Vitae Online logo Vitae Online
  • Vitae Online logo Vitae Online
  • Home
  • Il Vino
    • Vini d’Italia
    • Vini del Mondo
  • Sostenibilità
    • Environment ESG
    • Social ESG
    • Governance ESG
  • Assaggi
    • Vino
    • Olio
    • Birra
    • Spirits e non solo
    • Acqua
    • Fumo Lento
  • Food
    • Abbinamenti
    • Chef e Ristoranti
    • Cucina di Tradizione
    • Eccellenze
    • Innovazione
    • Materia Prima
  • Territori
    • Enoturismo
    • Paesaggio
    • Lifestyle
    • Viaggio
  • Personaggi e Storie
  • Sommelier e Pro
    • Trend e Mercati
    • Comunicazione e Personal Branding
    • Vita da Sommelier
  • Vino e Cultura
    • Architettura
    • Arte
    • Cinema
    • Storia
    • Società
  • Eventi AIS
  • AIS Italia
Coltivare e Produrre
30/07/2025
Di Alfonso Mollo

Tra montagne e filari, la voce autentica di La Source

Ci troviamo in Valle d’Aosta, nel cuore pulsante delle Alpi, a due passi dal suggestivo Castello di Saint-Pierre. È in questo borgo montano che, nel 2003, prende ufficialmente vita l’azienda vitivinicola La Source.
Tuttavia, le radici affondano più indietro nel tempo, agli anni Novanta, quando un gruppo di amici viticoltori decise di cimentarsi nella produzione in proprio.
Con il passare del tempo il gruppo si ridusse sempre di più, fino a rimanere solo nelle mani di Stefano Celi, perito agrario e profondo conoscitore della realtà viticola locale.
Come racconta lui stesso, “gli altri si sono persi per strada”, e hanno lasciato a lui l’eredità del progetto inziale.
Insieme alla moglie Gabriella ha poi unito le rispettive terre, dando vita all’attuale La Source, oggi parte della FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

L’orgoglio della viticoltura eroica

Conoscere La Source, e soprattutto ascoltare le storie di Stefano, significa entrare in quel mondo della viticoltura chiamata eroica.
Un mondo fatto di pendenze, lavoro a mano, vigne raggiungibili solo con mezzi speciali e condizioni estreme.
Ancor di più in epoche passate, quando in queste zone la vite era solo una delle molte colture necessarie alla sopravvivenza.
Come nei filari larghi di Saint-Pierre, ad esempio, dove in passato si coltivava anche il grano, e quasi tutti gli allevamenti erano a pergola, con sopra l’uva e sotto le patate.
Stefano in primis, già presidente del CERVIM (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la viticoltura montana), ha incarnato e promosso questo modello di viticoltura montana.

Una realtà nata dall’acqua e cresciuta con la terra

Il legame con il territorio si rivela già nel nome, infatti La Source fa riferimento a piccole sorgenti d’acqua scoperte durante i lavori di costruzione della cantina, e che sono da sempre caratteristiche di questa zona.
Una di queste fonti è tuttora visibile nei sotterranei dell’edificio.
Col tempo l’azienda ha visto una continua evoluzione, a partire dalla ristrutturazione di una vecchia stalla con fienile annesso, trasformata nel 2007 nell’attuale cantina, dove modernità e tradizione si fondono grazie all’uso di materiali originali come le travi in legno.
Nel 2020 è stato poi inaugurato l’agriturismo, con le camere battezzate con i nomi dei vini aziendali, e l’anno successivo è nato il ristorante, dove lo stesso Stefano ha assunto il ruolo di chef, proponendo piatti tipici della cucina valdostana.

La proprietà si estende oggi su circa 8 ettari di vigneto, suddivisi in ventuno parcelle situate tra le colline di Saint-Pierre, Monte Torrette e Aymavilles.
Le vigne, poste tra i 680 e i 925 metri di altitudine, hanno un’età media che varia tra gli 8 e i 25 anni.
Come sottolinea Stefano, tradizionalmente la frammentazione dei terreni rappresenta una delle principali difficoltà della viticoltura in Valle d’Aosta, legata in gran parte a motivi ereditari, e anche lui non ne è stato esente.

Vitigni storici per vini contemporanei

Fin dall’inizio La Source ha puntato sui vitigni storici della regione, quelli che meglio si adattano alle condizioni pedoclimatiche locali.
Oggi tra le varietà coltivate troviamo chardonnay, traminer, moscato, syrah, gamay, müller-thurgau, petit arvine e le autoctone petit rouge, premetta, vien de nus, fumin e cornalin.
La produzione si attesta intorno alle 40.000 bottiglie l’anno, suddivise in 9 etichette: tre bianchi (chardonnay, petite arvine e un blend chiamato “Ensemblo”, da moscato bianco petit grain, gewürztraminer, müller-thurgau), un rosato da petit rouge e premetta, e cinque rossi.
Tra questi, cornalin, gamay e torrette vinificano solo in acciaio, mentre il Torrette superiore e il syrah maturano per un anno in botti da 500 litri, prevalentemente esauste: “Il legno deve essere la ciliegina, non la torta intera”, ci ricorda Stefano.
Vini freschi, verticali, minerali e con un grado alcolico contenuto, espressione autentica del microclima secco e ventilato e dei suoli rocciosi della zona.
Un mito da sfatare, come ci conferma anche Celi: nonostante la Valle sia considerata terra di bianchi, la tradizione predilige da sempre la produzione dei rossi.
A coronare la gamma, nelle annate migliori, si aggiunge anche un passito da uve moscato, gewürztraminer e sauvignon, appassite in fruttaia.

Oltre al vino, l’azienda produce anche due grappe (una da petite arvine, l’altra da vinacce miste affinata in legni di frutta), un amaro alle erbe, e il Vin du Paradis, vino aromatizzato ispirato al barolo chinato.
Non mancano poi anche prodotti cosmetici, come quelli ricavati dagli scarti nobili della vinificazione.
Oggi Stefano Celi continua così a portare avanti un progetto coerente, fedele alle radici, alla terra e alla qualità dei vini, che anno dopo anno si affermano per la loro autenticità e valore crescente, grazie anche alla sua determinazione e al suo impegno.

Alfonso Mollo
Alfonso Mollo

Torinese, laureato in Economia e con un Master in Information Technology, dopo oltre 10 anni in Consulenza IT ho deciso di fare un passo importante nella mia vita, e dedicarmi alla mia passione: il vino. Diplomato AIS presso la delegazione di Torino, ho conseguito il Master Alma-AIS nella Scuola enogastronomica fondata da Gualtiero Marchesi. Appassionato di libri e comunicazione, il mio progetto futuro è di lavorare a tempo pieno nello storytelling del vino, raccontando soprattutto le persone e le storie che sono dietro le bottiglie che abbiamo la fortuna di degustare ogni giorno. Una curiosità? Ho un B&B a Torino che si chiama “Turin In Wine”. Come si suol dire, nomen omen.

Vitae Online logo
  • Home
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Rinnova la tua quota
  • Associati ad AIS
  • Modifica i tuoi dati
Vitae Online Lights Newsletter
  • Legal
  • Cookies
  • Privacy
©Vitae Online 2025 | Partita IVA 11526700155