Cioccolato artigianale: le migliori uova di Pasqua a Torino
Quella tra Torino e il cioccolato è una storia d’amore che non conosce limiti e confini. Da molti definita come la capitale italiana del cioccolato, il capoluogo piemontese pone come inizio di questa valorosa carriera la data del 1560. Pare, infatti, che in onore dei festeggiamenti della nuova capitale ducale, Emanuele Filiberto di Savoia innalzò una tazza di cioccolata. Un’alternativa di tutto rispetto al classico “in alto i calici”.
Non è un caso se, proprio qui, nella capitale sabauda è nato il Bicerin. L’iconica bevanda a base di caffè, cioccolato e crema di latte è stata per secoli un rituale, assimilabile a quello del tè inglese. In questo caso il cioccolato ha avuto anche un ruolo sociale. L’omonimo caffè torinese, il Bicerin, è stato il primo locale della città dove le donne hanno potuto presenziare da sole, senza l’accompagnamento maschile. Una bevanda che ha fatto da mediatrice, ma che è stata anche in grado di donare ricordi indelebili a persone del calibro di Ernest Hemingway, che l’ha inserita nella sua personale lista delle 100 cose da salvare come patrimonio dell’umanità.
Guido Castagna
Una filosofia fondata sul rispetto delle materie prime e delle persone. Guido Castagna racconta passione con i suoi prodotti e lo fa partendo dalle origini. Un legame con il territorio piemontese che si espande fino ai luoghi dove le fave di cacao nascono e crescono grazie alla maestria dei coltivatori locali. La caratteristica che lo distingue è la voglia di rendere unico il cioccolato; non ama le generalizzazioni Guido Castagna, preferisce ricercare la perfezione attraverso lo studio. Proprio grazie alle sue ricerche è riuscito a fare qualcosa che solitamente si presta al mondo del vino, ma che lui è riuscito ad applicare al cioccolato: la creazione di prodotti differenti in funzione del terroir e delle lavorazioni che seguono. Concetti innovativi in questo settore che riesce ad applicare seguendo principi di sostenibilità e cooperazione. Grazie al sodalizio con Slow Food riesce, non solo a mettere in pratica queste teorie, ma a divulgarle grazie ai suoi corsi e workshop.
L’uovo di Pasqua Bigiuinott è il prodotto di punta di questo periodo dell’anno. Linee eleganti che richiamano l’architettura contemporanea racchiudono un fondente 64% ricoperto dal Giuinott, il gianduiotto plurivincitore degli International Chocolate Awards. Una lavorazione completamente artigianale a base di materie prime ricercate con cura e attenzione, come nello stile di Guido Castagna.
Guido Gobino
Una realtà familiare nata dall’esperienza di Giuseppe Gobino. Sono state le innovazioni di Guido a portare alla ribalta l’azienda che oggi è più descrivibile come una cioccolateria sartoriale. Ogni prodotto sembra cucito su misura di coloro che lo degustano. Si respira nell’aria il legame con la tradizione, senza rinunciare alle tecniche più moderne nell’ottica della sostenibilità ambientale e produttiva. Tutto questo ha portato alla creazione del Tourinot, 5 gr di torinesità al sapore di gianduia. Eleganza, manualità e storia locale come la pasticceria sabauda vuole. In un buon cioccolato la differenza non la fa solamente il cacao, ma anche il latte. Per questo Guido Gobino si serve del latte proveniente dalla filiera alpina piemontese; un modo per poter controllare direttamente la materia e per impiegare nelle lavorazioni un’eccellenza del territorio.
Per questa Pasqua, la collaborazione tra Gobino e Armani è il fiore all’occhiello della produzione. Un uovo di cioccolato limited edition dal doppio gusto. Una figura mitologica del cioccolato artigianale, un Giano bifronte dalle due facce, una fondente 63% e l’altra con granella di mandorle di Sicilia e cioccolato al latte. La seconda versione è composta da cioccolato al latte 35% e dragées di grué di cacao con copertura fondente 63%. La confezione richiama e anticipa quella che sarà la collezione primavera/ estate di Armani.
Gustavo Pfatisch
Una casa del cioccolato in stile liberty, opera dell’architetto Pietro Fenoglio e situata a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova. Solamente varcando la soglia di questa pasticceria-cioccolateria è possibile sentirsi catapultati indietro nel tempo, magari proprio nel 1921, quando nel laboratorio del seminterrato è iniziata la produzione di cioccolato. Nel 1934 l’azienda viene ceduta da Gustavo Pfatisch a Carlo Ferraris che è costretto a fermarsi per alcuni anni a causa dei danni provocati dai bombardamenti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. La ripresa completa avviene nel 1960 con la consacrazione ad opera del Festivo. Due dischi di meringa al cacao si alternano a strati di crema chantilly al cioccolato. A completare il tutto ci pensa la granella al cioccolato e il cioccolato sfoglia. Un’ode a questo prodotto che qui viene ancora oggi sapientemente lavorato da Francesco Ciocatto e dalla sua squadra.
L’uovo di Pasqua di Pfatisch è un richiamo allo stile architettonico della struttura. Le cosiddette Uova dei Re vengono decorate a mano con motivi floreali che richiamano quelli tipici del movimento Art Deco. A realizzare queste opere d’arte è Stefania Bergiotti che si rifà proprio alle forme della Torino Liberty.
Baratti & Milano
Nel 1858 Ferdinando Baratti e Edoardo Milano hanno fondato quello che ancora oggi è un punto di riferimento del settore dolciario in Italia. Un inizio di tutto rispetto vista la richiesta di fornitura ufficiale di prodotti presso la Casa Reale. Con gli stemmi della famiglia sabauda appesi al suo ingresso, la confetteria divenne anche la sala da tè più frequentata di Torino. Con l’aggiunta di nuovi locali è sorta anche l’esigenza di dare un carattere unico e riconoscibile a tutti gli ambienti. A dare una mano ai due soci ci ha pensato l’architetto bolognese Giulio Casanova, allora docente presso l’Accademia Albertina di Torino. Il risultato è stato uno stile post Liberty molto acclamato da riviste e critici dell’epoca. Fra i prodotti più apprezzati ci sono i cremini, oggi declinati in ben 13 versioni differenti, ma anche le preziose tavolette con cacao proveniente dall’Ecuador.
La Pasqua si fa presenta sottoforma di uova al gusto cremino declinato nella sua variante classica e al pistacchio. Non mancano le uova di Pasqua nocciolate al fondente e gianduia, anche in taglia magnum da 1,2 chilogrammi.
Gabriele Maiolani
Il maître chocolatier che deve tutto alla madre Odilla. È stato grazie alle sue conoscenze che Gabriele Maiolani ha appreso i segreti del cioccolato nelle brigate d’oltralpe. Tecniche, materie prime d’eccellenza e passione sono ora il trittico che compone la sua filosofia di lavoro. Una buona azienda sa che per creare prodotti unici spesso serve la collaborazione fra realtà differenti. Ecco che iniziano una serie di incontri con produttori e imprenditori facenti parte di questo magico mondo del cioccolato. Una massa di cacao mono origine proveniente da Venezuela e Perù è la base della vasta gamma di prodotti che qui vengono realizzati.
L’offerta pasquale spazia dalle uova fondenti tartufate alle nocciolate. Quest’anno, però, la novità assoluta è racchiusa in guscio di pistacchio salato e cioccolato, realizzato per niente meno che Gucci Osteria. Il perfetto esempio di come l’artigianalità e la bravura vengano premiate e riconosciute.