Quando il vino non basta: le strategie di diversificazione delle aziende vinicole
Dalle distillerie ai resort di lusso, le aziende vinicole cercano nuove strade per incrementare i profitti e ampliare il proprio raggio d’azione. Lo racconta Kathleen Willcox.
Certo, ecco il testo con le parti importanti evidenziate in grassetto:
L’aumento del costo della vita e l’inflazione hanno spinto molte persone a cercare “lavoretti extra” per integrare il proprio reddito. Questa tendenza non riguarda solo i singoli individui, ma anche le aziende vinicole. Sempre più spesso, infatti, queste realtà intraprendono attività collaterali per compensare cali nelle vendite e l’aumento dei costi di produzione. Storicamente, concentrarsi sulla produzione di vino è stata la chiave del successo per molte aziende. Oggi, però, questa convinzione viene messa in discussione. Fare “solo” vino non è più sufficiente per garantire la prosperità a lungo termine. Sia le piccole che le grandi aziende stanno scoprendo che la diversificazione non solo migliora i profitti, ma amplia anche la loro visibilità, gettando le basi per un successo futuro e duraturo.
Diversificare per crescere: nuove frontiere per il settore vinicolo
Il settore vinicolo, pur affondando le radici nella storia e nella cultura, è pur sempre un’attività commerciale. E come ogni attività, raggiunge un limite alla crescita verticale. Per questo, la diversificazione diventa una necessità. Le aziende possono scegliere di intraprendere strade molto diverse (come un’acquisizione in un settore completamente nuovo) o di espandersi in settori affini che completino la loro offerta.
Il caso Fladgate Partnership: dal porto all’ospitalità di lusso
In Portogallo, il gruppo Fladgate Partnership, produttore di Porto, ha intrapreso da decenni una strategia di diversificazione che si è rivelata estremamente redditizia. Uno dei primi e più ambiziosi progetti è stato The Yeatman Hotel, un lussuoso hotel Relais & Chateaux inaugurato nel 2010 a Vila Nova de Gaia. L’obiettivo era attrarre un turismo di qualità a Porto, offrendo un’esperienza che andasse oltre la semplice degustazione di Porto e che valorizzasse la storia, l’architettura e la gastronomia della città. La risposta è stata entusiasta: l’hotel si è ampliato, ricevendo numerosi riconoscimenti, e il turismo a Porto è cresciuto esponenzialmente. Questa espansione è stata anche una mossa strategica per bilanciare gli investimenti necessari nella produzione di Porto con i flussi di cassa generati dal settore turistico. Per arricchire ulteriormente l’offerta turistica, Fladgate ha creato il World of Wine (WOW), un complesso di 10 acri dedicato alla cultura del vino, con musei, ristoranti, boutique e negozi di vino. Questi investimenti, pur non essendo stati economici, hanno permesso al gruppo di diversificare le proprie fonti di reddito e di raggiungere un pubblico più ampio.
Oltre il vino: nuove idee di business
Anche altre aziende stanno esplorando nuove strade. Champagne Billecart-Salmon ha lanciato una divisione di distribuzione, Billecart-Salmon Sélection, per promuovere piccoli produttori francesi di alta qualità. Questa iniziativa offre a questi produttori l’accesso a ristoranti stellati, hotel di lusso e enoteche specializzate in tutto il mondo. Una scelta inaspettata è stata la distribuzione di JUKES, una linea di bevande analcoliche a base di frutta, verdura, erbe e spezie, ideate per l’abbinamento con il cibo. Questa mossa risponde alla crescente domanda di alternative analcoliche, offrendo un prodotto di alta qualità e complessità aromatica.
Espandere l’offerta: birra, ristorazione e distillati
Alcune aziende, invece, scelgono di ampliare la propria offerta rimanendo nel settore delle bevande alcoliche. Pikes Wines, in Australia, ha rilanciato la produzione di birra, attività con cui l’azienda era nata nel 1886. Questa scelta, inizialmente dettata dalla nostalgia, si è rivelata un successo, attirando un pubblico più giovane e fungendo da “porta d’accesso” al mondo del vino. L’apertura di una nuova sala degustazione e di un ristorante farm-to-table ha ulteriormente contribuito al successo dell’azienda, soprattutto in periodi difficili per il settore vinicolo. L’integrazione tra offerta enogastronomica e vendita diretta ha portato a un notevole aumento del fatturato. Unico Zelo, un’azienda vinicola australiana, ha invece optato per la produzione di distillati, creando una distilleria gemella chiamata Applewood. Questa scelta ha permesso di diversificare il rischio, offrendo un’alternativa in caso di problemi con la produzione di vino e aprendo nuove opportunità di mercato, come la produzione di vermouth e vini fortificati.
Un approccio olistico alla diversificazione
La diversificazione, se ben gestita, può creare un circolo virtuoso tra diverse attività, aumentando la redditività complessiva. Come afferma Adrian Bridge di Fladgate Partnership, “Non è una cosa facile da gestire. Ma quando è fatta bene, e fatta insieme, può essere molto più redditizia”. In un contesto economico in continua evoluzione, la capacità di innovare e diversificare l’offerta si rivela quindi una strategia vincente per le aziende vinicole che vogliono prosperare nel lungo termine.