Vecchia Cantina di Montepulciano, nuove sfide per il Vino Nobile

Sarà svelata (ufficialmente) il 14 febbraio prossimo, giorno dedicato a San Valentino, l’etichetta Pieve, terza tipologia per il “Vino Nobile di Montepulciano” dopo Vino Nobile e Vino Nobile Riserva. “Ḕ l’evento più importante degli ultimi anni”, dice Andrea Rossi, presidente della Vecchia Cantina di Montepulciano. L’operazione conclude un percorso nato nel 2020 con l’obiettivo di creare un prodotto “premium” espressione massima del territorio. Borgo medievale collocato a 605 metri slm, Montepulciano anticipa Siena con le sue strade medievali, i palazzi rinascimentali, le tante botteghe che alle migliaia di turisti propongono salumi di cinta, formaggi di Pienza, ceramiche e ricordini. Un dolce della tradizione senese è parte del tragitto, servito ai tavoli dello storico Caffè Poliziano. Per un bicchiere di Vino Nobile invece, si scende appena fuori porta, nel nuovo centro accoglienza della Vecchia Cantina di Montepulciano, terrazza panoramica con affaccio sulla Valdichiana aretina, Cortona e il lago Trasimeno all’orizzonte. Le estati sono calde (caldissime negli ultimi anni), gli inverni con forti escursioni termiche. Ulivi e grano si contendono il territorio con il suo re, il sangiovese biotipo prugnolo gentile, buccia ricca di pruina, colore nero-violaceo, tannini che hanno bisogno di tempo per strutturarsi, ma assicurano la longevità della pietra. Il suolo è ricco di scheletro, franco, sabbioso. Per il Vino Nobile Pieve, si è messo mano alla mappa e alle conoscenze geologiche ed agronomiche del territorio. Ḕ viticoltura di precisione tesa a valorizzare l’originalità e appariranno in etichetta le località di provenienza: Cervognano, Cerliana, Caggiole, Sant’Albino, Valiano, Ascianello, San Biagio, Le Grazie, Gracciano, Badia, Sant’Ilario, Valardegna. Piccole frazioni, storia che affonda nell’epoca dei locumoni etruschi (massima carica politica e religiosa), ciascuna con una sua particolarità: una sorgente di acqua sulfurea a Sant’Albino, una necropoli a Cervognano, la fattoria dei conti Bastogi a Badia. Intorno un pullulare di chiese e cappelle: Ss. Vincenzo e Anastasio, Sant’Ilario, San Lorenzo Martire, Sant’Egidio. Nei poderi si dissodava il terreno con i forti buoi da lavoro di razza chianina e si pregava per assicurarsi un buon raccolto. “Il termine Pieve richiama le antiche circoscrizioni ecclesiastiche con cui era diviso il territorio”, dice Rossi. Tra i filari, oggi si coltivano gli stessi uvaggi autoctoni di un tempo: colorino, mammolo, ciliegiolo e canaiolo, ammessi nel disciplinare del Nobile Pieve purché l’85% del prodotto sia da uve sangiovese. La produzione per ettaro? Non superiore ai 70 quintali. Prima vendemmia sugli scaffali quella del 2021. “Diecimila le bottiglie pronte per il mercato e provenienti da due Pievi diverse. Trentasei i mesi di affinamento, di cui minimo uno in botte e uno in bottiglia”, dice Rossi.


