli anni a cavallo tra il 1970 e il 1980 i figli Giuseppe e Renzo espandono il vigneto, raggiungendo una superficie coltivata di oltre 140 ettari. Durante questo periodo, l’azienda avvia la sperimentazione della lotta integrata, un approccio più sostenibile alla viticoltura. Arriviamo agli anni 2000 e precisamente nel 2009 quando un altro Giovanni Corvezzo, figlio di Renzo, assume la guida dell’azienda incrementando il suo impegno verso l’ambiente, con parte delle produzioni certificate biologico, attenzionando anche gli aspetti etico-sociali ed economici, infatti nel 2023, l’azienda ha ottenuto la certificazione Equalitas Sustainable Winery, confermando il suo ruolo di primo piano nel settore vinicolo sostenibile.


PROSECCO DOC EXTRA DRY BIOLOGICO
Un Prosecco doc biologico dal perlage brillante. Al naso intensi sentori di pera e fiori bianchi. In bocca è fresco, con una spuma avvolgente che accompagna la beva verso un finale bilanciato e persistente. Perfetto per un brindisi. Abbinato ad antipasti leggeri di pesce crudo. Uve e vigneto: 85% glera + 15% uve ammesse dal disciplinare DOC. Vendemmia: meccanizzata. Vinificazione e presa di spuma: pigiatura e pressatura soffice a freddo, 40 giorni in autoclave (metodo Charmat). Titolo alcolometrico: 11% vol. Residuo zuccherino: 12 g/l. Formati disponibili: 0,75 l – 1,50 l

Cantina di Conegliano, Vittorio Veneto e Casarsa SAC
La Cantina di Conegliano, Vittorio Veneto e Casarsa SAC, protagonista nel settore vitivinicolo del Nord Italia, ha compiuto un percorso di crescita verso la sostenibilità, ottenendo importanti certificazioni e investendo in innovazioni per l’efficienza e la riduzione dell’impatto ambientale. Il cammino della Cantina verso la sostenibilità si è avviato nel 2017 con la certificazione QV (Qualità Verificata), per poi raggiungere nel 2021 la certificazione Equalitas di organizzazione, riconoscimento che attesta la gestione responsabile e sostenibile dell’intera struttura, dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Nel 2023, la Cantina ha ottenuto anche la certificazione Equalitas di prodotto coinvolgendo in questa iniziativa un numero ristretto di Soci, permettendo di immettere nel mercato una selezione di bottiglie certificate Equalitas, corredate dal noto logo che garantisce al consumatore il rispetto di standard elevati in termini di sostenibilità e qualità. Il prossimo obiettivo è ambizioso: strutturare la Cantina per estendere la certificazione Equalitas di prodotto ad un numero crescente di soci, consolidando così una base sociale che ha sempre dimostrato una certa sensibilità sul tema della Sostenibilità; difatti al momento sono più di 800 i soci impegnati con un altro progetto certificativo: il SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata); permettendo alla Cantina di ottenere uve certificate per una superficie superiore ai 4.500 ettari, tale estensione è stata possibile anche grazie alla fusione con la Cantina Viticoltori Friulani La Delizia SCA. Questa sinergia ha rafforzato la posizione della Cantina come realtà di riferimento nel Nord Italia, con un impegno costante verso processi produttivi sostenibili. Tra i più recenti investimenti, nell’impianto di imbottigliamento di Conegliano, è stato sviluppato un sistema che consente di recuperare parte dell’acqua utilizzata per il lavaggio della linea di imbottigliamento. L’acqua recuperata viene trattata tramite un impianto di ultrafiltrazione e riutilizzata nei successivi cicli di lavaggio; con questo processo, è possibile recuperare circa il 35-40% dell’acqua impiegata per ogni lavaggio. Inoltre, nell’ultimo triennio, la Cantina ha ridotto notevolmente l’uso di prodotti enochimici utilizzati durante i processi di vinificazione, grazie anche alla formazione continua del personale e ad un sistema di incentivi che premia l’impegno e la dedizione dei dipendenti verso la sostenibilità. La sostenibilità è un concetto ampio che abbraccia anche la dimensione sociale. In quest’ottica, la Cantina si impegna, ogni tre anni, a distribuire un questionario di gradimento ai residenti che vivono nei pressi degli stabilimenti. Questo strumento, che può essere compilato anche in forma anonima, offre ai cittadini l’opportunità di segnalare eventuali criticità e proporre suggerimenti per migliorare le attività e il loro impatto. Per di più, la Cantina contribuisce attivamente al benessere della comunità locale, supportando associazioni sportive e culturali che promuovono la crescita e lo sviluppo delle nuove generazioni. Con un piano di crescita che pone al centro l’innovazione e la responsabilità ambientale, sociale ed economica, la Cantina di Conegliano, Vittorio Veneto e Casarsa si conferma un esempio di eccellenza e sostenibilità nel settore vitivinicolo italiano. Non da ultimo, di recente la Cantina si impegna a fornire agli imbottigliatori e, di conseguenza, ai consumatori finali un prodotto (il vino sfuso) sostenibile dal punto di vista ambientale ed etico sociale!


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