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Coltivare e Produrre
14/05/2025
Di Salvo Ognibene

Vitovska, il vero tesoro nascosto del Carso

Varietà autoctona a bacca bianca è tipica dell’altopiano roccioso che si estende tra Italia e Slovenia dove l’ambiente è dominato dalla pietra. Un territorio da sempre difficile da coltivare perché poco fertile ma che se ben lavorato riesce a dare vini bianchi o macerati davvero unici. Negli ultimi anni alcuni produttori fanno fermentare le uve in pietra del Carso, legando questa varietà sempre più al territorio.

Nel cuore roccioso del Carso cresce un vitigno che incarna l’anima di questo territorio, qui dove la terra rossa si mescola con la pietra e il vento porta il profumo del mare Adriatico: la vitovska, varietà autoctona, rara e profondamente legata alla sua terra, è una varietà a bacca bianca che ha attraversato secoli di storia, sfidando condizioni estreme e conservando un’identità autentica che oggi conquista sempre più estimatori. Un tempo considerata un’uva rustica e destinata alla produzione familiare, la vitovska ha vissuto negli ultimi decenni una vera rinascita, grazie al lavoro appassionato di vignaioli che ne hanno riscoperto il valore e le potenzialità. Simbolo di una viticoltura eroica, di un equilibrio tra uomo e natura che si riflette nel bicchiere, la vitovska è oggi non solo diventata la varietà simbolo del territorio ma viene prodotta anche nelle diverse versioni secche, macerate e con qualche sperimentazione spumantizzata.

Il Carso

Il Carso che conosciamo oggi è ben diverso da quello del passato, caratterizzato da raffiche di bora che possono arrivare anche a 170 km all’ora e dalla presenza di migliaia di pini che ne hanno rallentato le sferzate di questo vento freddo ma che hanno comunque plasmato l’ambiente circostante e forgiato questa varietà autoctona di vite. In questo altopiano roccioso che si estende tra Italia e Slovenia risiede un territorio aspro e affascinante, scolpito nel corso dei millenni dall’azione dell’acqua e del vento. Conosciuto per le sue spettacolari formazioni calcaree, le grotte sotterranee e la vegetazione resiliente, il Carso è molto più di un paesaggio: è un crocevia di culture e tradizioni dove la comunità slovena vive da sempre queste terre. Questa regione, che abbraccia il Friuli-Venezia Giulia in Italia, ha da sempre rappresentato un confine naturale e culturale tra il mondo mediterraneo e quello mitteleuropeo. Qui nel Carso l’ambiente è dominato dalla pietra e per questo motivo è sempre stato un terreno difficile da coltivare. Nonostante la poca fertilità c’è una parte del territorio in cui le precipitazioni finiscono sulla terra rossa, rendendolo adatto alla coltivazione della vite.

  • Suoli: Il terreno carsico è roccioso e povero, caratterizzato dall’iconica terra rossa che vede una predominanza di calcare che contribuisce alla marcata sapidità e mineralità dei vini. L’altra sottozona è completamente diversa ed è caratterizzata dal suolo flyschoide, terra gialla, dunque.
  • Clima: Influenze mediterranee si combinano con venti freschi e secchi (la bora), creando condizioni ottimali per la maturazione delle uve e il mantenimento di un’elevata acidità.

La vitovska

La più antica pianta di vitovska che si conosce è quella che cresce nel pergolato del cortile di Paolo Hrovatin a borgo Grotta Gigante e ha resistito anche alla gelata del 1929: è alta 3,5 metri e la sua estensione è su circa 30 metri quadri di pergolato. Vitigno locale nato da un incrocio spontaneo tra la malvasia e la glera (le altre due varietà a bacca bianca del territorio), la vitovska è un esempio straordinario di come un vitigno autoctono possa rappresentare l’essenza di un terroir. Una varietà che si attorciglia e si aggrappa (proprio da questo deriva il nome ovvero dalla parola slovena vitica, cioè il viticcio dell’uva), difendendosi dalle raffiche di vento senza perdere i grappoli, coltivata principalmente nella provincia di Trieste e nel Carso sloveno, la vitovska è una varietà strettamente legata al territorio carsico, con i suoi suoli calcarei e venti secchi che contribuiscono a conferire un carattere unico ai vini. Viene vinificata in acciaio per esaltare la freschezza, in legno per aggiungere complessità, ma anche vinificata come se fosse un vino rosso (macerata sulle bucce, in uso da oltre cinquant’anni e certamente importante per arricchire i vini locali) e di recente anche alcuni produttori fanno fermentare le uve in pietra del Carso, legando questa varietà sempre più al territorio. A tutelare e promuovere questo vino c’è la denominazione di origine controllata “Carso o Carso – Kras” ma anche l’Associazione dei Viticoltori del Carso, che raggruppa la maggioranza dei viticoltori locali formata da venticinque piccole e piccolissime aziende vinicole della Provincia di Trieste, tra Carso e Istria con lo scopo di valorizzare la qualità dei vini autoctoni IGT e che da diversi anni organizza una manifestazione dedicata interamente a questo vitigno autoctono. “Mare e Vitovska in Morje” è il nome dell’evento enogastronomico annuale organizzato nel suggestivo castello di Duino che sorge su un promontorio a ridosso sul mare e che offre un panorama davvero spettacolare a due passi da Duino Aurisina, Città Italiana del Vino 2022.

Produttori di riferimento

Il Carso, fino a non molto tempo fa, non era preso in grande considerazione dal punto di vista enologico, ma da qualche anno ha iniziato a far parlare di sé come eccellenza grazie al duro lavoro di produttori lungimiranti che hanno capito come valorizzare i vitigni locali. La diffusione della vitovska è sempre stata legata a un’agricoltura di sussistenza, ma negli ultimi anni diversi produttori ne hanno riscoperto il valore e le potenzialità con coraggio e sudore, necessari per coltivare le vigne nuove in queste zone perché il terreno non è facilmente utilizzabile, ma deve essere lavorato e le pietre frantumate. Solo dopo si può coprire la superficie con uno strato di terra rossa dove saranno piantate le barbatelle e per lo stesso motivo le cantine in questa zona sono bellissime e si trovano scavate nella roccia. Sul versante italiano tra i pionieri della rinascita della vitovska spiccano nomi come Benjamin Zidarich, Sandi Skerk ed Edi Kante, che hanno saputo valorizzare le sue caratteristiche uniche, ma qui menzioniamo anche Bajta, Castelvecchio, Radovic, Skerlj e Zahar. È possibile trovare anche delle ottime Vitovska che nei diversi “osmize” ovvero delle fattorie aperte soltanto in un determinato periodo dell’anno per accogliere gente del posto e turisti, dove si consumano i prodotti locali.

Salvo Ognibene
Salvo Ognibene

Nato in Toscana ma cresciuto a Menfi, ama la pasta, la bici e la Sicilia. È laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna e ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier AIS e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e PR. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di cinque libri.

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