Una realtà con più di 300 soci
A conferire le uve per il Vino Nobile Pieve anche alcuni produttori/soci della Vecchia Cantina di Montepulciano che sta al Consorzio del Vino Nobile come le dita alla mano: fornisce il 30% del pregiato succo, tradotto in numeri un milione e duecentomila bottiglie. Il Vino Nobile è il must che alza l’asticella per un ritorno di immagine, traino di una filiera che punta ai grandi numeri. Fondata nel 1937, la Vecchia Cantina è una realtà con oltre 300 soci, una produzione totale che supera i sette milioni di bottiglie, un centro accoglienza per enoturismo nuovo di zecca e l’ambizione di chi vuol fare le cose per bene. “I nostri soci piccoli o piccolissimi produttori, hanno mediamente tre ettari di vigneto, singolarmente non avrebbero il know-how per affrontare le sfide attuali”, dice Rossi. La Cooperativa garantisce certezza per i conferimenti di uve prodotte e sicurezza economica, personale specializzato per assistenza in vigna, una ricca bottaia a temperatura controllata per l’invecchiamento, una struttura commerciale e un ufficio marketing e comunicazione. Il Vino Nobile Docg entra sul mercato con i marchi Vecchia Cantina, Poggio Stella, Astorre Noti, Cantina del Redi (uve selezionate). Sull’etichetta ben in vista la provenienza: Toscana. Operazione commerciale semplice e redditizia. “Importante per non creare confusione al consumatore finale. Era necessario distinguere i nostri vini sul mercato”, dice Rossi.


Alla conquista dei mercati internazionali
Il Vino Nobile della Vecchia Cantina valica gli italici confini, confrontandosi con i migliori nettari internazionali. “Mercato principale la Germania, quindi gli Stati Uniti”, elenca il Presidente, di recente tornato da un viaggio in Australia e Nuova Zelanda con il piglio di chi ha ottenuto un ottimo risultato. “Perth, Sydney, Melbourne e Auckland. Abbiamo incontrato gli importatori locali che hanno apprezzato il nostro Nobile, aprendoci un nuovo mercato”. Viaggi per una strategia votata alla crescita e al miglioramento del valore percepito del marchio. In quest’ottica rientra No.Mo.S Docg, Vino Nobile con la “S” finale che sta per sostenibilità nelle sue sfaccettature: ambientale, etica, sociale. Sugli scaffali è giunta quest’anno la prima vendemmia dedicata e datata 2020. Uve da agricoltura attenta all’ambiente, solo cinquemila le bottiglie prodotte, 3500 bordolesi (75 cl), il resto magnum (1,5 litri). Per l’imbottigliamento impiegate (anche) due persone con fragilità frutto della collaborazione con la cooperativa sociale Betadue. Un progetto cresciuto con la vendemmia 2024, rafforzando il rapporto tra le due cooperative e con la collaborazione di nuovi occupati, durante il periodo della vendemmia. Sostenibilità a tutto tondo: bottiglia con una percentuale di vetro riciclato, capsula in polynature, sull’etichetta in inchiostro pro-natura la filosofia che guida il progetto, “Io sostengo/tu sostieni/noi sosteniamo”. Infine, il tappo in sughero naturale da foreste certificate FSC. Che vino è No.Mo.S. all’assaggio? Un rosso schietto con note di vaniglia, pepe nero e leggera tannicità da abbinare ad arrosti di carni rosse e selvaggina.


Si scommette sul turismo
Per dare valore al suo marchio, la Vecchia Cantina punta anche sul turismo. Nel novembre 2023, è stata inaugurata la nuova Enoteca, lavoro di restyling e ampliamento della struttura originaria con la firma dello studio Architetti Associati Fiorini Salerno. Dalla bottaia si sale fino ai nuovi locali con una rampa elicoidale (sullo stile dei palazzi rinascimentali di Montepulciano), fino al piano superiore dove si aprono gli spazi dedicati a ingresso e soggiorno. Una grande vetrata proietta lo sguardo verso la Valdichiana. Un edificio trasparente per dialogare con il territorio in un rapporto osmotico con le campagne circostanti. All’interno, decorazioni con grappoli e tralci di vite che si ripropongono anche sulle vetrate perimetrali in un gioco di luci, ombre, riflessi. La grande terrazza è infine il belvedere per i tramonti estivi. “Dall’apertura del novembre 2023 al 31 agosto passato, abbiamo ospitato oltre settemila persone che hanno degustato e acquistato i nostri prodotti – dice Rossi – La nuova attività è di fatto una start up con aspettative ambiziose per la Cooperativa. Il futuro? Importante, come il Vino Nobile di Montepulciano”.

